Europeans Now: "potremmo fare il culo a chiunque!"
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Alexander Damiano RicciFélix Marquardt, esperto PR, e Daniel Cohn Bendit, parlamentare UE, hanno firmato insieme un editoriale del New York Times: "Vogliamo rendere sexy l’Europa, prima delle elezioni europee del 2014!", scrive la coppia che, contemporaneamente, lancia il movimento intergenerazionale Europeans Now. Il loro modello? Puerta del Sol, piazza Taksim e piazza Tahrir. Rivoluzione o buco nell'acqua?
Cafébabel: Perché il vostro progetto politico, Europeans Now, costituisce una novità?
Félix Marquardt: In molti hanno provato a veicolare questo messaggio, ma pochi sono riusciti a raggiungere i giovani. La nostra azione nasce dalla convinzione che, per la prima volta dal dopoguerra, le generazioni più giovani avranno un tenore di vita inferiore a quello dei loro genitori. Con Europeans Now non vogliamo creare un partito. Il mio sogno è far nascere un movimento pan-europeo che si avvicini a quelli di Taksim, Tahrir, Rio, San Paolo e Puerta del Sol. Purtroppo tutti questi movimenti erano antagonistici e non si sono impegnati in maniera propositiva. Per questo vogliamo utilizzare le nuove tecnologie e i social media: da Thunderclap al Crowdsourcing.
Cafébabel: Ma i movimenti di protesta del sud-Europa agivano, mentre voi non proponete niente di concreto in fondo…
Félix Marquardt: Abbiamo tre pilastri ideologici: il movimento sarà trans-nazionale, trans-generazionale e a-partitico. D’altra parte, a piazza Tahrir (Egitto, ndr.), o a piazza Taksim (Turchia, ndr.), venivano proposte delle politiche specifiche? Non mi si venga a dire che a Puerta del Sol c’era uno spirito costruttivo. Quello che voglio io invece è un movimento propositivo. Personalmente, credo che i movimenti a Taksim e Tahrir possano essere riassunti con un: "Erdogan, Moubarack, fuck you, noi non ci stiamo!". Dopo di che, se questo progetto prende piede e cominciamo ad avere dei contatti con questi movimenti, ben venga: la porta è aperta a tutti!
Cafébabel: Chi può partecipare al movimento?
Félix Marquardt: Tutti coloro che prendono come punto di riferimento le istituzioni europee e non quelle nazionali. Coloro che hanno una prospettiva transnazionale, pan-europea e che sono disposti a un ribilanciamento del potere politico verso le generazioni più giovani. Non importa che siano marxisti o nazionalisti. Ciò che conta è che cambino il loro modo di discutere dei problemi comuni.
Cafébabel: Non c’è il rischio che il movimento si trasformi in un grande spettacolo e basta?
Félix Marquardt: Creo questo movimento a titolo personale. È per questo che abbiamo lanciato un articolo su decine di quotidiani: un grande iniziativa mediatica. Spero che abbia successo, ma se il progetto non decolla non posso farci nulla. Si deciderà tutto dopo questa settimana.
Cafébabel: Questa tempesta mediatica mira a creare qualcosa in funzione delle elezioni del parlamento europeo, nel 2014? Félix Marquardt: Ribadisco che l’idea non è quella di creare un partito. Se riuscissimo a mobilitare un grande numero di persone sarebbe ideale creare una sorta di "patto europeo". Due punti fondamentali: la creazione di un passaporto europeo e un programma erasmus potenziato… Sarebbero già ottimi risultati. Inizialmente, si tratterà di convincere le persone ad andare a votare per le elezioni europee del 2014. Voglio che mio figlio cresca in un'Europa che cammini a passo spedito e che non si trascini come uno zombie. È come se fossimo sul Titanic, vedessimo l’iceberg e non facessimo nulla per evitarlo. Dobbiamo prendere in mano il nostro destino, altrimenti creeremo una seconda generazione di miseria e disoccupati. Anche io lo sono stato e ricordo come la mattina non riuscissi ad alzarmi: non avevo fiducia in me stesso. Abbiamo creato una generazione che si sente "presa per il culo".
