Hozier: la parola di Dio contro la Chiesa
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Silvia GodanoIl gigante dublinese Andrew Hozier si esibisce ormai di fronte a moltissime persone. Proprio perché non è credente, si confronta in maniera intensiva con la dottrina della Chiesa cattolica. In questa intervista scoprirete come interpreta il Rock n' Roll.
Cafébabel: È passato poco tempo tra l'interruzione degli studi a Dublino e il tuo attuale successo. La popolarità ti rende nervoso?
Hozier: Il periodo a cui fai riferimento è durato più di tre anni. Non lo definirei un periodo breve. Per me, è stato un tempo piuttosto lungo e molto tranquillo. Ho fatto qualche spettacolo, avevo qualche sostenitore e ogni tanto ho anche registrato qualcosa con alcuni produttori, ma non ne è venuto fuori niente: si tratta di una storia piena di inizi mediocri. Le cose che facevo non mi rendevano felice, così ho provato e riprovato cose diverse tra loro. Quando ho inziato a registrare per conto mio, è finalmente venuta fuori una cosa come Take Me to Church.
Cafébabel: Nelle tue canzoni si rintracciano parecchi riferimenti al cristianesimo. Come sei approdato a questo tema?
Hozier: Non sono una persona religiosa, ma mi servo molto del linguaggio della Chiesa. In alcune canzoni faccio riferimento alla Bibbia. Il fatto è che mi interessano il Gospel e la musica di chiesa e uso semplicemente la lingua della Chiesa per fare dichiarazioni sulla Chiesa stessa. Affronto il concetto di peccato, sul quale non sono d'accordo. Quello che faccio, in sostanza, è usare quel linguaggio contro la Chiesa stessa.
Hozier - Take me to church
Cafébabel: Cosa non ti piace del concetto di peccato?
Hozier: È un concetto creato dall'uomo. L'organizzazione ecclesiastica gioca il ruolo del vice di Dio: sembra una cosa piuttosto stupida. Soprattutto perché si tratta di un'organizzazione che insegna agli uomini che si devono vergognare dei loro bisogni naturali. Io lo trovo terribile e penso che la Chiesa dovrebbe essere messa in discussione.
Cafébabel: Quando si viaggia, si acquisisce una nuova prospettiva sul luogo da cui si proviene. Come è cambiata la tua prospettiva sull'Irlanda durante il tour?
Hozier: Purtroppo, durante il tour non riesci vivere davvero i paesi che attraversi. Non respiri l'atmosfera di una città come se fossi un viaggiatore. E si percepisce poco anche delle diverse mentalità che s'incontrano. Guardare il mondo da un palcoscenico è come guardarlo da una finestra. Poi si sale di nuovo sul pullman. Vorrei trascorrere più tempo in posti differenti. L'Irlanda è una terra che viene spesso abbandonata. La sua storia è una lunga storia di abbandoni. Ogni volta che ritorno, però, riesco a guardare alla mia terra in un altro modo. È un luogo vero, dove torno sempre volentieri.
Cafébabel: Una vita "Rock n‘ Roll" è compatibile con lo stress e la pressione, che oggi ha un artista?
Hozier: Non così spesso come si crede. Lavoro tutti i giorni e quindi non ho giorni liberi. Dopo lo spettacolo ci facciamo qualche drink. Lo stile di vita Rock n' Roll significa, per me, sentirmi sporco quando mi siedo sul pullman e non potermi lavare troppo spesso. Mi esibisco e rilascio un sacco di interviste. La pubblicità è semplicemente qualcosa di pazzesco. Alla fin fine, non faccio festa così spesso.
Hozier - From Eden
Cafébabel: Non ti dà sui nervi questa parte del tuo lavoro? Tutto questo twittare,e postare su Facebook e Instagram?
Hozier: A volte sono semplicemente stanco e vorrei avere una settimana libera, nella quale nessuno mi possa contattare. Alcune cose sono piuttosto frustranti: le case discografiche sono abbastanza esigenti, bisogna essere sempre presenti su Twitter e Instagram. Non ci avevo pensato, quando me ne stavo a casa e facevo la mia musica. Ora, passo più tempo a rispondere alle e-mail, piuttosto che a fare musica. Non avrei mai creduto che questa parte del lavoro sarebbe diventata così maledettamente importante.
Cafébabel: Ho letto che sei un grande ammiratore di James Joyce.
Hozier: Non ho mai avuto l'energia necessaria per leggere l'Ulisse, ma mi sono piaciuti davvero tanto Gente di Dublino e Ritratto dell'artista da giovane.
Cafébabel: Cosa ti affascina di queste opere?
Hozier: Già solo la struttura delle frasi è eccezionale. Nel Ritratto viene descritto qualcuno che lascia l'Irlanda e va alla ricerca del proprio percorso artistico. Però, anche le favole oscure di Oscar Wilde non vanno sottovalutate.
Cafébabel: Cosa ti piace in particolare di Dublino, la tua patria?
Hozier: Vengo da un paesino a sud di Dublino, ma ho trascorso molto tempo in città, dove ho anche lavorato. Dublino è una città molto piccola, abbastanza piccola per conoscere le persone. Conoscere tutti può anche rivelarsi negativo: non puoi prendere in giro nessuno senza che se ne accorga. È una città schietta.
L'album Hozier uscirà a ottobre.
Il 17 Settembre Hozier sarà al KOKO di Londra.
Translated from Hozier: Gottes Wort gegen die Kirche