Germania : giovani militanti a confronto
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Silvia Spolaore MergaertSono nati e/o cresciuti dopo la caduta del Muro. Entrati in politica, come rappresentanti locali, militanti, candidati di piccoli partiti o coinvolti in iniziative popolari. Venuti da correnti diverse, fanno politica a modo loro, ognuno con un punto di vista personale sulla Germania e la giovane generazione. Cafébabel ha parlato con loro della gioventù di oggi e della Germania di domani.
Sovraistruiti o lavoratori poveri, cosmopoliti o patrioti, euro-forici o euro-scettici, i giovani tedeschi sono poi così diversi dai loro vicini europei? Che avvenire vedono per il loro paese? Quale può essere il loro ruolo?
Difficile, in effetti, trovare il proprio posto in un paese in declino demografico. La fascia d’età trai i 18 e i 30 anni costituisce una minoranza dell'elettorato (15%), mentre gli elettori di più di 70 anni rappresentano oltre il 20%. Eppure, le politiche votate oggi saranno la base della società di domani.
Lo scorso 15 settembre un’iniziativa popolare organizzava un’elezione anticipata per i giovani di meno di 18 anni. Tutti i bambini e gli adolescenti del paese erano invitati ad esprimere la propria opinione politica attraverso un voto simbolico. In testa nei risultati arrivava la CDU (il partito di Angela Merkel), seguita dai socialisti e dagli ecologisti. L’iniziativa intendeva stimolare l’interesse per la politica delle nuove generazioni spesso accusate di non partecipare alla vita politica. È in causa il forte tasso di astensione della gioventù.
«Non penso che i giovani non siano interessati alla politica. Al contrario, quando si ha la possibilità di dialogare con loro, ci si rende conto che hanno un’opinione su molte cose», analizza Paulina Fröhlich. A 26 anni, la giovane donna originaria di Colonia partecipa ad un’azione contro l'astensionismo chiamata «Vuoi andare a votare con me ?». «I giovani vivono connessi e s’informano molto. Su YouTube per esempio. Hanno delle opinioni su ciò che li riguarda: i graffiti o il diritto di avere un telefono cellulare a scuola. È politica, crea il dibattito. Quando si è giovani, l’abbiamo provato tutti, quello che si vuole in fondo è essere presi sul serio», aggiunge Paulina.
Studenti o giovani lavoratori, sono più d’uno a volersi impegnare un po’ più di una volta ogni tanto, mettendo una scheda nell’urna. È il caso per esempio di Diana Kinnert, che a 26 anni, eterno capellino in testa, ha scritto un libro in onore dei valori conservatori. Da allora è diventata "l'atout gioventù" dei cristiano-democratici. Victoria Meneses si è lanciata in campagna a Berlino per tentare di entrare in parlamento a soli 30 anni come rappresentante del Partito per un reddito di base. A 28 anni, Dennis Hohloch è, quanto a lui, un habitué della vita politica. Consigliere municipale dell’Alternativa per la Germania (AfD) a Potsdam dal 2014, è stato anche alla testa del movimento dei giovani dell’AfD nel Land del Brandeburgo.
Più pragmatici che rivoluzionari
Non hanno veramente vissuto gli anni difficili della riunificazione e hanno praticamente conosciuto solo Angela Merkel come cancelliera in tutta la loro vita da adulti. Questi quattro giovani guardano in generale con ottimismo alla loro generazione, ma non vedono necessariamente gli stessi problemi e le stesse sfide per il futuro. Sebbene siano interessati alla politica, i giovani tedeschi di meno di 30 anni sono più pragmatici che rivoluzionari.
L’ultimo studio Shell sulla gioventù del 2015 mostra che i giovani considerano molto importanti valori come la famiglia, l’amicizia, il rispetto della legge e la protezione dell’ambiente. «Viviamo in un’epoca agitata e i giovani ricercano la stabilità», sostiene Diana Kinnert, impegnata al fianco di Angela Merkel e designata dalla rivista FOCUS come la nuova figura del “conservatismo cool”.
Dennis Hohloch è invece più severo con i suoi coetanei che considera una «generazione molle». Nell’SPD ai tempi del liceo, poi nell’AfD poco dopo la sua creazione nel 2014, Dennis entra a far parte del consiglio municipale di Potsdam a 25 anni. «Siamo una generazione di indecisi, che fa studi senza fine, che viaggia ovunque e resta lontana dal cuore della nazione.»
Paulina Fröhlich, impegnata nella campagna digitale e di terreno «Kleiner Fünf », ribatte che i tempi sono cambiati. «I miei genitori trovano la nostra generazione poco impegnata. Loro manifestavano in piazza. Noi lo facciamo su Internet, forse non è così visibile ma non vuol dire che sia inutile».
