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Giovani e assicurazione sanitaria: quello che ci separa

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Translation by:

Francesca Festa

CheersSocietyIstruzione

25 anni compiuti e suona come un campanello d’allarme: è l’ora di preoccuparsi della propria assicurazione sanitaria (mutuelle). Simbolo del passaggio difficile all’età adulta, scegliere un’assicurazione sanitaria spaventa molti giovani in Francia. Non mi distinguo quindi dalla massa. Benvenuti nei meandri di un’esistenza piena di procrastinazione, di calcoli e di pressione materna.

« Cosa? Non ce l’hai? Non puoi restare così. Devi assolutamente prenderne una. » Una domenica per di più, quando avevo finito di studiare e mi ero trasferita saltando tutto d’un passo nella vita attiva. E per mia madre, l’urgenza non consisteva nel trovare un contratto a tempo indeterminato, nemmeno trovare un marito, ebbene sì, una assicurazione sanitaria. Perchè, « comprendimi, qualora ci sia un incidente, potremmo pagarne tutta la vita.». Sono giovane e piena di desideri. Spendere i soldi per una assicurazione sanitaria complementare non è tra le mie priorità. Ma sono anche giovane e piena di dubbi. Allora decido di fare piacere a mia madre e mi reco alla mia vecchia assicurazione che mi copriva tramite il contratto a nome di mio padre. “Ecco le nostre offerte, a partir da 27 euro al mese, per una copertura di base”. Non sono pronta. Quest’ambiente da nomenclatura non fa altro che venir voglia di fuggire a gambe levate. Allora appoggio il dépliant tra l’orchidea e il calendario dell’avvento. E, aggrappandomi al furore del vivere, parto senza voltarmi.

Pronto ? Mamma radical chic

A quanto pare non sono la sola. In Francia, i giovani dai 20 ai 29 anni rappresentano la categoria sociale meno protetta da una assicurazione sanitaria complementare. Le cause ? La situazione di precarietà, dei bisogni in termini di cure meno impellenti e una disconoscenza del sistema. Nel 2018 in Francia, l’integralità degli studenti è passata sul regime generale della cassa malattia, approfittando del passaggio da una protezione sociale gratuita, invece dei 200 euro che dovevamo pagare in precedenza ad inizio anno. Dato che non devono più iscriversi, né scegliere tra organismi diversi, gli studenti si pongono sempre meno il problema della copertura sociale. In molti, infatti, continuano a non fare distinzione tra previdenza sociale e assicurazione complementare. La spiegazione non è finita. Una volta terminati gli studi, molti giovani attivi non affrontano la questione, per scelta o per necessità. Nonostante, come me, prendano un volantino, sorridano e facciano marcia indietro.

Impegnarsi a pagare una tariffa fissa al mese per dei bisogni “ipotetici” non attira, soprattutto quando i mezzi sono pochi. Soprattutto se consideriamo che i prezzi non hanno smesso di aumentare negli ultimi anni. Di conseguenza, tra il 2006 e il 2007, le spese sanitarie sono aumentate del 30%. Invece di pagare il mio medico di base 20 € come 10 anni fa, ora ne pago 25€. Nel frattempo, le tariffe ospedaliere sono aumentate ulteriormente di 2€ nel 2018.

Nel 2017, Thierry Beaudet, Presidente della Mutualité francese diceva in una intervista agli Echos: “_Sul lungo periodo, [gli aderenti] assistono all’aumento dei loro contributi, legato all’aumento delle spese pubbliche in materia di sanità. Questi ultimi anni, questo aumento rappresenta circa 400 milioni di euro l’anno di rimborsi aggiuntivi da parte delle assicurazioni sanitarie”. Inoltre, nella sua promessa in campagna elettorale, Emmanuel Macron aveva espresso il desiderio di poter far rimborsare al 100% occhiali, dentiere e apparecchi acustici per tutti, entro il 2022. Anche se non rientrava tra i desideri principali del governo Macron, i contributi aumentano fatalmente e seguono la tendenza generale al rincaro che vivono ormai da parecchi anni.

Difficile in mezzo a tutto ciò, cogliere la vera anima dell’assicurazione sanitaria. Dato che diversamente dalle imprese tradizionali, le assicurazioni sanitarie non hanno né capitale né azionari. Sono gestite dai loro aderenti, che sono rappresentati da dei volontari. Per dirla in altri modi, non sono state create per fare profitto, ma per condurre “un’azione di previdenza, solidarietà e aiuto reciproco”, secondo il codice della Mutualité. E bisogna soprattutto assicurarsi che la propria mutuelle sia davvero esistente, e che non si tratti di una classica assicurazione che abusa del nome mutuelle.

