I giovani di Tel Aviv: crediamo nella pace, non nella politica!
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A ottobre, quando avrà compiuto 22 anni, terminerà il servizio militare. Si chiama Daniel, è nato e vive a Tel Aviv, ma soprattutto ha le idee molto chiare. Obama e i sogni della sua generazione, la pace e la politica, il rapporto con i palestinesi e quello tra la Turchia e l’Europa: finalmente un racconto diverso, una voce spontanea, lontana dagli stereotipi veicolati dai media.
cafebabel.com: Il presidente americano Barack Obama ha dichiarato di voler mettere fine al conflitto in Medio Oriente entro un anno. Cosa ne pensi?
Daniel: Guarda (ride, ndr)… avrei mille frecce avvelenate da scagliare contro di lui. Quel che è certo è che non è il mio presidente e che la pace non arriverà grazie a lui. Credo che la stampa abbia dato troppa risonanza a questa affermazione. Ed è ridicolo. Obama ha fatto tantissimi errori. È stato lui a danneggiare il processo di pace in Medio Oriente. Ha messo la questione dei coloni al centro dei problemi, ma i palestinesi non hanno mai preteso la cessazione della costruzione dei coloni come condizione per sedere al tavolo della pace. Obama vuole recitare la parte del mediatore, ma da 2 anni siamo a 0. Il vero problema è l’Iran. E lui non vuole combatterlo. Quando l’Iran avrà la bomba atomica, tutto il medio oriente cambierà. Quel paese è l’incubo di tutti noi, di tutto il medio oriente. Lo hanno già detto più volte, inseguono il sogno di un grande regno iraniano e intendono eliminare Israele dalla carta geografica.
cafebabel.com: Il Time ha scritto che voi israeliani non credete più nella pace, né nella politica e lo scrittore israeliano Ron Leshem che siete dei ragazzi senza sogni, senza speranze per il futuro. È così?
Daniel: Beh… questa affermazione mi sembra un po’ strana. Non conosco una sola persona che non abbia i propri sogni. È vero che la vita ha reso noi israeliani più maturi. Abbiamo perso un po’ di ingenuità, di innocenza. Siamo più cinici, non posso negarlo. Ma siamo ragazzi e come tutti gli altri abbiamo i nostri sogni. Dopo tanti fallimenti non è facile per noi credere alla pace. Ormai i politici si sono appropriati di questa parola e l'hanno svuotata. La pace vera può arrivare solo fra di noi, se davvero la vogliamo. Da noi cittadini. La politica al massimo può contribuire alla firma di alcuni trattati, ma non può fare nient’altro.
cafebabel.com: Tu credi nella pace, ma sei un soldato. Se per caso dovessi rifiutarti di fare il servizio militare, quali sarebbero le conseguenze?
Daniel: Innanzitutto vorrei dirti che credere nella pace e fare il soldato non sono due cose in contraddizione. Coloro che si rifiutano, sono purtroppo costretti a pagarne le conseguenze: arresto e detenzione per qualche settimana. All’epoca dei miei genitori, scegliere di non fare il servizio militare era considerata una vergogna. C'erano, e, in verità, ci sono ancora oggi, degli artisti che per questo motivo si sono trascinati addosso una croce. Ora il rifiuto è più diffuso. Siamo più critici nei confronti della chiamata alle armi. Devo ammettere, però, che l’esercito fa parte della nostra vita. Dopo il liceo si fa una breve vacanza e poi tutti al militare. È normale per noi, non ci poniamo neanche la domanda. È come andare all’università. Tante volte però mi sono chiesto: se non fosse obbligatorio, lo farei? E la risposta è sempre stata no.
cafebabel.com: Il ministero dell’istruzione israeliano ha annunciato l’insegnamento obbligatorio della lingua araba a partire dalla quinta elementare. Cosa ne pensi?
