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#FRU15, Andrea Taccani racconta le radio universitarie

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Milano

Milano ospita il Festival delle Radio Universitarie, mezzi di comunicazione e aggregazione. Il presidente di RadUni ce le racconta. Un fenomeno in continua crescita: il 64,9% degli atenei dispone di una propria web radio.

Milano capitale della radiofonia italiana ed europea per cinque giorni. Il capoluogo lombardo ospita alla Fabbrica del Vapore dal 13 al 15 marzo la prima edizione di Radiocity Milano, il festival delle radio a cui partecipano i più importanti network italiani per una grande “staffetta radiofonica”. Il 16 e 17 marzo invece, è la volta di Radio Days Europe, la più grande manifestazione mondiale dedicata alla radiofonia che attirerà ospiti da oltre sessanta Paesi.

Ma non saranno solamente i network che tutti conosciamo a calcare la scena milanese. Negli stessi giorni infatti, si svolge anche la nona edizione del Festival delle Radio Universitarie.

Cafébabel Milano ha parlato con Andrea Taccani, presidente di RadUni, l’associazione culturale che ha come finalità la promozione e il rafforzamento delle radio universitarie, e che organizza in concomitanza di Radiocity il FRU. Trentadue radio presenti e oltre 300 accrediti: sono questi i numeri del #FRU2015.

Realtà consolidate e in crescita

«Milano in questi giorni è  la capitale mondiale della radio. In questo grande evento non potevano mancare le radio universitarie, perché rappresentano un’altra faccia della radiofonia nel nostro paese – racconta Taccani –. Sono i progetti di radiofonia web più longevi e duraturi, sono realtà che si sono consolidate e non smettono di crescere.  Le radio universitarie a Milano portano un’altra faccia della radiofonia italiana». Secondo l'Osservatorio sulla comunicazione web delle università italiane del Censis, su 74 atenei il 64,9% dispone di una propria web radio.

Il FRU è  il momento di incontro di tutte queste realtà,  l’occasione per studenti e operatori universitari di condividere idee circa la loro esperienza nel mondo radiofonico:  c’è spazio per workshop con professionisti del settore, musica con i dj di m2o e per la prima edizione del FRU Talent, una prova live aperta a tutte le voci universitarie italiane.

Quella delle radio universitarie «è una realtà estremamente eterogenea, ognuna nasce in un contesto diverso, con una linea editoriale e un progetto alle spalle che può variare da città a città – continua il presidente di RadUni –. La radio universitaria è un luogo dove gli studenti possono esprimersi, gli studenti fanno tutto, dalla gestione del sito alla regia, oltre che condurre e realizzare i programmi». E le radio contribuiscono anche «ad accrescere il senso di appartenenza verso l’ateneo, perché è un luogo di aggregazione, in primis degli studenti, che sono i protagonisti delle radio, ma anche della comunità accademica e tutto ciò che ruota attorno all’ateneo».

Esperienze utili per il futuro

RadUni, di cui Andrea Taccani, station manager di UCampus, il canale web dell'Univeristà di Pavia, è uno dei soci fondatori, nasce a Firenze nel 2006 e si occupa di fare rete tra i vari network universitari: «RadUni è nata per facilitare la coesione, collaborazione e cooperazione fra le radio universitaria, perché non si tratta più di un fenomeno, l’età media delle radio universitarie è dieci anni, ne continuano a nascere e Radio Statale ne è un esempio».

Le università non sono solamente un luogo di studio, ma anche di aggregazione, e le radio in questo senso offrono uno spazio importante per partecipare attivamente alla vita della propria università. Taccani ne sottolinea l’importanza, in particolar modo come spazio di formazione: «Sono strumenti importanti, sono luoghi dove gli possono sperimentare. In quasi tutte le realtà sono effettivamente dei laboratori formativi, dove gli studenti acquisiscono le skills trasversali, che tanto piacciono al mondo del lavoro, come la capacità di gestione del tempo e del contenuto, saper lavorare in team e con scadenze».

La radio, nonostante i profondi cambiamenti tecnologici avvenuti nel corso degli anni, resta comunque uno dei principali mass media, anche nel contesto universitario conserva questa prerogativa: «Per gli atenei sono anche importanti strumenti di comunicazione. È riduttivo però parlare di ufficio stampa, la radio universitaria serve a far comunicare le varie componenti della comunità accademica fra di loro, in tante radio intervengo i docenti e i ricercatori. È uno  strumento che può far comunicare l’ateneo con i territori d’appartenenza».