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Iceberg trainati sul Tamigi e non solo. Le idee contro penuria d'acqua

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Flavia Cerrone

Acqua in polvere, fiumi artificiali, acqua estratta dall'aria... Le ultime ricette per far fronte alla carenza di acqua potabile.

L’acqua dolce presente sulla Terra ammonta solamente al 3% del totale: il 2% di essa si trova sotto forma di ghiaccio nei Poli, ed il restante 1% è diviso in maniera disuguale per il resto del pianeta. Solo questo dato basterebbe a comprendere il problema dell'approvvigionamento idrico. Che diventa vera emergenza in Spagna, Libia o Israele, ma anche in paesi meno caldi come il Regno Unito. Fattori come la siccità, la desertificazione, l’inquinamento dei fiumi e lo sfruttamento eccessivo dell’acqua a scopo agricolo, rendono questo problema molto grave in queste zone. Ecco alcune delle ingegnose soluzioni studiate al momento.

In Libia pensano ai fiumi artificiali

In Libia si sta realizzando una delle soluzioni più innovative per far fronte alla penuria di acqua nel bacino mediterraneo. Attraverso il Great Man Made River Project. A circa 100 metri di profondità sotto il Deserto Libico, in seguito a rilevamenti di gas e petrolio, sono state trovate sacche di acqua potabile. Il progetto consiste nell’estrarne e portarne in superficie circa 6 milioni di metri cubici ogni giorno, attraverso più di 4000 chilometri di enormi tubature. Lo scopo è di portare quell’oceano di acqua dolce trovato nel deserto (circa 10.000 chilometri cubici di acqua che grazie alla sua estrazione diventano una miniera d’oro) fino alle zone costiere densamente popolate. Il costo totale del progetto si stima attorno ai 18.000 milioni di euro.

E se trainassimo un iceberg sul Tamigi? No, non è humour inglese...

Non meno spettacolare è la proposta britannica Thames Water escogitata per contrastare la grave siccità di cui soffre il sud-est del paese. L’iniziale idea di trasportare l’acqua in camion cisterna è stata scartata a causa dell’alto costo dell’operazione e a causa della ridotta quantità trasportabile, contro i 13 milioni di persone affette dalla scarsezza del prezioso liquido. Ora è in considerazione la possibilità di rimorchiare enormi blocchi di ghiaccio dall’Artico fino all’estuario del Tamigi: un’idea in passato già valutata da altri paesi come l’Arabia Saudita, ma senza grandi risultati.

Gli spanoli? Vogliono trasportare acqua marina sulle montagne.

Le idee che arrivano dalla Spagna, anche se non così fantasiose, sono anch’esse all’avanguardia. La Spagna è il paese europeo più colpito dalla siccità, e ha quindi studiato più metodi per risolvere il problema: dal travaso di acqua dai fiumi con maggior portata a quelli in secca, alla coltivazione di piante desalinizzanti per rendere potabile l’acqua del mare. La proposta più innovativa consiste nella desalazione per pressione naturale, che sembra eliminare una volta per tutte attraverso questo metodo il più grande ostacolo alla produzione di acqua: gli alti costi operativi. Il processo è semplice: si trasporta l’acqua del mare fino in montagna, a circa 600 metri di altezza, e la si lascia cadere attraverso lunghe tubature. La pressione fa il resto: il 45% dell’acqua diventa dolce e il resto torna al mare. In questo modo si produce elettricità e acqua potabile a costi ridotti.

Le ultime frontiere: acqua in polvere e acqua estratta dall'aria

In commercio si trovano soluzioni bizzarre, a seconda delle necessità. Un esempio è l’acqua in polvere, inventata per soddisfare il primario bisogno di bere delle truppe statunitensi, nelle condizioni più estreme. Il funzionamento, anche qui, è semplice: basta convertire le gocce d’acqua nel composto di molecole di ossigeno ed idrogeno che precedentemente sono state sottoposte a pressione fino a separarsi, per poi tornare ad unirsi al momento dell’uso.

Un altro articolo che si trova in commercio consiste in un macchinario che genera acqua dall’aria. Si ritiene che ci siano 14.000 milioni di metri cubi di acqua sospesi nell’aria, e questi macchinari ad uso domestico riescono a filtrare fino a 38 litri di acqua al giorno.

Raggi di sole & piogge artificiali

Un’altra iniziativa, meno casalinga delle precedenti, è la raccolta di acqua attraverso lo sfruttamento dell’energia solare. Essa consiste nel creare piogge artificiali a partire dall’assorbimento del calore generato dai raggi solari. Ricercatori dell’Università di Bruxelles, in collaborazione con la Nasa e l’Università di Ben Gurion, in Israele, hanno progettato un sistema di pannelli scuri in grado di assorbire calore solare per poi utilizzarlo nella creazione di nubi e piogge artificiali, vitali nelle zone a rischio di desertificazione.

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