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Ignizione!

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Palloncini di poesia

«La poesia è un sistema luminoso di segnali...» assicurava León Felipe, il giramondo. «Il verso anteriore al mio è una bussola tenuta in mano dal poeta davanti che mi cercava, e il verso che segue è una luce che sta accendendo l’altro nelle ombre spesse della notte, vedendo i miei segnali». I pensatori uniscono idee apparentemente sconnesse. I drammaturgi azioni insperate.

E i narratori personaggi con destini apparentemente opposti. Invece, noi pensiamo che in Europa ci siano troppe teorie, come questa, troppe azioni – non solo insperate, ma soprattutto disperate – e personaggi opposti. Mancano le emozioni. O forse no. Ma sono come decaffeinate, diluite nella marea di interessi privati di ogni angolo del continente. Qualcuno deve riscattarle, restituirle all’orecchio umano. E questo qualcuno, capace di scoprire le insospettabili relazioni tra emozioni stravolte, è il poeta. «Cosa sentono i poeti andalusi di oggi?» chiedeva Rafael Alberti, amico intimo di Louis Aragon e di Picasso nei bui anni delle dittature. Cosa sentono i poeti europei di oggi, in quest’Europa di semplici burocrati? Esistono? Sì. E sono pronti a svelarci il mosaico di emozione che distingue europei da cinesi, africani, americani, indiani d’America. Non già nella loro natura, perché i tasselli della poesia sono universali. Ma nella sua proiezione e misura. Non sono spariti “perché la poesia è inesauribile, e si confonde con la somma di creature, e non arriverà mai all’ultimo verso, e varia secondo gli uomini”, come scrisse lo scrittore argentino di origini ispano-britanniche Jorge Luís Borges. «La poesia è un sistema luminoso di segnali...» assicurava León Felipe, il giramondo. «Il verso anteriore al mio è una bussola tenuta in mano dal poeta davanti che mi cercava, e il verso che segue è una luce che sta accendendo l’altro nelle ombre spesse della notte, vedendo i miei segnali».

Con questo blog, cafebabel.com e i suoi collaboratori vogliono disegnare un letto di bussole che permetta di conoscere i nostri poeti, toccarli, abitare i loro mondi interiori per poter continuare a tracciare la mappa dei nostri, quelli di ciascuno. Un’iniziativa che pone l’accento sulla poesia giovane, quella di chi è nato con la musica e il rumore dell’Europa in sottofondo, quella poesia di coloro che vogliono proiettarsi in tutto il continente, dal più vicino con gli inaccessibili, in un viaggio estetico inedito che ci conduca fino “alla perdita della scoperta” in cui consiste il concerto emoziale di cui sono fatte le persone. Siete tutti invitati a questo banchetto di cuori ed emozioni, passate di qui. I nostri piatti sono da consumare caldi.