I liberali, caduta libera molto probabile
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Mauro MorabitoI Liberali non possono certo lamentarsi del quinquennio europeo 2004-2009, ora che sono riusciti a strappare un posto anche nel governo sloveno, assieme alla coalizione socialista. Ma il futuro non si prospetta altrettanto roseo.
Le elezioni europee si avvicinano inesorabilmente, ed è arrivato il momento di fare un bilancio dei grandi partiti europei. Sebbene il quinquennio 2004-2009 sia stato caratterizzato da una predominanza dei conservatori del PPE, la vera success story degli ultimi tempi ha come titolo “ALDE-liberali”. Innanzitutto sono riusciti a ottenere un numero di seggi record in Parlamento, con ben 102 eurodeputati. La loro presenza è poi considerevolmente aumentata nei governi di vari paesi nordici come Danimarca, Svezia, Finlandia e Estonia, ossia in una regione che li ignorava da quarant'anni. E, ciliegina sulla torta, sono riusciti ad avere ben 9 Commissari (su 27!) a capo delle varie DG della Commissione. Cifra straordinaria, se si considera che in Parlamento hanno solo il 13% dei seggi.Ma la crisi complicherà le cose
Ormai che i liberali hanno conquistato il loro posto al sole nella coalizione slovena, ci si potrebbe aspettare un trionfo europeo su tutta la linea. Ma i segni di un incipiente declino sono per tanto ben visibili. Il loro discorso politico in Europa è sulla difensiva, a causa della crisi finanziaria provocata dalla mancata regolamentazione dei mercati. Come risultato li si sente parlare molto di più di ecologia e regolamentazione, piuttosto che di mercato libero e responsabilità individuali. Ma, se ci soffermiamo un attimo a riflettere, queste sono parole chiave che siamo abituati a sentire in bocca ad altri partiti e orientamenti. Considerato che in politica di solito le fotocopie non funzionano, è possibile arrischiarsi a prevedere che i Liberali alle prossime nazionali subiranno perdite considerevoli?
Parliamo qui delle elezioni di Romania, Germania, Bulgaria e Regno Unito. Ma in primo luogo delle europee, dove saranno confrontati con un panorama non certo confortante. Ed è per questo che nei corridoi di Bruxelles si sente dire dai responsabili del partito che se riuscissero a riconquistare i 102 deputati del 2004 il loro successo sarebbe enorme. I pariti nazionali che compongono l'ALDE nel Parlamento europeo stanno perdendo peso nei loro rispettivi paesi, sopratutto in Francia e in Italia, fonti originarie di molti dei loro voti europei. In Francia, l'ex UDF di Valéry Giscard d’Estaing non lascerà molto in eredità al MODEM di Bayrou in termini di voti, dopo la ritirata di Giscard in persona. Nel Bel Paese Pannella e Bonino dei Radicali, così come la Margerita prodiana, si sono sciolti nel nuovo amalgama del PD italiano, alle prese con problemi di organizzazione interna. In Olanda, i liberali perdono peso di fronte al recupero socialista.
In ultimo il caso tedesco. In Germania, il liberale Guido Westerwelle può dirsi soddisfatto dell'entrata del suo partito nel governo bavarese, dopo 40 anni di opposizione. Ma non può certo sentirsi tranquillo. I sondaggi mostrano una che i voti si concentrano sui partiti della Grosse Koalition e sul giovane Die Linke, il nuovo partito di sinistra di Oskar Lafontaine. L'ultima speranza per i liberali? La sorprendente marea del FDP tedesco, che potrebbe addirittura arrivare al governo federale nel 2009.
Translated from Los liberales en posible caída libre