I racconti del giovane Franz
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Monica NardiniLa generazione "Anni Ottanta", spesso criticata, è in realtà ricca di talenti. Due giornaliste franco-tedesche le hanno dato la parola. Ecco il primo di una serie di ritratti raccolti tra Parigi e Berlino.
Generation 80 (Illustrazione: Eva John/ Romy Straßenburg)
Sto raggiungendo la casa di Franz (nella foto sotto), che abita a Berlino, vicino alla piazza Rosa Luxembourg. Di lui so solo che ha 24 anni e che vuole diventare scrittore. Suono il campanello: mi apre un ragazzone sorridente, vestito con un paio di jeans stretti neri e un pullover grigio chiaro, con una tazza di tè in mano. Mi fa fare un piccolo tour dell’appartamento in cui si è appena trasferito con la sua ragazza Johanna. La visita inizia dal suo ufficio, che lui presenta con un certo orgoglio: «È importante lavorare in una stanza diversa da quella in cui si dorme e si mangia», spiega Franz. Bisogna precisare che a Berlino questi grandi appartamenti di tre stanze – che farebbero impallidire di invidia le coppie dei coetanei parigini – sono piuttosto diffusi.
L'obiettivo? Scrivere un romanzo
Per l’intervista ci accomodiamo nel salone. Mentre preparo il microfono e ricordo a Franz la filosofia del nostro blog, noto per terra due dvd con i migliori filmati del regista francese Michel Gondry e del regista statunitense Spike Jonze.
«Un ritratto al giorno? Io non ci riuscirei», esclama Franz. Quando si tratta di scrivere, Franz ama prendere il suo tempo. Ha bisogno di sentirsi come in un bozzolo nella sua bella stanza da lavoro. Anche per questo ha scelto una scuola diversa dalle altre: l’Istituto tedesco di letteratura di Lipsia. Una «piccola villa» prestigiosa, con solo 60 studenti, che accoglie regolarmente i grandi nomi della letteratura tedesca. Una scuola dove quasi tutti gli studenti hanno lo stesso obiettivo: scrivere un romanzo, essere pubblicati e poter vivere di questo. «È quello che voglio anch’io», esclama determinato Franz.
Niente doccia né lunghe colazioni
Gli studenti dell’Istituto sono più liberi dei coetanei universitari perché si organizzano come preferiscono. I professori assegnano loro un soggetto su cui scrivere, sempre piuttosto generico. Ogni testo è letto e commentato dagli altri iscritti. «È difficile, ma bisogna imparare ad accettare le critiche», spiega Franz. Fin da bambino è stato abituato a un ambiente scolastico particolarmente protetto. Frequentò infatti una Waldorfschule (scuola che segue la pedagogia di Waldorfndr), una di quelle scuole che praticano metodi d’insegnamento alternativi. «Ogni allievo – ricorda Franz – era incoraggiato a sviluppare le sue inclinazioni». Sulla sua, non c’erano dubbi.
Il giovane scrittore va a Lipsia un giorno a settimana. Il resto del tempo lo trascorre nella sua camera a Berlino, davanti al suo Mac. Per scrivere in modo efficace ha sviluppato una serie di rituali: niente doccia, niente colazioni lunghe e molte ore di lavoro non stop la mattina.
«Ci manca l’idea che da bambini avevamo del futuro»
Compiti di scuola a parte, Franz scrive soprattutto racconti e qualche poesia. In questo momento sta preparando la sua prima sceneggiatura per un amico regista. Quanto al primo romanzo, sarà sicuramente l’oggetto del suo lavoro di fine studi. Ma dove trova l’ispirazione? «Ovunque: è sufficiente saper osservare. Tutto è molto interessante, buffo, folle e triste. Il mondo intero, in effetti, non è che un’idea. Un'idea che talvolta finisce per diventare stancante», spiega questo fan di Thomas Bernhardt, Peter Handke, Houellebecq e Proust.
Convinto che riuscirà a farsi pubblicare, Franz sa che la difficoltà principale è quella di trovare una buona casa editrice. Nonostante esistano delle borse di studio dedicate ai giovani scrittori, è conscio che il cammino non sarà facile. Secondo lui una generazione intera ha visto frantumarsi le proprie illusioni: «Ci aspettavamo un futuro senza guerra, con più libertà, meno fatica e meno povertà. Invece la situazione è opposta: bisogna battersi senza sosta per difendere quel che si ha. Si deve lavorare di più, tutto è più caro, le risorse si esauriscono». In fin dei conti, secondo Franz, siamo forse una generazione nostalgica, perché «ci manca l’idea che da bambini avevamo del futuro».
Appuntamento su , un blog pensato come un calendario dell’Avvento virtuale, dinamico, partecipativo e franco-tedesco per scoprire ogni giorno il ritratto di un membro della generazione "Anni Ottanta". Per un mese Eva John e Romy Strassenburg, due giovani giornaliste di 24 anni, scambieranno i loro appartamenti e le loro città per scrivere quotidianamente racconti di vita e annotare paure, dubbi, sogni raccontati dai giovani della loro età. Un progetto sostenuto dall’Ufficio franco-tedesco della gioventù.
Translated from Génération 80 : spleen en slim