I luoghi della Torino post-industriale: da fabbriche a poli culturali PARTE II
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La nuova anima underground della città
Continuiamo il nostro viaggio per le periferie della città con altri 5 luoghi che un tempo sono stati fulcro della produzione industriale torinese e che ora sono centri di ricreazione e produzione di cultura. Vi siete persi la PARTE I? Rimediate subito qui.
CAVALLERIZZA
Scuderie reali nell’800, il complesso della Cavallerizza in pieno centro (proprio dietro la Mole Antonelliana) è stato poi acquistato dal Comune di Torino che lo ha affidato al Teatro Stabile perché lo trasformasse in polo culturale. Patrimonio UNESCO, è stato per molto tempo luogo di rappresentazioni teatrali, ma sta ora attraversando un periodo buio: per mancanza di fondi è stato venduto al miglior offerente che, a quanto pare, vorrebbe farci un hotel. I torinesi non ci hanno pensato due volte a protestare, ed è nato un collettivo in difesa della Cavallerizza Reale, che tuttora la occupa e organizza al suo interno eventi culturali. Se volete, potete contribuire firmando la petizione per fermare l’orrore.
PARCO DORA
Il Parco Dora è l’esempio di parco post-industriale: dove c’era il cemento ora c’è l’erba. Situato nell’area di Spina 3, dove fino agli anni 90 sorgevano i grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin, prende il nome dal fiume che lo attraversa, la Dora Riparia. Utilizzato dai torinesi per il jogging o il riposo domenicale, presenta ancora i segni del suo passato industriale: campeggiano alti pilastri rossi appartenuti al capannone dello strippaggio, la torre di raffreddamento che è diventata l’elemento distintivo del parco, e le vasche di decantazione sono state trasformate in giardini acquatici. Notevole inoltre il magnifico murales dedicato a Bobby Sands, tra boccali di birra, cappelli irlandesi e croci celtiche.
MANIFATTURA TABACCHI
L’ex Manifattura Tabacchi di Corso Regio Parco, nella periferia nord, un tempo Regia Fabbrica del Tabacco e maggiore realtà produttiva cittadina, negli anni 90 ha iniziato il suo declino e ora, dopo un periodo di abbandono, è diventato centro immatricolazioni dell’Università di Torino, con un restyling completo. Tuttavia, il fascino di Torino è che anche quando i luoghi vengono rimessi a nuovo non brillano di finto splendore ma rimangono sempre un po’ decadenti. E ci piacciono così.
FONDERIE LIMONE
Le Fonderie Limone non si trovano proprio a Torino ma a Moncalieri, una provincia alle porte della città. Un tempo opportunità di lavoro per molti cittadini, dagli anni ‘90, dopo la loro chiusura, si sono trasformate in “fabbrica delle arti” e luogo di produzione teatrale, grazie al rapporto di collaborazione con il Teatro Stabile, diventando un polo unico nel suo genere in Italia, aperto alla progettazione e all'elaborazione delle idee al servizio di tutti.
VILLAGGIO LEUMANN
Il villaggio Leumann si trova invece nella provincia di Collegno. Va assolutamente citato in questa lista perché in pochi sanno della sua esistenza (torinesi compresi) ma è così bello che merita almeno due righe. Costruito alla fine dell’800 da un illuminato imprenditore di origine svizzera, Napoleone Leumann, questo caseggiato ospitava le fabbriche e le abitazioni degli operai. Tuttavia, il villaggio era molto di più di un nucleo residenziale annesso a un’industria. Costituiva bensì un'area in cui lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali erano strettamente connessi fra loro, formando un contesto socialmente evoluto ed efficiente. Gli svizzeri ci sanno fare. Oggi solo il nucleo residenziale è rimasto intatto, ma ciò che è mirabile è lo stile e l’architettura del villaggio, in quel puro stile elvetico che a Torino non si è mai visto e non si vedrà mai.