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I sentieri selvaggi del cinema francese a Palermo

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Il cinema non distribuito in Italia (Institut Français), le nuove visioni (Sicilia Queer Filmfest), i classici restaurati (Associazione Lumpen) e la riproposizione della Nouvelle Vague (Supercineclub Rouge et Noir): ecco com'è stato rilanciato il cinema francese a Palermo, che dal 7 al 9 aprile da appuntamento ai Cantieri alla Zisa per il festival Rendez-Vous.

Baci Rubati di François Truffaut che batte il film di Ficarra e Picone 500 spettatori a 70. Fino all’ultimo respiro di Godard che registra 400 spettatori e La mia notte con Maud di Rohmer  che supera le 300 presenze. Gli altri titoli del Supercineclub che ripropone al cinema Rouge et Noir i classici in lingua originale a prezzi calmierati, hanno invece riscosso un buon successo, tuttavia non paragonabile a quello dei tre film francesi.

Oltre alle tante buone idee attuate dal Rouge et Noir per valorizzare la normale programmazione, il successo del cinema francese a Palermo si spiega con il lavoro svolto negli anni da realtà culturali che hanno calamitato e costruito uno zoccolo duro di appassionati intorno al cinema d’autore. Un cinema di alta qualità, in lingua originale e certamente coraggioso, indagatore dei sentimenti che muovono la nostra complessa società.

Ogni martedì, al cinema De Seta

Capofila di questo fenomeno è certamente l’Institut Français Palermo. Sotto l’attenta guida di un direttore che è anche critico cinematografico e appassionato di cinema, Eric Biagi, la rassegna Cinémardi è il punto fermo della programmazione cinematografica francese a Palermo. Si prediligono film mai distribuiti in Italia, di giovani autori, come (per citare l’ultimo appuntamento) Les Cowboys di Thomas Bidegain (sceneggiatore di fiducia di Jacques Audiard), incentrato su una sedicenne che nel 1994 scappa con un islamista. Opera fresca, dinamica, che con efficaci ellissi e una notevole suspense, ripercorre gli attentati dell’11 settembre e le stragi di Madrid e Londra, il tutto omaggiando nella trama Sentieri Selvaggi di John Ford. Un film uscito in Francia dodici giorni dopo la strage del Bataclan. Che dopo gli attentati, il pubblico palermitano senta la Francia più vicina, più amica, interessandosi attraverso il cinema al contesto contemporaneo? Ciò spiegherebbe il successo di pubblico del festival Rendez-Vous 2016: Institut Français e cinema Rouge et Noir ospitarono il regista Philippe Faucon, e i film Fatima e La Désintégration mostrarono al pubblico palermitano il delicato e controverso crinale della mancata integrazione con una capacità di coinvolgimento, un realismo e un’emotività calibrati in modo esemplare.

Il festival Rendez–Vous torna quest’anno dal 7 al 9 aprile al Cinema De Seta, totalmente gratuito, con l’Institut Français che ha invitato la regista di origine scandinava Mia Hansen–Løve. Il suo cinema riflette, secondo Biagi, «sullo sguardo delle donne verso i sentimenti, con dialoghi mai noiosi che riaffermano l’importanza del pensiero sul quotidiano». La regista, che sta attualmente girando un film in India con Juliette Binoche, sarà presente in sala De Seta venerdì 7 aprile, in occasione dell’anteprima italiana del suo L’Avenir, con Isabelle Huppert nel ruolo di un’insegnante di filosofia (la professione della madre della regista, che in tutto il suo cinema dissemina elementi autobiografici).

Toccare con mano gli autori francesi

Altra realtà dove il pubblico palermitano si è confrontato a tu per tu con i protagonisti del cinema francese contemporaneo è il Sicilia Queer Filmfest. Eva Truffaut (figlia del regista), Melvil Poupaud, Vincent Dieutre e Alain Guiraudie sono i grandi autori che negli anni hanno presentato le loro pellicole al Sicilia Queer, mentre per la settima edizione del festival, prevista dal 25 maggio all’1 giugno sempre ai Cantieri Culturali, è stato annunciato un workshop presieduto da Claire Simon, documentarista Leone d’Oro a Venezia ’73. E anche l’Associazione Lumpen sta rilanciando l’interesse per il cinema francese, proponendo film in lingua originale restaurati dalla cineteca di Bologna, come Il Disprezzo di Jean-Luc Godard, accolto da una grande affluenza di pubblico.

Abbiamo chiesto un commento sul ritrovato interesse del pubblico ai principali promotori del cinema francese e non a Palermo. Francesco Guttuso, dell’Associazione Lumpen, registra la «voglia di classici, di film in lingua originale. Godard, Rohmer e Truffaut sono registi cult che tutti vogliono conoscere, specie se si propongono pellicole restaurate, nel formato professionale dcp». Guttuso fa sapere che per le proiezioni dei classici al Cinema De Seta, si sono ottenuti numeri paragonabili alle analoghe operazioni svolte a Torino, Milano e Roma, confermando il ritorno dei giovani. Per Andrea Inzerillo, direttore artistico del Sicilia Queer, «il pubblico apprezza e riconosce le proposte frutto di una scelta, e tornare al cinema della Nouvelle Vague - così come proporre un nuovo cinema selezionato con cura - aiuta a ricreare una comunità di spettatori che vive il cinema con passione».

Gian Mauro Costa, giornalista e titolare del Rouge et Noir, sottolinea la «freschezza di linguaggio e delle tematiche della Nouvelle Vague, che ancora oggi punta dritta al cuore e sa come rilanciare il sentimento, elementi che il pubblico giovane ricerca avidamente». Eric Biagi dell’Institut Français porta il discorso sul cinema francese contemporaneo: «Credo che manchino solo le occasioni per vedere il cinema francese. Quando si offre al pubblico la possibilità di vedere un certo tipo di cinema - diciamo di livello medio alto, che rappresenta una buona percentuale dei film prodotti ogni anno in Francia - la risposta è sempre positiva e sempre la stessa: "Come mai un film così non è uscito in Italia?". Siamo di fronte ad una generazione di registi con una grande conoscenza della storia del cinema, attenta allo stesso tempo al mondo odierno e capace d’inventare forme nuove per raccontarlo».