I giovani europei ricordano l'11 settembre
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Anna LodesertoSono trascorsi 9 anni dagli attacchi che hanno ucciso 2.752 persone, distrutto il World Trade Centre e danneggiato il Pentagono l’11 settembre 2001. Dall questa parte dell’Oceano, la redazione di cafebabel condivide i suoi ricordi dell’evento che ha condizionato l’America e il mondo di oggi.
«Ho lasciato la mia sorellina all’asilo e acceso la TV per vedere il primo aereo colpire le Torri Gemelle. Non sembrava un film catastrofico della programmazione pomeridiana; ogni canale britannico trasmetteva la stessa immagine nel momento in cui mia madre arrivò di corsa per guardare le immagini, a bocca aperta. L’11 settembre resta una data importante per noi, perché come famiglia britannica musulmana percepiremo sempre in modo più forte la traccia di orrore dietro l’estremismo islamico di un simile atto. Era un evento precursore delle quattro bombe che hanno devastato e ucciso 52 londinesi il 7 luglio 2005 e hanno rinforzato non soltanto le nostre leggi antiterrorismo, ma anche la nostra diffidenza».
Nabeelah Shabbir 26 anni, Regno Unito
«Io ero sulla spiaggia con gli amici, godendomi le ultime giornate estive prima di iniziare il mio primo anno all’università. Mia madre mi chiamò; un aereo aveva colpito le Torri Gemelle. Io ho pensato si trattasse di una notizia di poco rilievo, un altro incidente aereo. Quando si schiantò il secondo aereo, lei mi richiamò. Io non riuscii a vedere nessuna di quelle immagini prima di sera, ma fu talmente sconvolgente come sarebbe stato vederle dal vivo. Era l’inizio della Terza guerra mondiale? Stavamo reagendo in maniera eccessiva, ma la portata degli attacchi segnava un cambiamento. Tutto sembrò essersi calmato, eravamo tornati alla normalità. Ma la mattina dell’11 Marzo 2004, tre anni fa, mia madre mi chiamò per riferirmi di un attacco ad alcuni treni a Madrid. Sfortunatamente, l'11 settembre non era l’ultimo attacco del quale avremmo avuto notizia».
Pedro Picón 24, Spagna
«Ero sconvolta. Ero appena atterrata a Dijon per iniziare il mio anno di scambio universitario all’estero, e non avevo ancora né radio, né TV o telefono in casa. Ero andata ad una cabina telefonica nella ribollente rue Berbisey per dare qualche notizia alla mia famiglia sulle mie prime impressioni in un paese straniero. Mio padre, di solito, è una persona tranquilla e normalmente parla con un tono di voce basso e molto calmo, ma non l’avevo mai sentito farfugliare così velocemente. Abbiamo finito per passare due ore all’interno del grande magazzino Fnac che era a cinque minuti di distanza. Lì stavano proiettando ripetutamente le immagini inverosimili su un enorme schermo al plasma. Di ritorno a casa, la “Guerra al terrore” non aveva realmente influenzato la mentalità tedesca. L’allora cancelliere, Gerhard Schröder, si oppose alla guerra in Iraq e strumentalizzò questa posizione in vista delle vicine elezioni. Tuttavia, due valigie-bomba furono trovate a Coblenza e a Dortmund in 2006. Da allora, il sistema di sicurezza dell’intera Repubblica federale è stato intensificato. Le nuove leggi antiterrorismo hanno introdotto la legge per la conservazione dei dati, i passaporti biometrici nel 2007 e un costante stato di sorveglianza. Questo mi ricorda che quest’anno dovrò rinnovare il mio passaporto e fornire per la prima volta le mie due impronte digitali...».
Katharina Kloss 28, Germania (abita in Francia)
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Translated from Young Europeans remember 9/11