Germania dell’Est: quella democrazia riscaldata
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Ottavio Di BellaNell’ex RDT la costruzione della democrazia è stata soffocata dai problemi economici. Ma oggi, a 15 dalla Riunificazione, l’Est riacquista in fiducia in sé. Da Angela Merkel al campione della nazionale, Michael Ballack.
Emigrazione, disoccupazione di massa, estremismo di destra: nei 14 anni seguiti alla Riunificazione della Germania, l'euforia iniziale del versante orientale si è ormai da tempo tradotta in un clima di generale disinganno. Dal 1991, 712.000 cittadini provenienti dai Länder orientali sono emigrati nella parte occidentale del paese a causa della disoccupazione. Nel dicembre 2004, il tasso di disoccupazione dei nuovi cinque Länder è salito fino al 20,9%, mentre a ovest si aggira attorno al 10,2%. E questa situazione si riflette in modo crescente nei risultati elettorali. Alle ultime elezioni locali in Sassonia nel settembre dello stesso anno all’ex partito comunista PDS è andato il 23, 6% dei voti, ed il partito di estrema destra NPD è riuscito a convincere ben il 9,2% degli elettori. Nel frattempo la SPD del cancelliere federale Schröder per la prima volta è rimasta ferma appena allo 9,8%.
Come costruire un paese nuovo in una notte
La costruzione della democrazia e dell’economia di mercato nella Germania dell’Est sembra dunque esser finita fuori dai binari. Nonostante un inizio assai promettente, dovuto a chi ha fatto sì che la caduta del Muro potesse divenire realtà. Non mi riferisco ai politici della Germania occidentale, bensì ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca (comunista ndr). La democrazia non è stata esportata dall’ovest: è l’est che l’ha conquistata. Certo, dopo il crollo del regime della RDT, furono i movimenti di piazza a far precipitare, velocissimamente, gli eventi e a forzare la mano all’allora cancelliere della Repubblica Federale Tedesca Helmut Kohl. Che fiutò l’ottima occasione e condusse in un anno il paese alla Riunificazione. Ma il nuovo Stato riunificato non si diede una nuova costituzione pan-germanica, anzi: il 3 ottobre 1990 la RDT fu semplicemente annessa dalla Germania occidentale: e da quel momento valse per l’est la costituzione dell’est.
I politici della parte orientale del paese si trovarono assolutamente d'accordo con l’importazione di quel sistema. Il motivo era semplice. Il marco tedesco avrebbe portato agiatezza e stabilità economica. Sogni andati in fumo, poiché apparve presto evidente il brutto lato del capitalismo: le esauste fabbriche dell’Est chiusero i battenti, la gente perse il lavoro. Da allora l’ex Germania orientale vive di credito. Il “contributo di solidarietà” trattenuto dalla paga dei cittadini occidentali, ha garantito ai länder (regioni ndr) orientali denaro sufficiente per la costruzione delle infrastrutture. Eppure, anche se i centri storici di alcune città risplendono di nuova luce, i problemi dietro alle facciate splendenti rimangono gli stessi di sempre. Gli investimenti privati, gli unici a poter ridare uno slancio all’economia, restano i grandi assenti.
Quella freccia verde nei semafori che sbarcò ad Ovest...
Anche politicamente parlando, del vecchio sistema della RDT non sarebbe dovuto restar in piedi un granchè. Rapidamente, dei politici dell’Ovest vi si sono insediati per governare i nuovi länder, e l’élite occidentale, ben presto, ha preso in mano le posizioni chiave dell’economia. Affermare in pubblico che la RDT ebbe anche qualche lato positivo, divenne così un tabù. La RDT altro non era dunque che una dittatura incapace di portar con sé alcuna conquista degna di nota. E così la "freccia verde", che permette agli automobilisti di deviare a destra anche col semaforo rosso, è diventata un triste simbolo della mancata accettazione degli “Ossis” (tedeschi orientali ndr) da parte dei “Wessis” (tedeschi occidentali ndr), perché è rimasta l'unica conquista esportata da est a ovest. Nessuna meraviglia dunque, che i cittadini si siano rifugiati nella trasfigurazione del passato. Un anno fa, ad esempio, esplose il successo cinematografico di Good-bye Lenin e della hit “Ostalgie-Welle” (Ostalgie, o “nostalgia dell’Est”, “Ost” in tedesco ndr) in tutta la Germania. La RDT ha fatto la sua improvvisa comparsa anche in tantissimi show televisivi, ed il ricordo della vita di allora è stato ridestato presso il gran pubblico.
Dalla politica al calcio: i segnali positivi ci sono
Quindici anni dopo la Riunificazione, l’est riacquista dunque fiducia in se stesso. Con il leader dell’opposizione Angela Merkel, una donna che viene dall’est, ai vertici della politica tedesca, si registrano segnali molto positivi circa la possibilità per i nuovi länder di incidere in modo assai più significativo di prima nella politica federale. Ed anche nella nazionale di calcio, da sempre indicatore infallibile dei flussi e riflussi tedeschi, iniziano a brillare star orientali come Michael Ballack. E forse anche la discussa dichiarazione del nuovo presidente della repubblica federale Köhler, che ha messo in dubbio le sovvenzioni per i länder dell’Est, può giovare al paese. Perché mostra che i problemi rimasti a lungo in sospeso tra est ed ovest possono esser riconsiderati.
In futuro si potrebbe pretendere di più dai nuovi Länder. Pur se molto complessi, si tratta di problemi tutt’altro che insolubili. E paesi come l’Ucraina potrebbero trarre una lezione assai importante dall’esperienza della Germania orientale. Perché anche lì, presto, l’euforia verrà sostituita da una sensazione di enorme disinganno. Come nella ex RDT, anche la popolazione dell’Ucraina avrà bisogno soprattutto di una cosa per potersi orientare sempre più agli standard occidentali: un momento per riprender fiato.
Translated from Ostdeutschland: Die aufgestülpte Demokratie