Eurojam, l'Europa del domani
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Cosa succede se il dialogo riguardo all’Europa, alle sfide e alle speranze per il futuro si sposta dai palazzi di Bruxelles a un bosco affollato di tende nel cuore della Normandia? Dal 3 al 10 agosto fra sentieri, fuochi e bandiere sventolanti erano in 12.000 a scoprire la nuova Europa.
Una strada lunga e dritta, senza interruzioni né curve. A lato chilometri di foresta, felci e prati. E nel mezzo un via vai di ragazzi e ragazze che corrono, giocano, si cimentano ad accendere fuochi sfidando l’umido clima normanno, stringono la mano a nuovi amici provenienti da ogni angolo d’Europa. È stato questo il teatro dell’Eurojam 2014, l’incontro internazionale della Federazione dello Scautismo Europeo (UIGSE-FSE), che si è tenuto dal 3 al 10 agosto a Saint-Evroult-Notre-Dame-Du-Bois, in Normandia. 12.000 partecipanti, con bandiere che portavano i colori di 18 paesi: Francia, Italia, Germania, Inghilterra, Romania, Polonia, Bielorussia, Russia, Spagna, Portogallo, Belgio, Canada, Svizzera, Repubblica Ceca, Lituania, Polonia, Slovacchia ed Ucraina.
UNA “CITTA’ EUROPEA NEL BOSCO”
Avete mai sentito parlare di sopraelevate, legature, fuochi rialzati e froissartage? Forse no, se non siete scout. Ma per chi lo è, questi sono gli elementi fondamentali per poter affrontare qualsiasi campo e, soprattutto, qualsiasi condizione meteorologica. Ed ecco quindi come un bosco totalmente sgombro si può trasformare, nel giro di pochi giorni, in un labirinto gremito di costruzioni di legno, strette con cordini e funi. Una “città nel bosco” che ha visto scout dagli 11 ai 15 anni, riuniti in piccoli gruppi con nomi d’animali, chiamati squadriglie, vivere un momento di incontro internazionale, scoprendo la somiglianza e la diversità dei compagni stranieri. Durante i giorni di campo si sono susseguite occasioni d’incontro e conoscenza, di scambio di tecniche, canti e danze tipiche delle diverse nazioni, e anche di specialità culinarie. Ma chi sono gli scout d’Europa? E qual è stato il vero significato di quest’incontro?
SOGNI E SPERANZE, TRA PRESENTE E STORIA
La Federazione dello Scoutismo Europeo nasce nel 1956, a Colonia, quando un gruppo di scout tedeschi, austriaci e francesi con lungimiranza e coraggio decide di dare il via a un’esperienza che possa creare un legame fra i diversi gruppi scout nazionali. Sono gli anni dopo la guerra, sono anni di ricostruzione, fermento e nuove speranze. Sono gli anni in cui si inizia a pensare a un progetto europeo e si parla di pace, svolta e cambiamento, gli anni in cui si fanno sentire forti le parole di Robert Schuman, uno dei “padri dell’Europa”. Proprio Schuman, il principale fautore del primo accordo d’integrazione economica europea, è stato il personaggio che è stato scelto come chiave dell’Eurojam.
E così non è stato un caso che l’incontro si sia tenuto in Normandia, terra fondamentale per la storia dell’Europa, e che si sia ricordato il centenario della prima guerra mondiale, ma anche la nascita dell’Unione Europea e la transizione verso la pace, e che le parole di Schuman siano state il filo conduttore di queste giornate: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. (…) L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto".
LA FORZA DELL'INCONTRO
Non è sempre facile percepire e sentirsi parte di questa realtà che ci circonda e che si chiama Europa. L'associazione degli scout d'Europa cerca quindi di portare nella realtà qualcosa che potrebbe sembrare astratto, di accendere questa consapevolezza e attivare legami che rimarrebbero altrimenti sopiti. Questo Eurojam non è stato l'unico incontro a livello europeo, come ci racconta Philippe, scout italo-francese. Lui, come molti altri partecipanti, ha già preso parte al precedente Eurojam del 2003, in Polonia, e all'Euromoot, che è invece un incontro di cammino itinerante, svoltosi sempre in Polonia nel 2007. Secondo Philippe l'Eurojam è una grande occasione per poter capire persone diverse da noi, per esplorare le loro tradizioni e le loro vite, ed è questa la base per mantenere dei veri legami tra le nazioni. Nell'incontro e nel confronto all'inizio si vedono solo le differenze, ma poi pian piano affiorano anche le somiglianze, tutto ciò che ci unisce e non ci fa sentire diversi. E forse, sentendosi uniti da queste somiglianze e valori condivisi, e considerando le differenze come ricchezza, si potrà davvero costruire qualcosa verso una stessa direzione, insieme.