Europa Bazaar: "Dell'Ue se ne fregano tutti!"
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Giulia LenaIn un'Europa afflitta dalla crisi economica e sociale, un ragazzo francese, appassionato di radio, se ne va in giro con il suo microfono per far sentire la sua voce e incontrare la generazione Erasmus. Da Londra a Berlino, passando per Bruxelles: ecco come nasce la trasmissione Europa Bazaar. Intervista.
"Dell'Ue se ne fregano tutti!", ma non lui. Antoine Lheureux, musicista e giornalista, ha avuto l'illuminazione a Londra mentre animava una trasmissione mattutina su French Radio London: il futuro dell'Europa passa per l'Europa! È così che decide di lanciare una trasmissione dedicata alle persone dai 18 ai 45 anni, alla cosiddetta "generazione Eramus", i cui pionieri hanno partecipato al programma di scambi europeo nel 1987. Così, le prime 4 trasmissioni del 2013 vengono trasmesse sulle frequenze di French Radio London. Antoine decide però di fare i bagagli e installare la sua attrezzatura sonora a Berlino, dove con l'aiuto del corrispondente di RFI (Radio France Internationale), registra 2 nuovi brani. Poi approfitta del momento per partire verso l’Europa dell'est da dove scrive un reportage. Oggi, la sua avventura lo porta a Bruxelles, dove sta preparando la sua nuova trasmissione.
Cafébabel (Cb): Parlaci del concetto della tua trasmissione: "Europa Bazaar".
Antoine Lheureux (A.L.): È una trasmissione di 45 minuti con reportage, cronache, quiz e un ospite. Per ora è abbastanza classica, ma di puntata in puntata cerco di raffinarne la linea editoriale e l'identità sonora "elettronica e innovativa". Parlo della generazione Erasmus, ma non solo di quello. Sebbene l'Unione europea sia una piattaforma formidabile, molti se ne fregano, soprattutto a causa la crisi economica di oggi. Io, invece, penso che sia un vero mezzo per avvicinare i cittadini di diverse nazionalità. I ragazzi che sono partiti in Erasmus, mantengono vivi i contatti con gli altri europei che hanno incontrato grazie ai social network.
Hai definito "Europa Bazaar" come una piattaforma comunitaria e participativa, come funziona?
A.L.: Spero di riuscire a sviluppare una comunità di internauti sulla pagina Facebook e di invitarli a proporre temi e a commentare i reportage trasmessi.
Cb: Di cosa si parla nella tua trasmissione?
A.L.: Nell'ultima puntata, evoco l'impatto in Europa delle intercettazioni della NSA con il mio ospite Ulrike Guérot, saggista e analista. Uno psicologo sociale, Luke Tudge, analizza nella sua rubrica gli stereotipi che riguardano gli europei. Questa volta ci siamo chiesti perché i francesi abbiano la reputazione di essere "arroganti". Il reportage è dedicato alla pratica della religione cattolica in Polonia. Ci sono anche rubriche "storia" e "turismo", così come quiz sugli aspetti culturali di ciascun Paese. E poi, visto che amo la musica elettronica, voglio far conoscere ai più giovani questo genere con l'aiuto di una blogger francese che vive a Berlino. Ho realizzato anche un reportage sul festival Plötzlich am Meer in Polonia.
Cb: Come hai sviluppato un tale interesse per l'Europa?
A.L.: All'inizio, era ben lontana dalla mia area di interesse. Dopo la mia formazione in giornalismo, ho animato le trasmissioni di informazione delle radio locali nella mia regione d'origine, vicino a Lione. Sono poi partito alla volta dell'Inghilterra, poiché volevo imparare a fare radio "alla inglese". A Londra, sono cresciuto in un ambito internazionale e là si è sviluppato il mio interesse per l'identità europea.
Cb: Chi ti sostiene nella tua iniziativa? Come si finanzia un progetto del genere?
A.L.: Il supporto si costruisce grazie ai contatti che ti crei. French Radio London e il corrispondente di RFI a Berlino, Pascal Thibaud, mi hanno aiutato a registrare in studio le trasmissioni. Inoltre, mi avvalgo dell'aiuto di diversi cronisti e giornalisti che vengono a dare il loro contributo alla trasmissione. Per il momento, me la cavo come posso. Ho semplicemente comprato un registratore digitale. Mi trasferirò presto a Bruxelles per arrivare veramente al cuore delle istituzioni, ma anche per trovare dei veri e propri sponsor.
Cb: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A.L.: Una volta che sarò a Bruxelles, darò gli ultimi ritocchi alla prossima puntata, prevista per fine febbraio. Spero di poter fare un'emissione al mese, prima di rientrare in Francia fra qualche mese. L'idea è di poter proporre il mio concetto nelle frequenze delle radio estive che danno spesso spazio a nuove trasmissioni. Mi piacerebbe anche riuscire a creare una trasmissione multilingue, sarebbe geniale e corrisponderebbe allo spirito stesso di quello che è un grande bazaar europeo!
PER ASCOLTARE Antoine Lheureux, VISITATE IL sitO DI Europa Bazaar e PARTICIPATE ALLA COMUNITà DEGLI ASCOLTATORI ATTRAVERSO LA pagINA Facebook dEL PROGETTO.
Translated from Europa Bazaar, la voix des jeunes européens