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Fat White Family : una famiglia hardcore

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La Fat White Family, che ha appena fatto uscire il suo secondo album, è probabilmente uno dei gruppi più affascinanti della scena indie britannica. La cosa che si sa meno è che è anche il più politico. Brexit, Donald Trump e «toutta questa dannata spazzatura»... Intervista piena di zuccheri con Lias Saoudi, il capofamiglia.

Le due del pomeriggio, un albergo tre stelle vicino alla sede della radio. Arrivati molto presto da Bristol, visi sfatti, i membri dei Fat White Family approfittano del loro momento di riposo prima di continuare con le promozioni. 

Preceduti da una reputazione di drogati e provocatori, ci si può aspettare di tutto da questi eccentrici inglesi. Lias Saoudi, cantante e paroliere, non vuole deludere nessuno. Nella sua stanza, il londinese riceve dal suo letto… completamente nudo sotto le lenzuola, con affianco il bassista giapponese che cerca di dormire. Un certo modo di presentarsi - crudo - che ricorda il mantra del loro secondo album, Song For Our Mothers. Nella «canzone per le nostre madri», la grande famiglia ha deciso di scioccare i puritani e di mandare all'aria tutto quello che resta del buon gusto e del politicamente corretto. Cosa resta? Un mondo sinistro, nel quale saremo tutti scaricati. Almeno è ciò che Lias ha deciso di dirci, mentre alterna sorsi di vino rosso a tiri di tabacco scadente. Un'intervista molto fat.

cafébabel : Chi sei, Lias ?

Lias Saoudi : È una domanda complessa... Passo spesso da un estremo all'altro. Non sono bipolare, ma quasi. Passo dalla sensazione d'essere un autore estremamente talentuoso a quella di essere una perdita totale di tempo e ossigeno. Sono anche naturalmente timido. Sono cresciuto senza avere molte persone a cui parlare. Quando ero adolescente, non avevo dei veri amici. Suppongo che posso essere arrogante, un vero egoista… Parlo troppo. Potrei andare avanti per tutta il giorno.

cafébabel : Secondo le tue affermazioni, la Fat White Family avrebbe una funzione un po' catartica, sia per l'ascoltatore che per te…

Lias Saoudi : Cerco di esprimere la mia propria vergogna, il mio senso di colpa e l'apatia. Poi a farne delle canzoni e a ballarci sopra. Perché penso che siamo tutti nella negazione, di fronte alla vera situazione in cui viviamo, che sia dal punto di vista politico, sociale o economico… E credo che questo inizi a casa, vero? Quindi, per me si tratta di unire il politico e il personale. È così che cerco di raccogliere quelle considerazioni che sarebbero le mie, ma che potremmo condividere tutti.

cafébabel : Hai anche detto che «gioire della propria infelicità è la forma ultima di contestazione»... 

Lias Saoudi : Si, lo penso. Jean Genet diceva che trovare l'eleganza nel cattivo gusto è la più alta forma di... non so più bene cosa. («Trovare un accordo fra cose di cattivo gusto: ecco l'eleganza.» cf. Diario del ladro , ndlr). Sono assolutamente d'accordo con lui su questo. Penso che se puoi crogiolarti nel dolore, nell'infelicità, nella vergogna, nell'angoscia e nel disgusto di te stesso, vai nella buona direzione.

cafébabel : E oltre a Genet, chi sono i tuoi modelli?

Lias Saoudi : James Joyce. Penso che faccia lo stesso tipo di cose. Soprattutto in Gente di Dublino: esprimere l'essere e la società in tutta la loro nudità. Forse è l'esempio perfetto per me. È sicuramente il mio libro preferito. Per quanto riguarda la musica, lo dico sempre, da diventare noioso, ma è Mark E. Smith. Ha quel nucleo di cinismo che dà vita a fantastiche costruzioni delle frasi in stile Frankenstein, che hanno sicuramente una logica interna, ma una logica evanescente. E ci si ritrova soli a cercare di capire. Mi piace questa arroganza.

cafébabel : Songs For Our Mothers è molto diverso dal primo album. Forse più riuscito...

Lias Saoudi : Sai, il tempo passa, ascolti sempre più dischi, leggi sempre più libri, guardi sempre più film, fai nuove conoscenze, costruisci relazioni, alcune crollano, il tuo stile di vita cambia. Tutto cambia. Ricominci a preparare un album ed è quasi un processo di autoanalisi. E a meno che tu non sia una macchina da soldi, ogni volta deve essere diverso, altrimenti non si potrebbe andare via. Sono passati solo tre o quattro anni, ma sembra ne siano passati venti.

cafébabel : In questo album, si riconosce una certa estetica fascista, nei testi come nei videoclip.

Lias Saoudi : Penso che fare un quasi album-concetto sul fascismo sia pertinente nella nostra epoca. Guarda quello che succede negli Stati-Uniti con Donald Trump... L'estrema destra è decisamente di ritorno. Guarda per esempio quello che succede a Calais. Il nostro primo ministro ha parlato di uno «sciame» di migranti che cercano di raggiungere il Regno Unito. Avrebbe potuto benissimo parlare di topi. Ed è il primo ministro. Quindi, sì, penso che il fascismo sia ovunque.

Fat White Family - « Whitest Boy On The Beach »

cafébabel : Appunto, cosa pensi tu del panorama politico britannico?

