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Elezioni europee: solo il 28% alle urne secondo l’Eurobarometro

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Default profile picture Alba Fortini

Politica

Mancano appena sette settimane alle elezioni per il Parlamento europeo ed il 62% degli elettori non sa che avranno luogo. Secondo l’eurobarometro solo il 28% andrà alle urne. La rassegna stampa di Eurotopics.

Le Quotidien, Lussemburgo

Nel quotidiano lussemburghese Le Qutotidien, Delphine Dard commenta così la mancanza di entusiasmo degli europei per le Parlamentari: «È una vera doccia fredda per il Parlamento. Innanzi tutto perché dal sondaggio emerge che il 53% degli intervistati non è assolutamente interessato alle elezioni ed il 62% ritiene che il proprio voto non cambierà proprio nulla. Nel sondaggio il Lussemburgo sembra essere in una buona posizione per quanto riguarda la partecipazione elettorale. Ma è poi un dato positivo, quando si sa che in Lussemburgo la partecipazione alle elezioni è obbligatoria? C’è la crisi, come mostra l’eurobarometro, gli europei sono preoccupati soprattutto dalla disoccupazione, dall’inflazione, dal potere d’acquisto e da problemi che collegano al loro Governo nazionale. (…) Sembra proprio che il Parlamento faccia fatica a spiegare ai cittadini le proprie iniziative in parole semplici. Durante la campagna elettorale si sforza per farsi pubblicità, ma per il resto resta nell’ombra».

ABC, Spagna

©europarl.eu«Il basso interesse per le elezioni europee non meraviglia», scrive Ignacio Camacho nel quotidiano spagnolo ABC, secondo il quale il Parlamento europeo rappresenta per molti politici una stazione di confino: «Da anni il Parlamento europeo è qualcosa come il rifugio privilegiato, una specie di deposito di lusso per politici ormai smessi, sfruttati fino al midollo nella politica interna o spinti da una parte all’altra nelle lotte fra partiti. La poltrona al Parlamento europeo è molto ben pagata, più di 7mila euro al mese più gettoni di presenza, spese ed extra; permette di viaggiare all’estero e di incontrare persone utili per i propri affari. Ed anche se la maggior parte delle decisioni del Parlamento ha relativamente poca importanza, danno l’impressione ai parlamentari di essere ancora politicamente attivi e di occuparsi di questioni di enorme importanza. È come del metadone per alleviare i sintomi dei dirigenti vicini alla pensione».

Göteborgs-Posten, Svezia

Al 64% degli svedesi le prossime elezioni europee interessano meno di niente, uno svedese su tre non sa neanche che ci sarà un’elezione. A tal proposito Malin Lernfeldt scrive nel quotidiano Göteborgs-Posten: «Bisogna affrontare seriamente la disinformazione, perché le elezioni europee sono importanti: in molti campi il Parlamento a Bruxelles ha molta più forza dei parlamentari svedesi. (…) Gli elettori svedesi devono rendersi conto che è veramente importante la composizione del Parlamento: se sono i Verdi o i liberali ad avere l’influenza maggiore, oppure se sono i conservatori o i democratici a portare le proprie proposte in tutta Europa. Che cosa vogliamo noi? In quale direzione devono muoversi il Parlamento e l’Europa? Se si ha un’opinione a riguardo, allora si ha anche un motivo per andare a votare».

NRC Handelsblad, Paesi Bassi

Il populista non deve voler distruggere l’Europa dall’interno, come un suicida, ma piuttosto restituirla al popolo. L’Europa è dilaniata da una divisione fra il cittadino medio, vicino alla propria nazione e scettico nei confronti dell’Europa, e l’élite che pensa globale, scrive il giornalista Christiaan Weijts nel NCR Handelsblad: «Abbiamo bisogno di un populista che sappia coinvolgere il cittadino medio negli affari generali. (…) Il populista è importante innanzi tutto perché i politici tradizionali sono troppo provinciali e vogliono farci credere che il nostro “pacchetto anticrisi” sia veramente utile, quando non può essere nulla di più che un ombrellino nella tempesta mondiale. Il populista può spiegare che l’Europa ha successo in campo economico, ma che deve ancora crescere in quello democratico. Proprio per aprire le porte dell’élite, Bruxelles ha bisogno di un rappresentante del popolo impegnato. Il populista non deve voler distruggere l’Europa dall’interno, come un suicida, ma piuttosto restituirla al popolo per costringerla ad essere trasparente e soggetta al controllo democratico.»

Etelä-Suomen-Sanomat, Finlandia

Il quotidiano finlandese Etelä-Suomen-Sanomat ritiene i media responsabili del disinteresse verso le elezioni europee: «I media dovrebbero guardarsi allo specchio, allora vedrebbero che danno un’immagine distorta: se si leggono gli articoli sull’Ue, non ci si può stupire della scarsa partecipazione. L’Ue è là, noi siamo qui, e con questo noi giornalisti ci sentiamo già soddisfatti. E l’Europa rock? Dai media non se ne sa nulla. L’attuale Ministro degli esteri, Alexander Stubb, ha dichiarato che l’80% delle leggi che interessano i finlandesi ha la firma dell’Ue. Il principio di Stubb si potrebbe chiamare populismo, perché in realtà nessuno sa l’ammontare preciso. Sicuramente è alto. È compito dei media informare sul come le decisioni influenzino, di fatto, anche la vita dei cittadini».

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Translated from Europawahlen, und keiner geht hin