L’impegno è un atteggiamento quotidiano per Victoria Meneses che durante gli studi si è occupata di cooperazione allo sviluppo. «Faccio attenzione a come consumo, compro vestiti equosolidali, prodotti vegetariani e derivati dall’agricoltura biologica.» Un comportamento sempre più diffuso tra i giovani tedeschi che, secondo i sondaggi, hanno un interesse crescente per i valori di equità e di rispetto della natura.
Sobri e idealisti
Da oltre 10 anni, il ricercatore in pedagogia Klaus Hurrelmann segue gli studi Shell sui giovani in Germania. Spiega che «i giovani sanno che il ruolo della Germania è cambiato, ne sono consapevoli e l’apprezzano. Nasce una nuova fiducia in sé stessi, molto modesta, associata a una grande apertura mentale e alla tolleranza.»
«Quello che mi piace nel mio paese è la possibilità di fare qualcosa come Kleiner Fünf», dice Paulina. La giovane donne che ha viaggiato nel mondo arabo e vissuto in Egitto, aggiunge: «So che in altri paesi non sarebbe possibile. Noi abbiamo la fortuna di vivere in un paese democratico, dove siamo incoraggiati a portare avanti i nostri ideali.»
Professore di Storia e Geografia, Dennis sottolinea: «Quello che trovo positivo nel mio paese è che abbiamo tutti le stesse opportunità di riuscita, senza distinzione sulla base delle nostre origini. Lo Stato finanzia integralmente l’istruzione scolastica. Tuttavia non mi piace che molti ne approfittino per studiare oltre i 30 anni senza lavorare e senza mostrare gratitudine per questo privilegio.»
Victoria Meneses invece ritiene che il sistema attuale escluda troppa gente, «quelli che non possono stare al passo con questa modernizzazione sempre più rapida si trovano tagliati fuori e, come se non bastasse, colpevolizzati.» Pensa che lo Stato dovrebbe fare di più introducendo un reddito universale. Senza l’ansia legata alla sussistenza, «avremo allora più tempo per pensare a noi e al nostro mondo. Vorrei che ci rendessimo conto che non siamo isolati né dagli altri, né dalla natura.»
Poco patriotti, ma non ancora abbastanza aperti
Klaus Hurrelman analizza che «i giovani sono per lo più consapevoli della storia difficile della Germania, ma si dichiarano fieri di essere Tedeschi». Un altro studio dell’Istituto Sinus del 2016 sottolinea che i giovani sono poco affezionati ai simboli patriottici come la bandiera o l’inno nazionale.
Proprio quello che non piace a Dennis, molto attivo nella «giovane Alternativa», l’organizzazione dei giovani dell’AfD. «La nostra generazione non è abbastanza patriottica. Trovo vergognoso che la gente non voglia fare il servizio militare. Non significa che bisogna battersi e sparare sulla gente. Ma è qualcosa di normale in altri paesi», spiega colui che si dichiara favorevole anche alla restaurazione delle frontiere chiuse e controllate in Europa.
Per Diane Kinnert e Paulina Fröhlich, i problemi della Germania stanno al contrario nella mancanza di apertura. «C’è troppa xenofobia per i miei gusti», deplora Paulina che racconta di avere numerosi amici siriani o turchi ben integrati ma vittime di razzismo.
Anche nell’ambiente politico ci vorrebbe più diversità, secondo Diana, che parla spesso dell’eccezione che lei rappresenta in quanto giovane, donna, lesbica e venuta dall’immigrazione. «Una migliore rappresentazione democratica al Parlamento sarebbe la garanzia più sicura di una politica centrata sul bene comune», rivendica la militante che lavora nelle commissioni per la riforma del partito in seno alla CDU.
Il giornalista Maximilian Probst faceva del resto notare in un articolo del Zeit Campus quanto la gioventù fosse assente dalla campagna. «In politica la gerontocrazia vince. Sono gli anziani che hanno espulso l’Inghilterra dall’Europa, hanno messo Trump al potere e lavorano per rendere Merkel immortale!» spiega Probst.
«Vorrei che noi giovani fossimo ancora più impegnati e che ci esprimessimo con più forza, afferma Victoria. Inoltre dobbiamo difendere i nostri interessi perché a lungo termine dovremo vivere con le conseguenze delle scelte sociali fatte oggi.»
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Questo articolo è stato realizzato con il sostegno dell'Office franco-allemand pour la Jeunesse (OFAJ).
Translated from Allemagne : portraits croisés de jeunes engagés