Energia nucleare: minacce alla Spagna ecologista
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Mauro MorabitoDietro all'accordo siglato tra Berlusconi e Sarkozy affinché la Francia costruisca delle centrali nucleari in Italia, si nascondono le ombre per la riconquista del nucleare in Europa.Ad ogni crisi economica insorgono le illusioni dell'energia nucleare
La compagnia energetica pubblica francese, EDF si è alleata con il suo corrispettivo italiano, l'ENEL, per costruire 4 nuove centrali sul suolo italico. Silvio Berlusconi, che continua a governare il suo Paese come se fosse una ditta, ossia a colpi di sondaggi e di decisioni personalistiche, ha definitivamente seppellito il referendum nazionale del 1986, che aveva visto una massiccia e concertata sollevazione degli Italiani contro il nucleare. Tanto peggio per noi. Anche se è vero che oggi il 53% degli Italiani si dicono favorevoli ad una ripresa del nucleare, già molti presidenti regionali hanno proclamato che si opporranno alla costruzione di impianti nucleari sul proprio territorio. Ciò nonostante, il governo conservatore di Berlusconi, che ha dato del “fondamentalista” agli ecologisti, ha annunciato che per la fine del 2020 verrà completata almeno una nuova centrale nucleare.
Tutto questo durante la stessa settimana in cui ENEL si è accaparrata il 92% delle azioni di ENDESA, la più importante compagnia energetica spagnola. Se a questo aggiungiamo che Spagna e Francia stanno per costruire una nuova connessione elettrica attraverso i Pirenei, che la Spagna compra l'energia nucleare francese e che perfino i sindacati delle compagnie energetiche spagnole reclamano poter scommettere sulle centrali nucleari per ridurre il costo dell'energia, è facile dedurne che appena Zapatero dovesse finire il suo mandato, il breve sogno ecologista della Spagna sarebbe infranto.
Marea nucleare: affinché l'ultimo scoglio spagnolo non ceda
È ormai passato più di un mese dal 26 gennaio, quando su impulso di Germania, Danimarca e Spagna è nata IRENA, l'alternativa rinnovabile all'Agenzia internazionale dell'energia atomica, AIEA. Perché in effetti ci sono tre differenze principali tra Spagna e Italia sulla questione nucleare. Innanzitutto la maggioranza della popolazione spagnola si dice contraria all'apertura di centrali nucleari: a confronto con la media europea di favorevoli al nucleare, 44% secondo dati dell'Eubarometro di agosto 2008, solo 24% degli Spagnoli si dicono “pienamente a favore”, mentre ben 57% “totalmente a sfavore”. In secondo luogo, e meno male, la Spagna si trova in testa ai paesi europei che hanno scommesso sulle , come il solare, l'eolico, la geotermia o la biomassa. Tutti i mesi vengono annunciati nuovi record di produzione energetica attraverso fonti rinnovabili e secondo le previsioni nel 2010 addirittura il 29% dell'energia generata in Spagna dovrebbe poter provenire da fonti rinnovabili. In ultimo, gli imprenditori spagnoli ripongono grandi speranze nel piano annunciato dal presidente americano Obama, di riorientare la produzione energetica verso le rinnovabili, cosa che permetterebbe alle imprese spagnole di punta nel solare e nell'eolico di entrare nel mercato statunitense, senza molta concorrenza.energie rinnovabili
Il fantasma dell'inquinamento
E in ultimo, la Spagna continua ad essere il paese europeo più indietro nella tabella di marcia per la riduzione delle emissioni di CO2 secondo i dettami del Protocollo di Kyoto. E per questo si riduce a comprare, come soluzione ultima, le quote di emissioni di paesi dell'est europeo come Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca o dei paesi baltici. Ma nonostante tutto, la crisi gioca a favore della situazione: nel 2008, le emissioni nel settore elettrico si sono ridotte del 17% rispetto all'anno precedente. (Photos : )
Translated from Energía nuclear: España en el disparadero