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Hermes. Linking network to fight sexual and gender stigma

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Napoli

AR­TI­CO­LO DI RA­MO­NA MON­TA­NA­RO

Ve­ner­dì 12 e 13 apri­le, si è te­nu­ta pres­so la Sala del Ca­pi­to­lo del Con­ven­to di San Do­me­ni­co Mag­gio­re la con­fe­ren­za fi­na­le del pro­get­to “Her­mes – Lin­king Net­work to fight Se­xual e gen­der Stig­ma”.

La due giorni ha concluso un progetto organizzato dal Dipartimento TEOMESUS dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Universidad Complutense de Madrid e l’Univeristy college Dublin.

Il 17 maggio si festeggia l’International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia (IDAHOBIT). La ricorrenza è stata promossa dall’Unione Europea a partire dal 2007.

Questo piano di ricerca, il cui sviluppo è stato possibile grazie ai finanziamenti europei nell’ambito del programma Daphne III, è iniziato nel 2011 ed è orientato a combattere  la violenza contro le donne e il mondo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender ).

Supervisionato dal Prof. Paolo Valerio, responsabile del Dipartimento Neuroscienze della Facoltà di Medicina, e coordinato dalla Prof.ssa Annalisa Amodeo, psicologa clinica e docente presso la Facoltà di Psicologia, il progetto Hermes ha da sempre avuto come suo obiettivo principale quello di riunire persone differenti per dialogare su un tema delicato quale l’odio di genere. Tante le associazioni e le scuole che hanno partecipato, presentando idee e testimonianze sulle modalità più efficaci per affrontare tale tematica.

La conferenza, patrocinata dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli, ha purtroppo però registrato la defezione di alcune realtà campane che non hanno condiviso le finalità dell’evento. “Abbiamo affrontato molte resistenze– racconta la professoressa Amodeo – associazioni che non hanno voluto dare il loro patrocinio, quasi per non sporcarsi le mani.  – aggiungendo poi - Ma io mi chiedo: perché dobbiamo parlare di differenze, non possiamo valutare le somiglianze?”.

Tanti i momenti di condivisione, confronto e riflessione su argomenti delicati quali ad esempio l’omosessualità, ancora un taboo per molti, scaturiti spesso in idee concrete come quella di creare una nuova progettualità scolastica che presti maggiore attenzione al monitoraggio di fenomeni come il bullismo.

Il 25 novembre si festeggia la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. L’edizione del 2012 ha visto la partecipazione di tutte le principali città italiane al progetto “Zapatos Rojos”. 114 paia di scarpe rosse, uno per ogni donna uccisa dall’inizio dell’anno in Italia.

Irlanda: uno stato fortemente conservatore e religioso

Come racconta Katherine O’Donnel, dell'University college Dublin, con la riforma scolastica sono state introdotte delle regole anti bullismo. La situazione, tuttavia, resta piuttosto delicata. Senza dimenticare che nel 1990 fu debellata l’omosessualità, persiste la tradizione per cui quasi tutte le scuole sono legate ad una confessione religiosa.  Il 96% delle scuole irlandesi è di confessione cattolica, mentre solo l’1.39% è di tipo Educate togheter sector. Attualmente non esiste, quindi, una scuola laica.

È chiaro quanto in una situazione simile, introdurre progetti contro l’omofobia, come l’attuale governo si sta impegnando a fare, risulti difficile. Tuttavia sono diverse le associazioni ed i gruppi che si sono formati per lavorare su temi importanti come l’uguaglianza e la mappatura di attività associative del mondo LGBT. The Equality Autority (EA), The Irish Human Right Commission (IHRC), The equality Rights Alliance (ERA), sono solo alcune delle reti irlandesi.

Importante e innovativo inoltre, è il lavoro del governo per coinvolgere le scuole confessionali verso una maggiore apertura verso il mondo LGBT; il sistema di riforma scolastico proverà a portare presto  cambiamenti storici, e ad una maggiore apertura anche per quanto riguarda il pluralismo religioso. Tale scelta è stata fortemente condizionata dall’Unione Europea e dal dibattito sul  web.

Spagna: una situazione diversa da quella che immaginiamo

La Spagna è conosciuta come lo Stato più emancipato d’Europa dal punto di vista dei diritti civili, compresi matrimoni omosessuali e adozioni. Tuttavia la testimonianza di Raquel Lucas Platero dell’Universidad Complutense de Madrid, ha sollevato una questione piuttosto delicata: il cambio del sesso e d’identità all’anagrafe. La legge sul cambio del sesso fu approvata nel 1983, successivamente nel 1987 fu concessa anche la possibilità di cambiare il proprio nome.

A seguito di un forte movimento da parte di giovani Trans, solo nel 2007 è stata semplificata la procedura, ma esiste tutt’oggi, quel che viene percepito come un grosso problema: il divieto di cambio del sesso fino ai 18 anni.

La sanità spagnola non lavora con i giovani, per questo motivo Platero, con il progetto no conforming gender, ricerca i giovani adolescenti e i loro genitori che vivono questo tipo di disagio. Sono tante le testimonianze portate durante la conferenza di ragazzi che da subito hanno compreso la loro sessualità, ma che purtroppo si sentono limitati nella loro espressione.

Italia: tante città virtuose

L’Italia è indietro anni luce. Tuttavia, le singole città e le associazioni sul territorio si battono da anni per ottenere collaborazione da parte dello Stato per fare qualcosa di utile per il mondo LGBT. L’opinione sociale italiana è comunque col tempo molto cambiata.

Per cooperare e far rete, come ha raccontato Fabio Corbisiero di Arcigay Napoli, è stata creata la Rete Ready, di cui fanno parte tutte le città che per servizi e diffusione sociale, risultano virtuose nella tolleranza del mondo omosessuale. Napoli ne fa parte

Torino, Roma, Milano, Palermo, Udine sono solo alcune delle città che hanno deciso di far parte della Rete Ready.

Un progetto importante, sviluppatosi proprio a Napoli, è quello di AltriLuoghi. Finanziato dalla Fondazione col Sud e realizzato dalla Cooperativa Dedalus, in partenariato con Federconsumatori Campania,  Priscilla associazione di volontariato, MIT, Università degli Studi di Napoli Federico II e tanti altri tra università e associazioni. AltriLuoghi è un progetto sperimentale nato con l’obiettivo di favorire e predisporre servizi volti a rimuovere atteggiamenti di discriminazione di genere. È un consultorio ed un counseling psicologico, con un team di professionisti, nonché uno spazio di relazione ed informazione proprio per il mondo LGBT, in particolare per i transessuali.

Hermes chiama, le scuole rispondono 

Nel progetto sono state coinvolte scuole superiori, medie, elementari e materne. Ognuna di queste ha partecipato attivamente presentando un lavoro che descrivesse l’omosessualità.

Tanti gli spunti e le frasi che hanno colpito i partecipanti. “L’amore non è tra i sessi ma tra le persone”, così ha descritto l’omosessualità il Convitto Vittorio Emanuele di Napoli. Forse quello che più ha commosso è stato il lavoro dell’Istituto Paritario “All’avventura con Tizi”, che insieme ai bambini delle scuole materne ha rivisitato la favola di Cappuccetto Rosso analizzando gli stereotipi contenuti nel racconto e riformulandolo, cercando di uguagliare la mascolinità del lupo e la femminilità di Cappuccetto Rosso.

Per i festeggiamenti e i brindisi di fine lavoro, un concerto dell’Orchestra Bandita Sbandata.