Festival Solidays a Parigi. Incontro con Brigitte, "la mamma e la puttana"
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DeboraCi sono dei gruppi che a volte provocano turbamenti di ordine psicologico. A metà strada tra il glam e l’erotismo, le Brigitte, gruppo tutto al femminile, fa parte di questi. Ma per fare questo era necessario “uccidere” il padre. Un incontro lampo in occasione del Festival Solidays.
È strano. In genere, la musica contemporanea evoca qualcosa in noi perché impiega sonorità attinte dalla nostra più tenera infanzia. Da Enzo Enzo a Susan Vega, le canzoni dei nostri genitori ci permettono di collocarci più o meno in un universo musicale paradossale che, pur soffrendo di nostalgia del passato, è capace di inventare, nuotando alla deriva dei nuovi generi musicali. Qualche volta riesce, qualche volta meno. Ma succede che quello che possiamo definire un «progetto musicale» ci disorienti, tanta è distante dalla nostra pubertà. E il distacco è tale che da solo potrebbe invalidare tutte le analisi freudiane sulla questione dell’«incesto sinfonico», ad esempio. In sintesi, rappresenta una novità. Sia in meglio che in peggio.
«Un suono che ammalia i cattivi ragazzi»
Le Brigitte contribuiscono a uccidere il padre. Il progetto partorito da Aurélie Saada e Sylvie Horeau, mi ha fatto male all’ombelico. Non è cosa da poco. Il duo ha reciso il cordone ombelicale dei miei riferimenti e, contemporaneamente, ha smosso alcune emozioni della mia adolescenza. Prima di fondare un gruppo in omaggio a Bardot, Lahaye, Fontaine (con Femme de flic), le due cantanti francesi era conosciute rispettivamente con i nomi di Mayane e Vendetta. Graziose, gentili. Oggi le Brigitte creano un suono che fa "bander les bandits" (le parole di una loro canzone, letteralmente "eccitare i cattivi ragazzi"). I 16 pezzi del primo album, Et vous, tu m’aimes, sono come un pass di 3 giorni per accedere a un mondo di sensualità. Ho immaginato che la voce de La Sirenetta avrebbe potuto essere quella delle Brigitte – sexy e suggestiva. Ma in tal caso, avremmo avuto dei problemi con l’educazione sessuale di molti bambini.
Comunque sia, ho incontrato il mio caso psicanalitico in occasione di una conferenza stampa per porre loro tre domande. Pioveva la domenica del Solidays. Una indossava un cappello, l’altra un trench. Le Brigitte sono eleganti. Disarmanti. Ecco a voi la mia intervista-deflorazione.
cafebabel.com : entrambe avete parlato di matrimonio riferendovi al vostro incontro. Che tipo di rapporto avete?
Scrivere e cantare J’ai tellement besoin d’amour avrebbe potuto sembrare ridicolo. Ma non è così, noi lo facciamo.
Brigitte: abbiamo ovviamente un rapporto molto intimo. Scrivere con qualcuno è sempre un’esperienza molto particolare. Abbiamo parlato della nostra vita in un bar. Poi naturalmente ci è venuta l’idea del progetto. Adesso abbiamo una tale confidenza che scriviamo come quando ci siamo incontrate: raccontandoci la nostra vita. Adoriamo elaborare l’una la fantasia dell’altra, continuando a passarci la palla. Così facendo trasferiamo nella scrittura tutto quello che ci diciamo. Scrivere e cantare J’ai tellement besoin d’amour avrebbe potuto sembrare ridicolo. Anche per noi stesse. Ma non è così, noi lo facciamo. Non abbiamo limiti, né complessi.
cafebabel.com : le sonorità delle Brigitte sono a mio parere abbastanza insolite, è un tipo di progetto che non avevo mai sentito prima. Avete qualche riferimento musicale importante?
Brigitte: no, nessuno. Abbiamo frugato nella nostra vita, i nostri due stili sono differenti. Di colpo, questa diversità ha originato qualcosa di poco comune. Ma abbiamo incluso nelle nostre sonorità la musica che ascoltavano i nostri genitori. Inoltre, non abbiamo la smania di appartenere a un genere. E poi, oltre a quelle musicali, abbiamo influenze cinematografiche. I film di John Cassevantes ci hanno fornito grande ispirazione, ad esempio. Con questo progetto eravamo alla ricerca di un equilibrio. Infine, è da tanto che facciamo musica e abbiamo avuto tempo per digerire le varie influenze artistiche.
cafebabel.com : avete spesso parlato delle Brigitte come di un «progetto di mamme» (Sylvie e Aurélie hanno due bambini a testa) ma alcuni titoli come «Ma Benz», «Battez-vous» e «La vengeance d’une louve» esprimono una certa rabbia femminile. Avete questa visione della donna?
Brigitte: Et vous, tu m’aimes è un album che non avremmo di certo potuto scrivere 20 anni fa. Oggi siamo in grado di giocare con gli equilibri: fragilità/forza, leggerezza/profondità, mamma/puttana. Ne parliamo ampiamente ed è chiaro che è una delle due estremità a definirci. Ci hanno perfino chiesto se siamo femministe. No, non siamo delle militanti. Al contrario, abbiamo la nostra femminilità. Cerchiamo solo di essere quello che siamo realmente.
Tutte le foto sono una cortesia © del myspace ufficiale delle Brigitte (a firma di Mark Maggiori); i video sono del canale brigittetekiffe/YouTube.
Translated from Brigitte : « La maman et la putain »