Protezione minima

Tra i banchi universitari, le preoccupazioni sono altrove. Di fronte al costante aumento dei prezzi, gli studenti che sono coperti dai propri genitori, non hanno per forza la voglia di sacrificare una parte del loro budget, già per nulla copioso. Soltanto per coloro che consultano degli specialisti regolarmente, allora in questo caso l’assicurazione sanitaria è indispensabile. Per loro, la scelta consiste di solito nell’offerta meno cara. « Mi ero abbonata alla mia assicurazione sanitaria. Pagavo 25 € al mese. Ma quando la mia vista è peggiorata, sono io che ho dovuto pagare i 150€ per degli occhiali da vista a 250€ » ci racconta Audrey, ex-studentessa in radiologia. I contratti base non permettono dei rimborsi che siano all’altezza di determinati tipi di cure o attrezzature. Per questo motivo i consigliere in agenzia suggeriscono molto spesso di proteggersi grazie ad un’offerta che comprenda molte più garanzie, la cui quota però è molto più elevata. Questa soluzione è sul lungo periodo la più ragionevole e la preferita delle famiglie o degli anziani. Per i piccoli budget, non funziona così.

« Non andavo quasi più dal dottore, facevo delle automedicazioni. Il tutto era più veloce e costava meno. »

Risultato : gli studenti sono in molti a negligere la loro salute e tra coloro che hanno già rinunciato a delle cure, il 49% lo fa per ragioni finanziarie, secondo uno studio dell’osservatorio della vita studentesca nel 2013. Dal lato rimborsi, è sufficiente consultare un medico di base diverso da quello abituale perché le sorprese non siano delle migliori. « Non andavo quasi più dal dottore, facevo delle automedicazioni. Il tutto era più veloce e costava meno », ci confida Audrey. Inoltre, abbiamo scoperto, grazie all’inchiesta, che gli studenti il cui percorso di studi è più lungo sono tra quelli che soffrono maggiormente di stress o di problemi di salute. Eppure, è la categoria che rinuncia di più a curarsi (23-25 anni).

L’assicurazione fa parte delle cose che lasciamo correre, in una parte della nostra testa. Fino al momento in cui ne abbiamo davvero bisogno. « Dopo l’università, sono restata, diciamo 6 mesi senza assicurazione. Non sapevo troppo a chi rivolgermi e non avevo nemmeno troppo tempo per cercarne una. Non avevo soprattutto voglia di pagare un tot al mese, visto che non vai mai dal dottore. » E’ il caso di Mylène che ha finito gli studi di giurisprudenza nel 2016. « E se ti dovessero portare in ospedale ? », direbbe mia madre. « Faccio attenzione. »

Allora, nei momenti del bisogno, il peggio è superato. « In questo momento mi sono abbonata ad una assicurazione di base, ma aspetto di essere assunta, per poter avere una assicurazione dell’impresa molto più vantaggiosa e riuscire così ad andare all’oculista e cambiare gli occhiali. » In questo momento Mylène è disoccupata, la sua vista è peggiorata, ma aspetterà ancora un po'. Lo stesso vale per Aurore, che socchiude gli occhi per leggere i sottotitoli sulla televisione « Aspetto prima di comprare degli occhiali nuovi, altrimenti dovrò pagarmi la metà da solo.» Questi giovani attivi che rimandano le spese sanitarie non vengono per forza da classi sociali meno abbienti. I laureati delle classi medie o superiori hanno gli stessi comportamenti. I viaggi, le serate, e soprattutto gli investimenti per l’avvenire sono prioritari al dentista o alle lenti da vista. Il paradosso è che in caso di incidente grave, i giovani non avranno probabilmente una copertura abbastanza efficace da comprendere le spese di ricovero. Né abbastanza soldi da parte per pagare la fattura. In caso di ospedalizzazione, la mutua coprirebbe solo una parte delle spese. Poco a poco, i servizi fatturati aumentano velocemente sopra la media. Un problema sanitario, anche se minimo, può portarci a consultare uno specialista, per varie sedute. Ci si ritrova allora velocemente ad aver superato il tetto coperto dalla sicurezza sociale. E’ l’assicurazione che rimborsa e anticipa il restante da pagare.

Nonostante i rischi, noi giovani, tendiamo a non dar conto a queste formalità amministrative. Come nel caso della mia futura assicurazione sanitaria che aspetta instancabilmente che io mi decida. Tra la ricerca di uno stage, il ripasso per i parziali e la caccia del primo lavoro, i nostri sforzi si concentrano sul nostro avvenire professionale innanzitutto. Ma dato che siamo pieni di energie e di buona volontà, non esiteremo ad informarci. Di sicuro, prenderemo una locandina.


Illustrazioni : © Sonia Gurrea

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Questo articolo fa parte di un partenariato particolarmente ricco con la Mutualité Française. La serie si chiama Cheers. L'idea ? Parlare di protezione sociale e di giovani europei, capendo tutto quello che viene detto. Scoprite tutti gli articoli della nostra serie qui.

Story by

Léa Marchal

Babélienne depuis 2018, je suis désormais éditrice pour le nouveau média ereb.eu, et journaliste freelance dans les affaires européennes. J'ai piloté la série d'articles multimédia Generation Yerevan, ainsi que le podcast Soupe à l'Union, publiés sur Cafébabel.

Translated from Jeunes et mutuelles : ce qui nous sépare