Herman Van Rompuy: i miei primi cento giorni
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EsterDa cento giorni Herman Van Rompuy rappresenta l’Unione Europea, incastrato tra una ripresa economica che tarda ad arrivare e i negoziati burrascosi di sostegno finanziario alla Grecia. Dinnanzi al Movimento Europeo belga, l’ex Primo Ministro del Belgio ritorna sulla questione di una funzione ancora "lavori in corso" come ci riferisce Zoé de York di Cafebabel-Bruxelles.
Un’ora e mezza in compagnia dei membri del Movimento Europeo del Belgio. È tanto per un Presidente del Consiglio Europeo che partecipa a tanti eventi, alla ricerca di soluzioni per l’Europa. Il pubblico era composto dalla vecchia e dalla nuova generazione e dalla stampa: un pubblico familiare per Herman Van Rompuy.
Una posizione storica
La posizione del primo Presidente permanente del Consiglio Europeo è il risultato di una lunga storia. Van Rompuy ha ricordato i fatti che hanno segnato il passato (dai padri fondatori alla Convenzione Europea del 2002, attraverso i dubbi dell’inizio degli anni '70) prima di entrare nel vivo dell’argomento: l’istituzione della Presidenza permanente, vera e propria conchiglia vuota del Trattato di Lisbona. Le regole formali non sono tante: «Ho stabilito dunque contatti informali sin dall’inizio con il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso», che incontra tutte le settimane, insieme al Parlamento Europeo, «anche se non devo rendere conto a loro», e poi con l’Eurogruppo e con il Primo Ministro spagnolo, che assicura la presidenza di turno fino al primo luglio. Il primo Presidente permanente è anche venuto a presiedere, in maniera informale, il consiglio della zona euro. Quanto alla presidenza belga, la situazione in cui si trova il suo paese non gli sfugge di mano. L’ex Primo Ministro del Belgio si augura che la situazione si stabilizzi il più rapidamente possibile «non soltanto per gli interessi del Paese, ma anche per l’interesse europeo in generale».
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Foto: World Economic Forum/Flickr
Translated from Herman Van Rompuy: Les cent jours