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English-only Italy?

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Le politiche linguistiche

Cari amici, Nel dicembre scorso, il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca ha emanato quattro decreti per il riordino dei cicli scolastici. Il tratto saliente della Riforma della scuola della Gelmini è la marginalizzazione di fatto della seconda lingua comunitaria dalla Scuola italiana. Ne avevamo già parlato tempo in diverse occasioni, ma adesso è scritto nero su bianco.

La scuola media oggi offre tre ore di inglese e due di seconda lingua. Dal prossimo anno scolastico, invece, le famiglie potranno scegliere di utilizzare il monte ore settimanale della seconda lingua comunitaria per "potenziare" l'inglese. Si prefigura quindi una scuola pubblica dominata dall'ideologia dell'English-only, in spregio alla cultura, alla tradizione e ai principi di pluralismo e di multilinguismo dell'Unione europea. Mentre nel resto d'Europa di studiano sempre più lingue straniere, in Italia si va verso una sempre maggiore riduzione e appiattimento sull'inglese. Invece di investire risorse nell'insegnamento linguistico che porta moltissimi vantaggi anche sul mondo del lavoro, la Gelmini preferisce puntare tutto sull'inglese, mentre ormai è sempre più chiaro che sono le competenze plurilingue ad essere premiate.

Non mi stupirei, infine, se per ripicca la Spagna, la Francia, il Belgio, la Germania e l'Austria disinvestissero risorse dall'insegnamento dell'italiano come L2. Un vero gioco al massacro, da cui escono tutti perdenti, tranne, ovviamente, i paesi anglofoni.

Piena solidarietà quindi con l'Associazione nazionale degli insegnanti di lingue straniere, che sta portando avanti una sacrosanta opera di sensibilizzazione contro questa politica linguistica profondamente miope e sbagliata.