Cafébabel: Credi che riuscirete a raggiungere anche le persone meno istruite? Non rischiate di rivolgervi soltanto agli "Eurobubblers"?
Félix Marquardt: Ho avuto uno scambio di opinioni con un amico che lavora al MIT Media Lab. Mi ha confessato che l’idea era geniale, ma che purtroppo sarebbe stata accolta e capita soltanto da chi legge i giornali. E i giovani oggigiorno non leggono più. È la generazione TLDR - "too long didn’t read". Così mi sono chiesto: come raggiungiamo queste persone? Lanceremo una campagna multimediale e cercheremo di contattare chiunque tramite Twitter e Facebook: poche immagini, ma soprattutto video.
Cafébabel: Chi finanzia il movimento?
Felix Marquardt: Per ora ho pagato tutto di tasca mia. Se il movimento prende piede allora diventerà autosufficiente. È questa la nostra idea. Ho chiesto a chiunque di contribuire, per esempio anche a Joe Trippi che ha partecipato della campagna di Obama.
Cafébabel: Perché hai deciso di coinvolgere Daniel Cohn Bendit?
Félix Marquardt: Metterei la mano sul fuoco che nessuno conosce i membri del parlamento europeo della propria nazionalità: é uno scandalo! I governi nazionali mandano dei clown al parlamento europeo. Daniel Cohn Bendit, al contrario, è una persona con cui condivido idee e prospettive: è un uomo del progresso. È stato il leader del movimento studentesco che ha portato alla caduta del generale De Gaulle. Lui "è l’Unione Europea", la incarna a pieno.
Cafébabel: E quale sarebbe il vostro piano per cambiare gli equilibri di potere in Europa?
Félix Marquardt: Data la situazione attuale, anche se l’intero parlamento europeo fosse occupato dai federalisti, non cambierebbe nulla. Alla fine sono comunque i governi nazionali che controllano l’Europa. È per questo che, in realtà, l’obiettivo principale sono le elezioni nazionali. Dobbiamo riuscire a fare abbastanza "baccano mediatico", in modo da sopravvivere anche dopo le elezioni europee. Abbiamo bisogno di eleggere politici nazionali che siano d’accordo a devolvere più potere decisionale alle istituzioni europee.
Cafébabel: Ti senti veramente europeo? L’idea di “EuropeansNow” è nata da un giorno all’altro?
Félix Marquardt: Sono figlio di un uomo che viene da Breslavia e che ha sposato una donna greca di origine ungherese, cresciuta nel Bronx. Ma io sono nato a Parigi, quindi: sì, mi sento dannatamente europeo! Oggigiorno l’Europa sta diventando la classe degli studenti peggiori, a livello globale. Eppure, gli europei sono gli unici idioti a non credere in se stessi e nell’Europa. Americani, brasiliani e cinesi non vogliono e non hanno tempo per parlare con i francesi, con i belgi o con gli inglesi separatamente. Vogliono parlare con l’Europa e agli europei. Nessuno ha ancora dato una risposta decente alla domanda di Kissinger: "Chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?".
Cafébabel: …si potrebbe provare a chiamare Herman Van Rompuy (presidente del Consiglio europeo, ndr.)
Félix Marquardt: Certo (sic!)... Scherzi a parte, dobbiamo smetterla di dubitare del nostro progetto continentale. Probabilmente l'Unione Europea è l’idea politica più ambiziosa dalla creazione degli Stati Uniti d’America a questa parte. Se riuscissimo a cogliere l’attimo, se decidessimo di essere europei fino in fondo, se agissimo tutti insieme, potremmo letteralmente "fare il culo a chiunque!".
Translated from Europeans Now : « les Européens sont bien les derniers imbéciles à ne pas croire en l’Europe »