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G7: CHE FINE FARA' L’UCRAINA ?

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Gaia Proiti

Il 4 giu­gno, i lea­der del G7 si sono riu­ni­ti a ta­vo­la ce­nan­do co­mo­da­men­te a lume di can­de­la al Con­si­glio Eu­ro­peo. An­gela Mer­kel, Fran­çois Hol­lande, David Ca­me­ron, Ba­rack Obama, Mat­teo Renzi, Ste­phen Har­per e Shin­zo Abe si sono in­con­tra­ti nella ca­pi­ta­le eu­ro­pea per di­scu­te­re della si­tua­zio­ne in Ucrai­na.

Co­min­cia­mo dal­l’i­ni­zio. Il G7 (forum dei go­ver­ni dei sette Paesi eco­no­mi­ca­men­te più po­ten­ti al mondo, nda) è in ge­ne­re chia­ma­to G8: qual­cu­no dun­que sarà as­sen­te e non par­te­ci­pe­rà al ver­ti­ce. La per­so­na­li­tà in que­stio­ne non è altro che Vla­di­mir Pu­tin il quale non è stato in­vi­ta­to alla riu­nio­ne di Bru­xel­les. Se il Pre­si­den­te della Fe­de­ra­zio­ne Russa non ha fatto ca­po­li­no è pro­prio per­ché a marzo  2014 gli altri Mem­bri del­l’ex G8 hanno de­ci­so che il com­por­ta­men­to della Rus­sia in Cri­mea non era com­pa­ti­bi­le con i prin­ci­pi del grup­po degli otto: «il G8 si fa por­ta­vo­ce di una serie di va­lo­ri e que­sta è la ra­gio­ne per la quale la Rus­sia non può par­te­ci­par­vi», aveva af­fer­ma­to al­lo­ra un di­plo­ma­ti­co fran­ce­se. E di­fat­ti, il G8 ini­zial­men­te pre­vi­sto a  So­chi, è stato an­nul­la­to e so­sti­tui­to con il G7 a Bru­xel­les.

Per la prima volta il G7-G8 si riu­ni­sce nella ca­pi­ta­le eu­ro­pea. Ac­col­ti dal Pre­si­den­te della Com­mis­sio­ne José Ma­nuel Bar­roso e dal Pre­si­den­te del Con­si­glio eu­ro­peo Her­man Van Rom­puy i mem­bri hanno due gior­ni di tempo per ri­sol­ve­re som­ma­ria­men­te i pro­ble­mi che af­flig­go­no in que­sto mo­men­to il mondo. L’a­gen­da è piena: crisi ucrai­na, in­di­pen­den­za in ter­mi­ni ener­ge­ti­ci, af­fa­ri este­ri, cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, mon­dia­liz­za­zio­ne,… tutti temi da trat­ta­re in meno di 24 ore. In breve i no­stri 7 su­per­men (won­der woman) cer­che­ran­no di to­glier­si di dosso quel­la tra­di­zio­na­le eti­chet­ta di inef­fi­ca­cia che con­trad­di­stin­gue il G8 dalla sua na­sci­ta.

MENU DI GAM­BE­RET­TI

Mer­co­le­dì sera, i no­stri pro­ta­go­ni­sti hanno af­fron­ta­to il pro­ble­ma della crisi ucrai­na. E dopo una cena ab­ba­stan­za ab­bon­dan­te, a base di vino fran­ce­se e gam­be­ret­ti, un co­mu­ni­ca­to stam­pa ar­ri­va tra le mani dei gior­na­li­sti: «Siamo pron­ti a in­ten­si­fi­ca­re le san­zio­ni mi­ra­te e adot­ta­re nuove mi­su­re re­strit­ti­ve per far pa­ga­re un costo sup­ple­men­ta­re alla Rus­sia, se il corso degli even­ti lo ri­chie­de­rà». 

La parte est del­l’U­crai­na è messa an­co­ra oggi a ferro e fuoco; lo scor­so 3 giu­gno, se­con­do Kiev, sa­reb­be­ro morte più di 300 per­sone negli scon­tri tra gli at­ti­vi­sti fi­lo­rus­si e l’ar­ma­ta ucrai­na co­man­da­ta dal Pre­si­den­te ucrai­no Petro Po­ro­chenko. Tra le auto pro­cla­ma­zio­ni di in­di­pen­den­za dei fi­lo­rus­si in certe re­gio­ni, le guar­die di fron­tie­ra e gli scon­tri, la si­tua­zio­ne geo­po­li­ti­ca e le con­di­zio­ni uma­ni­ta­rie del­l’E­st del Paese non sono delle mi­glio­ri. I capi del G7 hanno ri­chie­sto, per­tan­to, dei chia­ri­men­ti alla Rus­sia con lo scopo di ri­sta­bi­li­re la si­tua­zio­ne nel Paese. 

