"Homo-imprenditore", made in Polonia
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Veronica MontiIl mondo delle start-up sta arrivando anche in Polonia. Cafébabel vi racconta la vita di chi è riuscito a creare un business di successo. Quale è la vita tipo di un giovane imprenditore polacco?
Nonostante la crisi abbia gravemente scosso le fondamenta europee, alla fine dello scorso anno in Polonia sono state registrate quasi 2 milioni di piccole imprese. Secondo il GUS (Centro statistico ufficiale polacco, ndr.), il 75% di queste attività non sopravviverà i prossimi 5 anni. Queste start-up accelereranno lo sviluppo dell'economia polacca, o sono soltanto illusioni che si dissolveranno lasciando dietro di sé tasche vuote e speranze tradite?
chi È l'imprenditore polacco?
Secondo Michał Juda di Showroom, la più grande piattaforma polacca che riunisce designers indipendenti e appassionati della moda, l'ecosistema polacco sta per conoscere una vera e propria rivoluzione guidata dalle start-up: "La Polonia è un paese di prima scelta per chi vuole mettersi in proprio. A farlo sono soprattutto le giovani generazioni, disposte a mettersi in gioco e aperte alle novità. Il mercato polacco è importante e ha un grande potenziale. È per questo che le imprese qui possono aver successo senza dover investire all'estero". Michał dirige Showroom insieme al suo amico Jasiek. Il progetto è nato per caso quando hanno accettato di aiutare delle stiliste a vendere le proprie creazioni on-line. I due amici hanno fatto i primi passi nell'ambito imprenditoriale al liceo, organizzando aperitivi nei tram di Varsavia. Nel gennaio 2014 sono apparsi sulla rivista Pierwszy Milion ("Primo Milione", ndt.) pubblicata da Forbes.
Ma si può davvero credere al governo quando presenta lo spirito imprenditoriale come un rimedio a tutti i problemi? Non sempre. Secondo Michał, la situazione "è migliorata negli ultimi anni", ma le procedure burocratiche restano inestricabili e il diritto fiscale non favorisce gli imprenditori. Lo stesso vale per ottenere dei finanziamenti per un progetto. Agli occhi dei fondatori di Zortrax, gli inventori della famosa stampante 3D – il successo commerciale del 2013 – la realtà dell'imprenditoria polacca non è così semplice: "Quando si tratta di aprire la propria attività, l’'essere polacchi' non aiuta. Gli americani crescono in un ambiente propizio dove si crea e si rischia: il crowdfunding e altre modalità di finanziamento si moltiplicano a tutta velocità. Ma è solo questione di tempo: la situazione migliora di anno in anno", spiegano.
Piotr Wieleżyński, che ha fondato Skrzynka z Pola ("la Cassetta dei Campi", ndt.) qualche mese fa, non ha la stessa opinione. Con la sua impresa, fornisce frutta e verdura di stagione delle fattorie che si trovano vicino a Varsavia alla gente della capitale. "Molti si lamentano della burocrazia, ma per noi è stato facile fondare la nostra società: abbiamo fatto tutto via internet. Abbiamo incontrato le autorità solo 3 volte e abbiamo aspettato al massimo 15 minuti", racconta Piotr.
Una vita da start-up
Ma com'è in realtà la vita quotidiana del nuovo imprenditore polacco? Piotr lavora anche in un'organizzazione non governativa e sa che le due attività diventerebbero incompatibili nel caso in cui la sua ditta dovesse avere successo. "La nostra attività funziona e i nostri clienti sono molto soddisfatti. D’altra parte, i limitati margini di profitto su frutta e verdura ci obbligano a fare delle economie di scala, e i soldi non arrivano subito", ammette. La sua impresa nasce da un’attitudine personale. "Ho sempre amato la buona cucina", racconta Piotr. "Durante i miei studi mi sono documentato sul tema dello spreco del cibo perpetrato dalle grandi imprese. Ho scoperto che i supermercati avevano degli accordi speciali con gli agricoltori, a causa dei quali tonnellate di cibo venivano sprecate durante il processo di produzione. Ho pensato che si sarebbe dovuto introdurre un sistema diverso".
Da Zortrax le cose vanno diversamente. Karolina Bołądź, responsabile della produzione, sintetizza la propria giornata così: "Siamo in rapida crescita, il che implica cambiamenti radicali e intere giornate in ufficio". Michał invece, ammette di avere difficoltà a separare la propria vita privata da quella professionale: "Quando hai una tua attività, ci pensi in ogni momento. Non puoi dimenticarla quando chiudi la porta dell'ufficio", aggiunge. Michał sta lottando contro la sua dipendenza dal lavoro che non fa bene né a lui, né alla sua azienda. Quando va in vacanza lascia il suo computer a casa. Con tutti i problemi del caso, non ha mai pensato di cambiare impiego: ha provato a lavorare come dipendente, ma il suo spirito imprenditoriale è troppo forte. Anche per Karolina l'opportunità di costruire qualcosa partendo da zero e seguendo le proprie idee vale più di ogni sacrificio.
Qual è allora la ricetta della perfetta start-up polacca? Sembrerebbe che gli ingredienti essenziali siano la determinazione, il lavoro assiduo e la capacità di scavalcare gli ostacoli burocratici. Solo il tempo però, potrà dirci se questi giovani imprenditori saranno anche in grado di diventare il motore dell'economia del futuro.
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