Elezioni regionali in Germania: uno schiaffo alla Merkel?
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Le elezioni regionali di domenica scorsa in Germania, che hanno interessato i Länder di Baden-Württemberg, Renania-Palatinato e Sassonia-Anhalt, saranno ricordate per l’avanzata del partito di destra e anti-immigrati Alternativa per la Germania. Ma si tratta davvero di una bocciatura della gestione della crisi dei rifugiati di Angela Merkel?
Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD) ha basato la compagna elettorale principalmente – se non esclusivamente – sul rifiuto della politica di accoglienza dei rifugiati di Angela Merkel, e ha ottenuto uno straordinario risultato nei tre Länder in cui si è votato: il 12,6% in Renania-Palatinato, il 15,1% in Baden-Württemberg e addirittura quasi il 25% nella Sassonia-Anhalt. L'Unione democristiana (CDU) della Merkel invece, ha perso ovunque, anche se è bene ricordare che il calo di consensi si è attestato tra i 2 e 3 punti percentuali, con l’unica eccezione del Baden-Württemberg (-12%). Dunque, cosa può significare questo responso delle urne regionali per la politica nazionale? Si tratta davvero di una bocciatura o di un segnale inviato al Governo federale della Cancelliera?
Calano i Socialdemocratici
Un arretramento insomma, ma non una caporetto. La sorte peggiore è infatti toccata ai partiti della sinistra. Il Partito socialdemocratico (SPD), salvo l'ottimo risultato nella Renania-Palatinato, ha subito un calo vistoso sia in Baden-Württemberg (-10%) sia in Sassonia-Anhalt, diventando con poco più del 10% il quarto partito, addirittura dietro all’AfD. Pessimo anche il risultato della Sinistra radicale (Die Linke): non solo non è riuscita nuovamente a superare la soglia di sbarramento nei due Länder dell’Ovest, ma ha anche registrato un significativo calo (-7%) in uno dei suoi principali feudi, la Sassonia-Anhalt.
Il partito dei Verdi (Die Grünen), invece, ha ottenuto un successo strepitoso in Baden-Württemberg, diventando con il 30% dei voti il primo partito. Questo risultato storico è principalmente spiegabile con l'ampio consenso personale di cui gode Kretschmann, il leader conservatore dei Grüne, che non è però riscontrabile anche negli altri due Länder. Qui, al contrario, i Verdi hanno subito un vistoso calo (-10% in Renania-Palatinato e un deludente 5,2% in Sassonia-Anhalt). Infine, ritorna sulla scena il Partito liberale (Freie Demokratische Partei, FDP), che (con l'unica eccezione della Sassonia-Anhalt) ha superato la soglia di sbarramento sia in Baden-Württemberg che nella Renania-Palatinato.
AfD avanza. Addio coalizioni?
Un punto appare chiaro. Queste elezioni mettono in luce la crescente difficoltà nel formare coalizioni di governo: non solo le storiche coalizioni di governo di centrodestra (CDU-FDP) e centrosinistra (SPD-Verdi) sono numericamente irrealizzabili. Ma anche l'espediente della grande coalizione tra CDU e SPD, praticata a livello federale, sembra non poter più bastare. Nella Sassonia-Anhalt l’unica coalizione politicamente possibile è quella tra CDU, SPD e Verdi. In Renania-Palatinato si discute di un'alleanza tra SPD, FDP e Verdi, mentre in Baden-Württemberg appare probabile la nascita di un'intesa Verdi-CDU, guidata dai primi.
L’AfD con queste elezioni ha confermato il suo radicamento nel sistema partitico tedesco, a destra della CDU. La loro relazione è l’aspetto attualmente più interessante nell'arena politica tedesca. L'AfD, con il suo profilo conservatore, si presenta soprattutto come un'alternativa per quegli elettori della CDU delusi dal corso progressista intrapreso dalla Merkel negli ultimi anni. Tuttavia, secondo i primi dati di alcuni studi sui flussi elettorali, una parte consistente degli elettori dell'AfD non proviene dalla CDU – come alcuni hanno sostenuto – ma dal bacino degli astensionisti. Ciò non toglie però che l'AfD rappresenti una spina nel fianco per la CDU.
Schiaffo alla Merkel, o no?
In queste elezioni si è assistito a una crescita della partecipazione elettorale, espressione della intensa discussione e polarizzazione della società tedesca rispetto alla crisi dei rifugiati. Queste elezioni sono state infatti vissute come una sorta di "referendum" sulla politica di accoglienza del governo Merkel. Da una parte ci sono i sostenitori della Cancelliera, rappresentati praticamente da tutti i partiti (a destra, al centro o sinistra) presenti nel Bundestag. Dall'altra, i suoi ferventi oppositori: i populisti di destra dell'AfD. Per questa ragione l'avanzata dell'AfD può essere letta semplicisticamente come uno schiaffo alla linea della Merkel.
Allo stesso tempo è interessante notare che quasi 3 elettori su 4 dell'AfD abbiano definito la propria scelta come un voto di protesta e non come un reale sostegno al programma politico del partito. Inoltre, se è vero che l’AfD ha ottenuto un importante risultato, è altrettanto vero che circa tre quarti degli elettori hanno optato per partiti che in sostanza sostengono la politica dell'accoglienza. Secondo questa chiave di lettura, a vincere questo "referendum" non è stata l'AfD, ma la Merkel. Anche se, stando ai sondaggi, oltre l'80% dei tedeschi ha delle riserve sulla gestione della crisi dei rifugiati messa in campo dalla Cancelliera. La partita, insomma, è ancora aperta.
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