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Festa D'Aprile: raccontare la Resistenza 70 anni dopo

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Palermo

Nel giardino del PYC-Palermo Youth Center, è stato presentato ieri il libro-fumetto Festa d'Aprile. Trenta autori per raccontare la Resistenza in modo non retorico a settant'anni di distanza. E ad ascoltare le storie partigiane raccontate in quelle pagine c'eravamo anche noi...

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita."  Con questa citazione di Antonio Gramsci si apre il libro-fumetto Festa d'Aprile - Storie partigiane scritte e disegnate (Tempesta editore)ispirato dalla nota canzone scritta e musicata da Sergio Liberovici e Franco Antonicelli. A settant'anni esatti dalla liberazione dal nazifascismo,  una trentina di autori ha voluto raccontare e illustrare alcune  piccole e grandi storie, dal Sud al Nord Italia, per ricordare l’evento in modo non retorico, onesto e originale.

Il libro è stato presentato ieri, nella sede di via De Spuches del Palermo Youth Center. Si è voluto inaugurare così, sulle note intramontabili di Bella Ciao, una serie di eventi che culminerà nella festa del 25 Aprile, organizzata grazie al lavoro di squadra di tutti i circoli ARCI palermitani.

Abbiamo voluto creare un percorso che passando per ogni regione d’Italia riportasse alla memoria della gente l’eroismo della gente comune” -  ha detto Leo Magliacano, curatore di Festa d'Aprile insieme a Tiziano Riverso. Lo scopo del libro è quello di togliere la patina retorica che troppo spesso accompagna i festeggiamenti del 25 Aprile, attraverso il racconto di storie comuni, dei figli di quei partigiani che se le sono sentite raccontare per anni quelle storie, che hanno sentito i loro nonni parlarne e che in poche pagine hanno deciso di dar loro una memoria imperitura. Grazia Bucca, fotografa, rappresentante dell’ARCI e moderatrice dell’incontro, dopo aver dato la parola agli autori, ha introdotto la lettura di alcuni passi del libro, e tutti i presenti si sono fermati ad ascoltare per qualche minuto la storia di Salvatore Vernazza, sergente partigiano internato in Germania per anni. O quella di Gigino, sopravvissuto alla Grande Guerra e ad i suoi orrori ma che riesce ancora a conservare un enorme sorriso sotto i baffi.

Il libro Festa d’Aprile è proprio questo, una storia senza bandiere, né camicie nere, né fazzoletti rossi, che lancia un messaggio di speranza, "l’unica cosa in fondo di cui abbiamo veramente bisogno" - per citare Franco Stivali, uno degli autori del libro.

Per anni mi hanno raccontato la storia di mio nonno che era stato costretto dai fascisti a mangiare con un asino” - ha raccontato Gianni Allegra, autore del fumetto L’ultimo dei Partigiani. "Quando dovevo decidere come raccontare quella storia è scattata in me la voglia di renderla fantastica, quasi onirica”. Così il protagonista del suo fumetto è un giovane occhialuto che riesce a mettere in salvo la sua vita grazie ad un asino volante. “Tu sai cos’è la Resistenza?” - chiede uno degli indigeni che il giovane ipermetrope incontra nel suo sogno. “Bah, sarà la nostra resilienza” gli risponde un altro. “Io assisto ogni giorno alla Resistenza - ha continuato l’autore - Quando il sindaco di un piccolo paese si rifiuta di privatizzare l’acqua, quando sento le storie di giovani che decidono di rimanere a Palermo perché credono davvero di potere cambiare le cose, io vedo Resistenza”. 

Lui la considera Resistenza, o "resilienza", che poi a ben vedere non sono parole troppo diverse, ma solo sinonimi di un messaggio più grande: la dignità del non arrendersi, di lottare con le unghia e con i denti per la propria libertà.