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“Give food a chance”: rassegna di cinema culinario a Berlino

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Per la quinta volta la rassegna “Cinema culinario” del Festival del cinema di Berlino, ha richiamato l’attenzione sul rapporto tra film, cultura, cucina e ambiente. Con un mix di film sull’ambiente e sul cibo, menu di cuochi famosi e numerose manifestazioni pomeridiane, il motto del direttore Dieter Kosslick si diffonde: “Il cibo unisce le persone e le invita a riflettere sul mondo in cui vivono”.

Alcuni cuochi famosi, delle vere e proprie star, hanno avuto l’onore di vedere in anteprima i film in programma al festival, e ne hanno tratto ispirazione per i loro menu. Dopo il film Jiro Dreams of Sushi, un documentario su un piccolo ristorante sushi in una fermata della metro a Tokyo, gli spettatori hanno potuto gustare la tipica zuppa Misoshiru, gamberi e piovre, creata dal cuoco berlinese Tim Raue. Alcuni studenti hanno avuto l’opportunità di vedere il film Taste the Waste in cui veniva affrontato il problema dello spreco di cibo al giorno d’oggi, e successivamente hanno preparato un menu interamente con scarti di cibo. Dopo aver visto il film vincitore Tambien la lluvia, in cui Gael Garcia Bernal impersona un regista idealista diviso tra problemi d’ordine morale e problemi finanziari legati alla produzione del suo film, il cuoco Thomas Kammeier si chiede di conseguenza: “Che cosa dovremmo cucinare dopo 500 anni di oppressione?”.

Tambien la lluvia mostra la battaglia degli abitanti di Cochabamba contro la privatizzazione dell’acqua e il conseguente aumento dei prezzi del 300%, nel 2000. Il regista riesce a toccare nel profondo l’animo dei cinefili, soprattutto a fine proiezione quando gli spettatori hanno potuto gustare antipasti come la “quinoa, patate e chili”, primi piatti come il “maialino al latte caramellato” su fagioli al coriandolo, uvetta e salsa piccante, e per dessert una “trilogia della Bolivia selvaggia” (varietà di cioccolato). Quante persone hanno dovuto morire per poter ricreare un appuntamento del genere?

Alla modica cifra di 59, la sensibilizzazione al buon cibo è stata riservata a chi poteva permetterselo.

Gli spettatori particolarmente scossi possono rilassarsi durante il pomeriggio, all’ora del tè, quando vengono presentate alcune discussioni. Karen Duve, che da dieci anni ha rinunciato completamente a carne, uova, latte e patate, ha letto alcune parti del suo nuovo libro Anständig essen (lett. Mangiare onestamente) e ha discusso con il suo collega Harald Lemke sull’etica del mangiar carne.

Carlo Petrini, padre del movimento Slow Food, ha invece posto l'accento sulla consapevolezza del mangiar bene. Nel suo libro Terra Madre, l’autore racconta come è nato il network di produttori alimentari, commercianti e consumatori in 163 paesi, per promuovere una cultura dell’alimentazione e una produzione sostenibile e per riconquistare la sovranità alimentare.

Al centro delle proiezioni del tardo pomeriggio ritroviamo le tematiche sociali e ecologiche. The Pipe di Risteard O‘Domhnaill presenta la battaglia dei pescatori irlandesi contro la costruzione di un gasdotto. Il film svizzero Unser Garten Eden, del regista Mano Khalil, è un affresco sui piccoli orti di Zurigo. L’olandese Hans Dortmans ha voluto rappresentare il rapporto tra i macellai e i maiali in Divine Pig. Le Quattro volte, dell’italiano Micheangelo Frammartino racconta la storia di un pastore ammalato e delle sue capre in un paesino in Calabria, concentrandosi su elementi come il legno, il fuoco e il vento. Infine il lungometraggio giapponese Meshi to Otome (Food and the Maiden) del regista Minoru Kurimura si occupa con delicato humour dei disturbi alimentari di tre coppie.

La Berlinale è un festival del cinema in cui i temi politici trattati hanno sempre un grande seguito. Alimentazione, produzione alimentare e consumo sono solo alcuni aspetti delle tematiche trattate dai film presentati. La rassegna “Cinema Culinario” rispecchia il graduale sviluppo della Berlinale a evento di ampia portata. Al festival non si parla solo film e delle loro tematiche, si tratta per lo più di impostare uno stile di vita corretto ed ecologico e gli spettatori sono disposti anche a pagare qualcosa in più per cene, degustazioni di vini o presentazione di libri. Purtroppo però poco spazio è stato dedicato al dibattito e alla critica cinematografica. Inoltre ci è sembrato che la rassegna “Cinema Culinario” fosse indirizzata esclusivamente a buongustai, gourmet e appassionati di vino, in grado di concedersi qualcosa di diverso. Il biglietto di 59 euro, non era infatti accessibile a tutti.

Photos : Tambien la lluvia ©Berlinale; Cinema culinario ©Katarzyna Swierc; Videos: (cc)Youtube

Translated from "Give Food a Chance": Kulinarisches Kino auf der Berlinale