Euro-scene a Lipsia: teatro di frontiera tra est e ovest
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nandhan molinaroMentre i paesi europei litigano sull'ultima tranche di aiuti per la Grecia e i paesi dell'Europa del sud s'infervorano per la spending review ma anche contro la Germania e Angela Merkel, un festival teatrale nella Lipsia est europea riconcilia le due facce dell'Europa.
Da 22 anni, a novembre, ogni anno, a Euro-scene, teatri dell'Europa dell'est e dell'ovest, ma anche del nord e del sud, condividono lo stesso palcoscenico. Quest'anno sotto lo slogan "Herbstzeitlose - Colchico d'autunno". Il futuro del festival, tuttavia, è incerto.
Un uomo anziano se la fa nella mutande per la terza volta. Di nuovo il figlio comincia a tranquillizzare il padre che si lamenta, e a rimuovere le chiazze marroni dalle quinte per lo più bianche dell'appartamento. Puzza di uova marce. Dallo sfondo, un enorme volto di Cristo guarda come a rassicurare il padre e il figlio, ma anche il pubblico di sotto. La pièce di Romeo Castellucci "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" ha aperto quest'anno euro-scene, il festival del teatro contemporaneo europeo di Lipsia. La messa in scena del regista italiano e della sua compagnia Socìetas Raffaello Sanzio ha causato, dal suo debutto nel 2010, proteste in tutta Europa. Le reazioni sono andate dalle lacrime e dallo scombussolamento, fino alla disapprovazione e al ribrezzo.
Uno spettacolo coerente con i gusti della direttrice del festival, Ann-Elisabeth Wolff. Perché lei con i "suoi" spettacoli vuole commuovere o irritare, provocare opinioni e discussioni. Vuole un teatro che susciti emozioni: a questo sono abituati i conoscitori del teatro immaginifico di Castellucci. Alla fine della rappresentazione, l'immenso ritratto di Cristo diAntonello da Messina (1465) viene bersagliato con bombe a mano da un gruppo di bambini. Che però non riescono a distruggere l'immagine di Gesù. La disperazione di un'intera generazione di fronte al dolore e all'impotenza, l'imperturbabilità di Cristo davanti a tutto ciò, il senso di Dio oggi: le immagini create sulla scena possono essere interpretate da ogni spettatore a suo modo.
Alle frontiere del teatro sperimentale
Il pezzo di Castellucci è solo uno dei dodici spettacoli ospitati quest'anno da euro-scene, che ha avuto luogo all'inizio di novembre a Lipsia, la più grossa città della Sassonia. Dal 1990, ogni anno, in autunno, artisti di tutta Europa animano per circa una settimana la scena culturale del luogo. La Wolff considera compito del festival non solo la selezione di spettacoli innovativi di professionisti dallo stile personale ma anche la creazione di una piattaforma tra l'est e l'ovest europeo per scovare nuove tendenze e riportare l'attenzione su rilevanti questioni sociali. Quest'anno sono arrivate compagnie di danza e teatro, tra le altre, dall'Italia, dal Belgio e naturalmente dalla Germania, ma anche dalla Lituania, dalla Slovenia e pure dal Kosovo.
Yue Medlin Yue da Pristina affascina non attraverso una messinscena raffinata, ma con l'autenticità che i sei interpreti mostrano sulla scena. La storia tragicomica raccontata con semplicità di mezzi commuove: una famiglia rom che, rimpatriata dalla Germania dopo la fine della guerra in Kosovo, cerca di inserirsi nella caotica società della nuova repubblica fondata nel 2008. Una vita portata sul palco ed esaminata da diversi punti di vista. Una pièce che parla anche dei rom nell'Europa contemporanea, senza cadere nel patetico.
Una metafora delle esperienze limite, del rapporto tra la vita e la morte. Così la direttrice Wolff interpreta lo slogan di quest'anno del festival "Herbstzeitlose - Colchico d'autunno". Questa pianta fiorisce all'inizio dell'autunno, quando le altre sono già sfiorite. L'opera omonima della compagnia di teatrodanza di Bielefeld, guidata dal coreografo Rainer Behr (celebre per i suoi lavori insieme alla compagnia di Wuppertal di Pina Bausch), si svolge infatti in un'atmosfera cupa. Danzando sopra e accanto a un cumulo di macerie, l'ensemble sfiora il suo limite e cerca di superarlo. Non sempre i rapporti sono chiari. Sono soprattutto le intense espressioni del volto dei danzatori che trascinano dentro quello che succede sulla scena.
In modo simile agisce il coro di donne di Varsavia. Anche le 25 donne di generazioni e stili differenti sono insoddisfatte, vogliono scappare. Lo sguardo indirizzato al pubblico di una schiera di volti in collera produce un effetto opprimente, lo scambio di ricette di cucina rasserena. "Tu móvi chór" ("Ora parla il coro") colpisce per l'insieme delle voci, della mimica e del corpo come anche per l'associazione di diversi stili musicali.
Dopo 22 anni, il festival prossimo alla chiusura?
Euro-scene, con un budget che attualmente è di circa 660.000 euro, non può permettersi il debutto di grandi compagnie. La sua particolarità rimane la presenza di compagnie dell'est europeo. Quest'anno sono stati presentati sette prime tedesche di piccole produzioni, tra cui lo spettacolo di Pristina. Euro-scene non è quindi un festival che attira spettatori da tutta la Germania, ma piuttosto un punto di incontro per persone dell'area di Lipsia per vedere che aria tira nel teatro europeo.
Quest'anno cessano i finanziamenti della BMW, che per 11 anni ha donato circa un terzo dei 600.000 e passa del budget complessivo
Questo è possibile non per ultimo grazie all'impegno della direttrice Wolff, che tiene aggiornato il festival con entusiasmo e tenacia. Ciò nonostante lo svolgimento di euro-scene 2013 non è assicurato, perché con quest'anno cessano i finanziamenti della BMW, che per 11 anni ha donato circa un terzo dei 600.000 e passa del budget complessivo. Intanto rimane però stabilito che il festival si farà anche il prossimo anno. Già adesso euro-scene viene sostenuto solo da un gruppo di cinque persone. Senza i numerosi stagisti che lavorano durante la settimana del festival, non potrebbe avere luogo. Accanto ai grandi palchi di Lipsia, come l'Opera, vengono coinvolti sempre più spesso anche piccoli teatri e palcoscenici non ordinari. Soprattutto per motivi finanziari, alcuni spettacoli vengono presentati nell'evangelica Peterskirche, che per fortuna è gestita un prete tollerante e bendisposto. Senza di lui sarebbe improbabile vedere in una chiesa scene come un uomo nudo che soddisfa le più basilari esigenze fisiologiche sul pavimento e le tonanti bombe a mano contro il volto di Cristo.
Foto: copertina Castellucci ©euro-scene/Klaus Lefebvre; nel testo: Sul concetto di volto nel figlio di Dio della Socìetas Raffaello Sanzio ©euro-scene/Klaus Lefebvre, "Herbstzeitlose" ©euro-scene /Ursula Kaufmann, il coro di Varsavia ©euro-scene/Witold Meysztowicz;
Translated from euro-scene Leipzig: Theater-Drehscheibe zwischen Ost und West