Ibrahimovic, non fare il finto tonto!
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In onore della Presidenza svedese dell’Unione Europea, ecco un panorama delle espressioni linguistiche legate alla patria di Anita Ekberg.
No, non sarà una bellezza vichinga, ma Zlatan Ibrahimovic, ex punta dell’Inter, è di nazionalità svedese. Durante la presentazione della nuova maglia a Los Angeles, il 17 luglio, gli spagnoli avrebbero potuto dirgli: “no hacerte el sueco” , non fare lo svedese, cioè non far finta di niente. Perché da lì a poco sarebbe passato al Barcellona per la modica somma di 45 milioni di euro. In realtà in questa frase la parola “sueco” non vuol dire svedese ma deriva dal latino “soccus”, che in italiano ha dato “zoccolo”: un pezzo di legno che, per definizione, è stupido.
Fatto sta che la bellezza delle svedesi è risaputa e può far esclamare a qualche tedesco, in segno di ammirata meraviglia, “Alter Schwede!” , “vecchio svedese”, che sta per “oh mio dio!” e proviene dalla Guerra dei Trent’anni durante la quale dei vecchi soldati svedesi erano incaricati di allenare i prussiani. Se poi l’incauto tedesco ci prova un po’ troppo insistentemente, rischia di ritrovarsi dietro le “Schwedische Gardinen” , le tende svedesi o, per capirci meglio, in prigione. Se poi la bella non fosse all’altezza delle aspettative, il polacco chiederebbe “To cóż że ze Szwecji”, “cosa importa se viene dalla Svezia”, “chi se ne frega”. Se la tizia fosse proprio una racchia, il russo non esiterebbe a sparire “come uno svedese a Poltava”, “Пропал, как швед под Полтавой”, in riferimento alla cocente sconfitta subita dagli svedesi nella guerra contro i russi (XVII° secolo).
Ma gli svedesi non sono solo queste bellezze algide e distanti: dimostrano molto humour. Parlando dello svedese medio, quello con la Volvo e il Golden Retriver, dicono che vive come uno "Svensson”, il cognome più diffuso in Svezia. Belli e ironici quindi!