I nostri occhi
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Adriano FaranoSono figli del programma Erasmus, dell'Interrail e dei viaggi low-cost. O comunque della curiositas di omerica memoria (remixata al ritmo dei Radiohead, please). Adorano la diversità ma coltivano le proprie radici. Hanno disattivato le frontiere nazionali da tutti i loro software (mentali). Parlano (o dicono di parlare) una o più lingue... E "straniere" non rientra nel loro vocabolario.
Hanno già parlato una lingua non materna a letto. Per farsi capire. O magari per menarsela. Hanno ricevuto il primo stipendio in euro. O, comunque, adorano usare la stessa (ma sempre più cara) moneta per una pinta a Dublino o un cous-cous a Parigi. Viaggiano senza passaporto. Ma non dimenticano chi vive nel loro quartiere senza l'ombra di un diritto. E vogliono discutere, sognare e dialogare con gli altri europei. Dell'Europa che vogliono. Dell'Europa che ''loro'' stanno costruendo. On the ground. E' quest'Europa, quella della prima eurogeneration, che questo blog vuole raccontare. Cercandone di interpretare i pensieri, di raccoglierne le idee... E di leggere l'attualità con gli occhi di chi non dimentica il passato e la babele del Vecchio Continente. Ma vuole costruirne il futuro. In un caffè, s'il vous plaît.
Translated from So sehen wir das: die Eurogeneration