Gli Interrail del futuro
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Da nord a sud, da est a ovest: entro il 2020 viaggiare per l'Europa sarà più facile e veloce grazie alla rete di trasporto TEN.
L’orizzonte temporale di riferimento è fissato al 2020. Per quella data tutti i progetti prioritari della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) dovranno essere completati. Un’Europa allargata a 27 Stati, per un'effettiva coesione economica e sociale, necessita di un sistema di trasporti e di una rete di infrastrutture più efficiente.
Trasporti più veloci e rispettosi dell'ambiente
Il progetto è ambizioso e assorbirà più di 600 miliardi di euro per costruire o completare una vasta e capillare rete di strade, autostrade, ferrovie, ferrovie ad alta velocità, aeroporti e “autostrade del mare”. Trenta opere sono già state identificate come prioritarie dalla Commissione Europea, ma la loro attuazione ha subito ritardi rispetto al calendario iniziale. Per riuscire a terminarle entro il 2020 – come si legge nella comunicazione della Commissione Europea del 21 marzo 2007 – dovranno essere investiti 160 miliardi di euro da qui al 2013. Ma alcuni progetti importanti sono già stati portati a termine o lo saranno entro quest'anno: si tratta del collegamento fisso dell´Oresund (Svezia-Danimarca, terminato nel 2000), dell'aeroporto italiano di Malpensa (terminato nel 2001), della linea ferroviaria della Betuwe (che collega Rotterdam alla frontiera tedesca, terminata nel 2007) e della linea ad alta velocità PBKAL (il TGV Parigi-Bruxelles/Bruxelles-Colonia-Amsterdam-Londra, che sarà terminata nel 2007). "I trenta progetti prioritari – si legge ancora nella comunicazione della Commissione – favoriscono modi di trasporto più rispettosi dell'ambiente e assorbono meno energia".
Niente più coincidenze perse
Gli “eroici” Interrail, già trascurati per i pratici voli a basso costo, diventeranno così un ricordo. O meglio, questi viaggi su rotaie non scompariranno di certo, ma saranno meno avventurosi del passato. Non dovremo più affrontare percorsi ferroviari labirintici, con lo zaino sulle spalle e l'ansia di perdere la coincidenza tra i repentini e numerosi cambi di treno. Nel futuro noi e i nostri figli potremo contare su assi ferroviari in grado di collegare linearmente e velocemente le principali città europee. La nuova Rail Baltica, per esempio, promette di collegare Varsavia a Tallin entro il 2016. Le circa otto ore necessarie a coprire il tratto Vilnius-Sokolka, eredità di un assurdo sistema sovietico basato su uno scarto nei binari alla frontiera, saranno drasticamente ridotte. Meno avventura ma più praticità.
La rete di trasporto transeuropea ricalcherà in parte i dieci Corridoi individuati negli anni Novanta a livello comunitario. Tra le direttrici più vaste, il cosiddetto Corridoio 5, che taglierà da est a ovest l’intera Europa, unendo Lisbona a Kiev (Ucraina). Un asse tra otto Paesi (tra cui Italia, Slovenia, Croazia e Ungheria) che integrerà autostrade e ferrovie e faciliterà gli scambi di persone e merci. E che dire del progetto dell’alta velocità nel sud-ovest europeo, che confluirà in buona parte proprio nel già citato Corridoio 5? Tra pochi anni ci si potrà forse spostare più rapidamente da Lisbona a Madrid, per poi proseguire verso Barcellona, scendere ad ammirare le opere di Gaudì, risalire e ripartire alla volta della Francia, direzione Montpellier e Nîmes.
La linea ad alta velocità tra Parigi e Mannheim, in Germania, trasporterà i primi passeggeri il 10 giugno 2007. Collegata a quest’ultima sarà la direttrice ferroviaria Parigi-Bratislava, prevista per il 2015: non sarà ad alta velocità, ma permetterà di unire la Francia alla Slovacchia passando attraverso la Germania e l’Austria.
Nei prossimi anni dovrebbe poi essere completato l’asse che collegherà Atene a Dresda, passando per Sofia, Budapest, Vienna, Praga e Norimberga. Altri collegamenti interesseranno i Paesi scandinavi, l’Irlanda e la Gran Bretagna, e le tre “capitali d’Europa”: Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo. Senza dimenticare gli assi ferroviari Lione/Genova-Basilea-Rotterdam e il Danzica-Varsavia-Bratislava-Vienna. E i numerosi progetti sulle “autostrade del mare” che potenzieranno il trasporto merci in Europa, permettendo un migliore collegamento con le aree più periferiche del Vecchio Continente. La rivoluzione dei trasporti è iniziata: tra 13 anni potremo misurarne successi e fallimenti, percorrendo le strade e i binari della nuova Europa.