Lias Saoudi : Penso che arriviamo alla fine del progetto tatcherista. Sai, il giorno in cui, Margaret Thatcher, «la strega», è morta, abbiamo festeggiato per strada. Molti ci hanno criticato, tipo «non eravate neanche nati quanti la Thatcher era al comando»...Bla bla bla. Ma penso che oggi, più di ieri, viviamo nel suo mondo. Sai, i primi ministri successivi hanno continuato la sua opera. [Tony] Blair come gli altri. Oggi è molto peggio. Se me lo chiedi, mi piacerebbe vederli fucilati contro un muro. Una banda di bastardi assassini, ecco quello che penso dei politici e dell'establishment.

A forza di fare tagli nei bilancio sociale o in quello della sanità, molta gente muore! È per questo che cito David Clapson nell'album (in « Tinfoil Deathstar », ndr). È un tipo che si è battuto per il suo paese, un veterano che cercava disperatamente un lavoro. È morto perché era diabetico e non riusciva più pagare la bolletta elettrica per conservare l'insulina nel frigo. Perché non riceveva più il sussidio di disoccupazione. Quando l'ho letto sui giornali, ho avuto solo voglia di piangere... Questa è la conseguenza diretta della politica del governo. Sono una banda di assassini, selvaggi, una vera feccia, e se domani fossero eliminati dalla faccia della terra, mi metterei a ballare per strada.

Sul versante dell'opposizione, c'è Jeremy Corbyn, che rappresenta un barlume di speranza. Se almeno non farfugliasse così tanto. Non è esattamente un grande oratore, cosa che può essere un po' frustrante. Ma penso che le sue idee siano forti. Dalla sua elezione, la gente è ritornata in massa al Labour Party. A iniziare da me. C'è quindi un po' di speranza. Ma quando vivi un paese in cui i media principali sono proprietà di pochi miliardari che hanno interessi ben precisi e in cui una popolazione poco istruita legge le loro scemenze prendendole per oro colato, diventa difficile operare un vero cambiamento. Quindi, come puoi immaginare, sono alquanto cinico.

cafébabel : E per quanto riguarda il referendum sulla permanenza o no nell'UE, da che parte stai?

Lias Saoudi : Non sono per il  Brexit ! Penso sia stupido. Come può essere una cosa negativa avere il diritto di andare a vivere e lavorare in altri paesi dell'UE? Mi piace l'idea di potermi trasferire a Parigi o a Berlino se lo volessi, e che tu possa venire a Londra se vuoi.  Anche i tipi dell'UKIP (estrema destra, ndr) sono selvaggi di destra: vogliono tornare a una visione idealizzata del Regno Unito, dell'Impero Britannico, che nei fatti non è mai esistito...

cafébabel : Alla fine, come descriveresti la tua ideologia?

Lias Saoudi : Mi descrivono sempre come un nichilista. Un pò è vero, ma penso sia più un sintomo che il risultato delle mie letture. È una mancanza di speranza. Come quando una fabbrica tessile crolla in Bangladesh - uccidendo un migliaio di operai -  e la gente continua a vestirsi da Primark... Il problema è così ampio. Nel mondo ultraliberale in cui viviamo e in cui probabilmente sempre vivremo, non possiamo proprio fare granché, non esiste governo o autorità abbastanza potente da regolare il sistema mondiale.

È difficile non essere nichilista davanti a una situazione simile. Dici a te stesso che devi trovarti un posto in cui nasconderti. Ciò non toglie che mi sono impegnato a livello politico, soprattutto prima del gruppo, perché oggi non ho più molto tempo. Abbiamo portato avanti una campagna contro la gentrificazione a Brixton e abbiamo raccolto soldi per la Palestine Solidarity Campaign. Mi piace pensare che questo dimostri una visione del mondo sana e socialista: aiutarsi l'un l'altro. Credo nel far prova d'umanità.

Fat White Family - « Is It Raining In Your Mouth »

cafébabel : Bene, a parte questo, parlaci un po' della tua Londra.

Lias Saoudi : La mia Londra non è più mia. Ho in progetto di trasferirmi a Berlino al più presto. La mia Londra è stata venduta sotto i miei piedi. Sai, col mestiere che faccio, guadagno forse 180-200£ a settimana, stando sempre in turnè... abbiamo riempito il Coronet a Londra, che ha una capacità di 2 600 persone, tutte le date della turnè inglese sono complete, andiamo in Europa... Credo che il nostro album sia appena entrato nelle charts. Quindi, da un punto di vista esterno, si può dire che stiamo comunque avendo un modesto successo.

Ma nonostante anni e anni di lavoro, non posso affatto permettermi di affittare una camera a Londra. Quando ci sono venuto a vivere, dodici anni fa, era già una città che cambiava a tutta velocità, ma non è niente rispetto a questi ultimi cinque anni. All'epoca, c'era ancora la cultura degli squat e potevi ancora ottenere sussidi per l'alloggio, che effettivamente ti permettevano di affittare qualcosa in città. Oggi non è più possibile. Nessuno obbliga i proprietari a limitare l'aumento degli affitti, che quindi non smettono di aumentare. Mentre gli aiuti disponibili non aumentano. In pratica, a Londra si sta verificando un'epurazione sociale. Perciò la Londra che conoscevo è scomparsa e di certo non tornerà più. È una tragedia, perché amo questa città. Soprattutto il sud, dove vivono molti miei amici. Non penso che potrei ancora vivere a Londra.

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Ascolta : 'Song Of Our Mothers' della Fat White Family (Without Consent/2016)

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Questo articolo è stato redatto dalla redazione di La Parisienne de cafébabel. Denominazione d'Origine Controllata.

Translated from Fat White Family : une famille hardcore