CAM­PIO­NA­TI MON­DIA­LI DI PING-PONG

Lo stes­so gior­no tut­ta­via co­min­cia la par­ti­ta di ping-pong: Vla­di­mir Pu­tin coin­vol­ge nella crisi ucrai­na la re­spon­sa­bi­li­tà oc­ci­den­ta­le. Tutti si pas­sa­no la pa­ta­ta bol­len­te ed è an­co­ra tutto da ve­de­re, so­prat­tut­to cosa è ve­ra­men­te il­le­ci­to. A Eu­rope 1  e a TF1, Vla­di­mir Pu­tin, mer­co­le­dì 4 giu­gno, ha di­chia­ra­to e ri­ba­di­to che: «ri­spet­te­re­mo la scel­ta del po­po­lo ucrai­no e coo­pe­re­re­mo con le au­to­ri­tà ucrai­ne». Si di­chia­ra a fa­vo­re di una ne­go­zia­zio­ne con i se­pa­ra­ti­sti fi­lo­rus­si e con Kiev e vor­reb­be porre fine al­l’o­pe­ra­zio­ne mi­li­ta­re ucrai­na. Di­chia­ra­zio­ne to­tal­men­te op­po­sta a quel­la del G7. Il co­mu­ni­ca­to stam­pa del G7 è, tut­ta­via, molto chia­ro: «Con­cor­dia­mo una­ni­me­men­te sulla con­dan­na della Fe­de­ra­zio­ne Russa per aver vio­la­to la so­vra­ni­tà e l’in­te­gri­tà de­l’U­crai­na. L’an­nes­sio­ne il­le­ci­ta della Cri­mea e le azio­ni de­sta­bi­liz­za­tri­ci mosse a Est del Paese sono inam­mis­si­bi­li e de­vo­no ces­sa­re»

An­gela Mer­kel sot­to­li­nea che so­prat­tut­to nel caso in cui la Rus­sia non do­ves­se cam­bia­re at­ti­tu­di­ne, bi­so­gna ap­pli­ca­re nei suoi con­fron­ti le san­zio­ni di terzo li­vel­lo. Spie­ga, in­fat­ti, che non si trat­te­reb­be di una pu­ni­zio­ne, ma di una vera e pro­pria san­zio­ne, co­strut­ti­va, non af­fin­ché si rom­pa­no i le­ga­mi con la Rus­sia, ma af­fin­ché si asta­bi­li­sca un nuovo par­te­na­ria­to per ri­sol­ve­re il pro­ble­ma.

I dubbi ri­man­go­no e nes­su­na azio­ne con­cre­ta e non è an­co­ra stato de­ci­so il da farsi. I pros­si­mi gior­ni sa­ran­no de­ci­si­vi, quin­di, per le re­la­zio­ni tra la Rus­sia e i Paesi oc­ci­den­ta­li. Que­sti si ri­tro­ve­ran­no do­ma­ni, ve­ner­dì 6 giu­gno, alla com­me­mo­ra­zio­ne del 70° an­ni­ver­sa­rio dello sbar­co in Nor­man­dia.

Nel­l’in­ter­vi­sta Vla­di­mir Pu­tin si è di­chia­ra­to di­spo­sto a in­con­tra­re Petro Po­ro­chenko, il nuovo Pre­si­den­te ucrai­no, in­vi­ta­to spe­cia­le del Pre­si­den­te fran­ce­se Fran­çois Hol­lande. Que­st’ul­ti­mo l’ha in­vi­ta­to al fine di farlo in­con­tra­re con il Pre­mier Putin, nella spe­ran­za che pos­sa­no scam­biar­si qual­che pa­ro­la.

La gior­na­ta di do­ma­ni ci ri­ser­ve­rà molte sor­pre­se e spe­ria­mo che in Nor­man­dia il ping-pong non sia lo sport na­zio­na­le. 

Translated from G7 : Mais à quelle sauce va-t-on manger l'Ukraine ?