Elsa Kopf: enfant terrible
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Piera FiammenghiUn incontro tra dolcezza e musica con la cantante Elsa Kopf e il compositore-arrangiatore Pierre Faa: una coppia gentile, ma tutt’altro che timida.
Arriviamo all'appartamento in stile giapponese di Pierre, nel cuore di Montmartre (Parigi, ndr.), per la pausa del tè. Lui ci offre un sorriso timido e una stretta di mano vigorosa; lei, un'uniforme da scolaretta e uno sguardo malizioso. Elsa ci fa accomodare, mentre si siede a terra con il suo tailleur sistemandosi la gonna plissettata. "Si comincia?", sembra chiederci con il suo sguardo.
UN FUOCO SOTTO IL GHIACCIO
Ci aspettavamo un'intervista acqua e sapone e invece Elsa ci racconta di passioni amorose e calienti notti argentine. Ma lei è così, sempre pronta a stupirci, mentre sussurra "sconcezze" con voce affabile in "Les Enfants Insolents" e mentre supplica il suo amante di chiamare "Un chat, un chat", frase che dà il titolo all'omonima canzone. Una ragazza "Meravigliosamente pericolosa", che ha trovato in Pierre Faa un complice con cui dare libero sfogo alla sua fantasia. Sotto il suo influsso, il folk del primo album sfuma nella musica elettronica. Siamo circondati da sintetizzatori, omnichord e souvenir di ogni sorta, portati dai loro ultimi viaggi. "Mi piace divertirmi", dice con un sorriso birichino; viene voglia di alzarsi e darle un pizzicotto sulla guancia.
Elsa, vulcanica e dolce allo stesso tempo, ci coinvolge e ci cattura. Quando affermo che, per alcuni, l'inglese è per natura più melodioso, scatta dicendo: "non direi mai una cosa del genere, negherei la superiorità di una lingua sulle altre". Eppure, dal momento in cui, all'età di 8 anni, si innamorò perdutamente di Elvis Presley, questa lingua le viene spontanea: "è come se lo avessi sempre saputo". Elsa è andata a cercare la bellezza in giro per il mondo, viaggiando dall'America del Sud alla Spagna, Paese in cui la giovane ragazza francese vivrà per i prossimi anni. "Si godrà la vita" componendo, divertendosi e imparando lo spagnolo: un altro idioma da aggiungere al suo già ricco bagaglio. Tuttavia, appena tornata in Francia, si è innanzitutto trasferita nel quartiere di Montmartre: "la collinetta che domina Parigi dall'alto", sussurra, mentre accarezza Charlie, il cane peluche che stringe per tutta la durata dell'intervista.
Nel disco Marvelously Dangerous, composto in 3 lingue – scusate se è poco - Elsa ha anche raccolto canzoni solo strumentali.
IL FAVOLOSO MONDO DI ELSA "POULAIN"
Indagando nel passato, si scopre che, per molto tempo, la nostra "principessa sul pisello" non ha voluto saperne di lasciare il suo castello immaginario. "La rue de Rivoli? Non sapevo nemmeno che esistesse", dice scoppiando a ridere. Tutto cambia il giorno in cui incontra il suo angelo custode, Jean-Marc Dumontet, proprietario di Point-Virgule e produttore di Nicolas Canteloup. "Ho fatto il primo concerto al teatro delle varietà davanti a un'intera platea di parigini", ricorda Elsa. Il comico la prende sotto la sua ala protettiva e gli assicura le prime apparizioni, a Parigi e nel resto della Francia: ogni sera su un palcoscenico diverso, chitarra in spalla, per suonare "davanti a spettatori venuti per vedere un comico e non certo una musicista che canta in inglese". Un esordio alquanto formativo.
Senza preoccuparsi del successo, oggi Elsa incanta il pubblico nei piccoli locali della capitale francese. Nella canzone Madrid, canta "lascia che ti ami come amo questa città", pur non avendovi mai messo piede. "Tutto questo è un'illusione ricercata: invito le persone a entrare nel mio mondo". E il suo mondo è confusione allo stato puro. In realtà, Elsa non è mai sola sul palco. "Mi piace molto inventare personaggi e metterli in scena", dice entusiasta con l'innocenza di una bambina di 10 anni. Quando, da piccola, giocava a fare le imitazioni, la cantante vestiva sempre i panni della ragazza avvenente. In Sugar Roses, per esempio, "sono la fidanzata di Jean Gabin in un film in bianco e nero, e preparo per lui delle rose di zucchero mentre sta partendo con la sua barca", ci racconta arrossendo in volto.
OSATE, OSATE JOSÉPHINE
"Il mio messaggio è che siamo più persone allo stesso momento e che bisogna ricorrere a ognuna di queste sfaccettature", confessa. In questo, il duo Elsa Kopf e Pierre Faa si trova in perfetta armonia. "Quando Pierre scrive un testo drammatico, mi chiede di comporre una musica armoniosa e viceversa", dice. "È come lo yin e lo yang", interviene il nostro amante dell'Oriente. Seduto dietro al mixer durante l'intervista, si unisce a noi dopo aver spento il microfono. Poi ci chiede: "vi piacciono i vinili?". Decide che in fondo ne meritiamo uno e ci regala il primo disco della sua protetta. "È davvero importante lavorare con persone delle quali ti fidi ciecamente – sottolinea Elsa, – è questo che ci permette di osare". E infatti, per il prossimo lavoro, la nostra coppietta sta già pensando a una sorta di "punk candy trash". Come non crederle?
Video Credits: Elsa Kopf/youtube
Translated from Elsa Kopf : l'enfant terrible