Gli spagnoli in Marcia per la Dignità
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Roberta Minardi"Nel 2014 affrontiamo una situazione molto difficile, una situazione limite, di emergenza sociale, che ci chiama a dare una risposta collettiva ai lavoratori, ai cittadini e ai paesi”. Così recita il manifesto della protesta Marchas de la Dignidad contro la condizione infelice in cui vive la maggior parte della popolazione spagnola, invitata a unirsi alla voce unanime dei manifestanti.
All’inizio di marzo centinaia di persone di diversi paesi e città della periferia spagnola hanno cominciato a marciare verso Madrid. Disoccupati, pensionati, studenti, hanno dato inizio a una serie di peregrinazioni simultanee che si sono unite lungo il tragitto. Bisognava arrivare nella capitale il giorno 22 marzo, ma l’aspirazione di tutti era quella di raggiungere un unico obiettivo: la dignità, strappata via dalla corruzione e dalle politiche antisociali di austerità. Per questo, quattro premesse da cui partire: "no al pagamento del debito; no ai tagli; via i governi della Troika; pane, lavoro e tetto per tutti".
ragioni microeconomiche
Coloro i quali ragionano in termini strettamente macroeconomici forse riderebbero di fronte alle innocenti aspirazioni dei partecipanti alla manifestazione Marchas de la Dignidad. Non si può essere più ingenui. I debiti si pagano; dopo l’alta marea dello spreco arriva la bassa marea, che certamente è quella che soffoca con i suoi tagli e l’austerità; la globalizzazione è un processo socioeconomico ineluttabile e la Troika non è altro che lo stadio iniziale della stessa; pane, tetto e lavoro sono elementi sui quali trattare e speculare…
Ebbene, in termini microeconomici, della vita reale, della strada, delle mense sociali, spiegatelo, per esempio, a Cristina. È una donna anziana, residente nel quartiere madrileno di Carabanchel, che il 22 marzo osservava, seduta alla fermata dell’autobus, i manifestanti venuti da tutta la Spagna. Invece di camminare con la folla, partecipava seduta per problemi di salute: "Ogni giorno devo collegare alla corrente una maschera per l’ossigeno. Se la collego per tutto il tempo necessario, cioè 16 ore, non posso mangiare, perché devo pagare una bolletta troppo alta e quindi non mi posso permettere tre pasti al giorno", spiegava mentre passavano i manifestanti. “Essere vecchi non significa essere stupidi", diceva con dignità. "Sai perché in Spagna va così male?", domandava e rispondeva subito: "perché ci sono molti ladri. In carcere ce ne sono pochi, dovrebbero arrestarli tutti, si sono presi i soldi e ci hanno lasciato a mani vuote. Lo dico io, ma direbbero anche tutti gli altri". Questa è la ragione per cui si protesta contro il pagamento del debito e i tagli. Il denaro non lo ha sprecato Cristina, lo ha dilapidato la stessa casta politico-economica che impone le misure di austerità, la stessa che sta facendo cadere la Grecia nella miseria e la Spagna a seguire.
Riguardo coloro che hanno trascorso dei giorni interi a camminare e a diffondere questo messaggio in tutta la Spagna – le grandi, solitarie pianure al galoppo del poeta Alberti-, Cristina esprime un pensiero significativo: "non chiedono soltanto per sé, chiedono per tutto il paese". Effettivamente, i manifestanti provenienti da Alicante, Murcia, Siviglia, Estremadura, Aragona e Catalogna, dai Paesi Baschi e dalle diverse regioni della cornice cantabrica, da tutte le parti della Spagna, da tutti i luoghi che attraversavano, facevano proprie le rivendicazioni locali. In Castiglia-La Mancia, il gruppo di manifestanti provenienti dal litorale mediterraneo ha "assorbito" diversi attivisti locali che protestavano contro il fracking dovrebbe coinvolgere le terre di Don Chisciotte.
Tutte le maree si uniscono in una sola
Ma quella del fracking é soltanto una delle rivendicazioni locali che riguardavano la manifestazione. Abbiamo incontrato anche i lavoratori delle miniere delle regioni Asturiano-leonesi, braccianti dei campi dell’Andalusia ed Estremadura, la Marea Blanca del personale sanitario e quella Verde dei docenti, gli attivisti che si battono per la dignità dei disabili, gli attivisti della Plataforma de Afectados por la Hipoteca (PAH), che con altruismo cercano di evitare che gli indigenti vivano per strada, e persino la Marea Granate degli "esiliati", quei giovani che cercano in altri Paesi un futuro negato in Spagna. Tutti questi gruppi e molti altri hanno partecipato lo scorso marzo a una delle manifestazioni più affollate degli ultimi tempi. Si parla di 2 milioni di persone (rispetto all’inverosimile cifra fornita dalle autorità, ovvero appena 50.000). Diversi attivisti commentavano che l’evento del 22M un stadio successivo rispetto alle manifestazioni del 15M e le grandi piazze spagnole di tre anni fa, unite al grido di Democracia Real Ya.
Il 22 sera, alla fine della marcia, si sono verificati degli scontri tra la polizia e un gruppo di manifestanti, episodi strumentalizzati dalla casta dirigente per criminalizzare le proteste, imputando a centinaia di migliaia di partecipanti degli atti vandalici in realtà compiuti da una minoranza di non più di un centinaio di persone. E il bollettino finale racconta di circa 25 arresti e 65 feriti tra agenti e attivisti dopo qualche sommossa causata da un'irregolare retata della polizia. Tuttavia, e malgrado ciò, il primo passo dell’amministrazione è stato quello di annunciare sanzioni pecuniarie sproporzionate contro gli organizzatori dell’evento. Che tirino pietre o meno, sono tutti contro il sistema e meritano di essere repressi.
Ma la lotta per la conquista (o riconquista in questo caso) dei diritti fondamentali viene stimolata da qualsiasi forma di repressione e censura. Arcadio, attivista di Murcia, lo ha spiegato in questo modo: "durante una protesta in una banca, una signora ha accusato noi che manifestavamo di essere gli stessi che bruciavano i contenitori. Io le ho risposto che aveva un problema di coscienza, visto che la preoccupava di più vedere il fuoco in un contenitore che non un povero alla ricerca di cibo". I Def Con Dos cantavano con satirica amarezza che "è preferibile l’ingiustizia al disordine". Ma lo è davvero?
Tutti i contenuti sono stati raccolti dal gruppo Periodistas 22M, a cui appartiene l’autore del reportage.
Translated from Los pueblos de españa marchan unidos por la dignidad