Daniel: Io conosco l’arabo. È una lingua bellissima. Al liceo l’ho preferito al francese. Non averlo imparato è davvero un enorme peccato per noi israeliani. Tante cose si sarebbero risolte. L’arabo è la lingua del medio oriente: molti dei nostri nonni, che arrivavano dai paesi arabi, lo parlavano. Sono d’accordo che sia obbligatorio impararlo. Io, avendo la possibilità di leggere e di guardare la televisione araba, ho potuto capire che lì non c’è solo il terrorismo, ma una tradizione ricchissima. Conoscerlo è una fortuna. Ti permette di leggere i cuori che sono dall’altra parte.
cafebabel.com: Tuttavia, il sito del quotidiano di Tel Aviv Haaretz ha pubblicato un sondaggio secondo cui il 50% degli ebrei tra i 15 e i 18 anni non vuole far parte di classi con studenti arabi. Lo sapevi?
Daniel: Sì, lo sapevo. E tutto ciò mi rende molto triste. Il problema è che abbiamo paura gli uni degli altri. Certo non sempre questa paura è giustificata. Se provi a chiedere ad un arabo di concedere la mano di sua figlia ad un israeliano, sono sicuro al 100% che dirà di no! Ecco, vedi? Se noi conoscessimo l’arabo, potremmo sconfiggere questa paura. Mi dispiace che esista questo muro. E tanti, come me, sperano che le cose possano cambiare, soprattutto per quelle persone che vivono lontani dalle grandi città, le persone un po’ più semplici, per le quali la paura è vissuta in maniera ancora più amplificata.
cafebabel.com: Secondo quanto riportato dal quotidiano Yediot Ahronot, un detenuto minorenne ha dichiarato che un soldato israeliano ha tentato di abusare sessualmente di lui di fronte a dieci ufficiali, i quali si mostravano divertiti della scena. Ti è mai capitato di assistere ad una scena del genere?
Daniel: Guarda, preferisco credere che non sia vero. E se è vero, questi militari devono essere arrestati perché non fanno parte del mio mondo, di ciò che conosco. Devo dire che, purtroppo, queste cose accadono un po’ dappertutto. Questi non sono uomini, sono animali. A questo proposito voglio raccontarti un altro fatto. La famiglia di un ragazzo arabo palestinese, che conosco, dopo aver scoperto che è omosessuale, voleva ammazzarlo. Lui ha iniziato a chiedere aiuto a destra e a manca. Alla fine è fuggito e dei soldati israeliani lo hanno aiutato. Purtroppo si parla solo delle cose brutte. Come ad esempio di quella ragazza soldato israeliana che ha postato su Facebook le foto degli ostaggi con lei sorridente. Mi fanno schifo queste persone. Sono loro che rovinano tutto e che danno un’immagine negativa degli israeliani e dell’esercito. Qui, da quando sono militare, ho imparato l’esatto contrario.
cafebabel.com: La Turchia è favorevole alle modifiche costituzionali che l’avvicinerebbero all’Europa. Come sono i rapporti tra Israele e Turchia? Pensi che i turchi siano davvero interessati ad entrare in Eu?
Daniel: Secondo me, se la Turchia vuole far parte dell’Europa, deve cambiare totalmente. Il paese purtroppo va verso l’Iran, va verso l’Islam. La sua strada verso l’Europa è lunghissima. Noi eravamo molto amici dei turchi, anche perché Israele li ha aiutati tanto, inviando i suoi soldati in soccorso delle zone colpite dal terremoto, qualche tempo fa. Ma ora la tv è piena di programmi antisemiti. Purtroppo l’Islam è questo. Secondo me, l’Europa, con il suo livello di democrazia, è tutta un’altra cosa. E deve stare attenta alla Turchia. La voglia di entrare nell'Eu è solo una scusa.
Foto: (cc)Nick Bygon/flickr; (cc)Christopher Chan/flickr; (cc)Oxfam Italia/flickr; video: GigiRoccati/YouTube