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Frattini e la sua politica contro i Rom

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Politica

Sarkozy applaudito come un imperatore, l'Ue ha zero in matematica e la prima campagna Ue. Le ultime da Bruxelles.

Sarkozy, standing ovation a Strasburgo

Nicolas Sarkozy è andato a Strasburgo per ribadire di nuovo, per coloro che non l’avessero ancora capito, che «la Francia sta tornando in Europa», un’affermazione che gli è valsa i calorosi applausi da parte della maggioranza dell’emiciclo. Tuttavia si è sentito un leggero malessere a sinistra. I deputati socialisti hanno eccessivamente applaudito Sarkozy? In realtà, la standing ovation finale è quasi parte del protocollo, e tutti gli invitati al Parlamento ne hanno diritto. In fondo, se lo si paragona alle partecipazioni precedenti di Jean-Claude Juncker, Tony Blair o Angela Merkel, su una scala di applausi, Sarkozy resta molto più giù.

L'Ue deve ri-imparare a contare

La Corte dei Conti europea ha pubblicato, martedì 13 novembre 2007 il suo rapporto sui conti dell’Ue nel 2006. Il verdetto è assolutamente negativo. Escludendo le frodi più evidenti, la Corte denota un gran numero di piccole irregolarità la cui crescita ha fatto suonare il campanello d’allarme. Quando è troppo, è troppo. Si punta il dito specialmente contro l’eccessiva complessità di alcune disposizioni europee sulle richieste di sovvenzioni. Il risultato è che, secondo la Corte, il 12% degli importi sborsati nell’ambito delle politiche strutturali (sociale, agricoltura, sviluppo regionale), non ci sarebbero dovuti essere. I problemi riguardano soprattutto le sovvenzioni elargite direttamente dagli uffici delle istituzioni negli Stati membri.

2009, prima campagna europea?

Le prossime elezioni europee potranno finalmente vedere i partiti europei giocare un ruolo di primo piano. Questa settimana è stato proposto l’abbozzo di un accordo tra il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri sulle regole di finanziamenti ai partiti europei e le modalità di partecipazione alla loro campagna elettorale. Bisognerà poi vedere come funzionerà il sistema, dato che è già noto che le coalizioni europee non potranno sostenere finanziariamente i candidati presentati dai partiti nazionali. Di contro, la riforma dello statuto dei partiti dovrà, d'ora in poi, permettere ugualmente il finanziamento di fondazioni politiche europee.

Frattini, i Rom non hanno scampo»

Dopo i voli lirici di Alessandra Mussolini che sono costate la presenza nel Parlamento Europeo al gruppo di estrema destra Its (Identità Tradizione e Sovranità), ora è il turno del Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza, l'italiano Franco Frattini, di scatenare la tempesta al Parlamento. Le dichiarazioni del successore di Buttiglione sulla stampa italiana riguardo alle modalità di espulsione dei Rom nella legislazione europea, si sono trovate al centro di una disputa verbale tra i conservatori del Ppe (Partito Popolare Europeo), al quale è legato Frattini, e la sinistra dell'emiciclo di Strasburgo, inclusi i liberali, prima che il Parlamento non voti una risoluzione che lo condanni nominalmente per queste proposte. Frattini ha infatti dichiarato: «Quello che si deve fare è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede: tu di che cosa vivi? Se quello risponde: 'non lo so', lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona la direttiva europea (2004/38/CEndr). Semplice e senza scampo». Un po’ troppo semplice, e decisamente inesatta, dato che la direttiva prevede un certo numero di garanzie per tutti i cittadini comunitari. Parlavamo di demagogia?

Foto nel testo: (Foto Commissione europea e Foto Parlamento europeo

Translated from Dernières nouvelles de Bruxelles