ELEZIONI EUROPEE: IL PUNTO DI VISTA DEI GIOVANI
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Gaia ProitiSette giovani europei forniscono un’analisi delle elezioni europee che si terranno tra il 22 e il 25 maggio. Hanno l’impressione che le istituzioni europee siano un concetto astratto e che i media non li informino abbastanza a tal proposito.
Si tratta delle prime elezioni europee dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Secondo l’articolo 7 del trattato sull’Unione Europea (TUE), il Parlamento europeo eleggerà il Presidente della Commissione in base alla proposta avanzata dal Consiglio che terrà conto dei risultati delle elezioni. Il voto dei cittadini dell’Unione dovrebbe influenzare, quindi, indirettamente la scelta del futuro Presidente della Commissione.
I principali partiti europei, allora, hanno deciso di fare il loro gioco e di presentare un candidato. É la prima volta nella storia delle elezioni europee. Gli specialisti hanno ancora qualche dubbio sui risultati finali.
Ma come reagiscono i giovani a questo cambiamento?
“UN UOMO CALVO...CON GLI OCCHIALI”
Secondo Rok, trentenne, sloveno, non sarà certo questo cambiamento a incitare i cittadini ad andare a votare: «i cittadini non conoscono la ripartizione del potere in seno alle istituzioni europee. Se non ne conosci il funzionamento, perché dovresti andare a votare?».
«Io credevo che ci fosse un solo Presidente nell’UE. L’ho visto una sola volta, in televisione, quando è entrato in carica. Viene dal Belgio o dai Paesi Bassi, è un po’ calvo, ha i capelli grigi e porta gli occhiali». Ecco come Petr, ceco, 27 anni, descrive Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo. Ora, in occasione delle prossime elezioni europee si discute anche del sostituto di José Manuel Barroso, attuale Presidente della Commissione. «Non so davvero come funzionino le istituzioni», ammette Philipp. Come dire, la confusione regna sovrana quando si affronta il tema delle varie istituzioni.
ELEZIONI LONTANE DAI RIFLETTORI
In Ungheria, le elezioni nazionali si sono tenute due mesi prima di quelle europee. Pertanto, hanno attirato la completa attenzione dei media. «Ho sentito parlare solamente una volta delle elezioni europee, alla radio. Ma, al momento, tutti si concentrano sulle legislative del 6 aprile», ha dichiarato Dora, ungherese, di 26 anni, lo scorso 28 marzo.
«Non sapevo neanche che esistessero le elezioni europee! […] Ad ogni modo non ho sentito parlare di nulla, anche se non ho la televisione», ha risposto, dal canto suo, Petr. e Philipp, tedesco, 28 anni non ha sentito parlare nemmeno lui di elezioni del Parlamento europeo.
Jelena e Antonio, due venticinquenni croati, hanno già avuto qualche informazione sulle elezioni europee dalla radio e dalla televisione e affermano: «ci sono dei media a favore dei partiti di Sinistra ed altri che sostengono la Destra; sono al servizio degli esponenti politici».
UN TASSO DI PARTECIPAZIONE DISCRETO
Il tasso di partecipazione alle elezioni europee non era mai stato più basso di quello del 2009. In Slovacchia e Lituania, solo un cittadino su cinque si è recato alle urne. In tutta l’Unione, solo il 43% dei cittadini hanno deposto le loro schede elettorali. Questa volta la popolazione si mobiliterà?
Viki (Austria): «Non so. Le critiche mosse nei confronti dell’UE sono sempre più numerose e all’improvviso puó darsi che ciò incoraggi i cittadini a presentarsi alle urne».
Rok (Slovenia): «Non so, sarà per via della crisi. La gente spera, forse, in un cambiamento?».
Petr (Republica Ceca): «No. Nelle ultime presidenziali, all’inizio del 2013, circa il 60% della popolazione si è presentata alle urne. Un record. D’altronde, è stata la prima volta in cui i Cechi hanno potuto eleggere direttamente il loro Presidente a suffragio universale. Prima, erano i deputati a scegliere i capi di Stato».
è DIFFICILE INCITARE LA GENTE A RECARSI A VOTARE
I politici e i media sembrano avere delle difficoltà nel rilevare il tasso di partecipazione alle elezioni. Quali proposte potrebbero avanzare i giovani per poter migliorare le cose?
«Per attirare molti più elettori bisognerebbe fare delle campagne come quelle pubblicitarie», propone Rok.
Secondo Petr è difficile convincere le gente a recarsi alle urne soprattutto nei Paesi ex-sovietici: «i cittadini, all’epoca, dovevano recarsi alle urne e votare i comunisti. Adesso, non vogliono più andare a votare, sono stati già abbastanza delusi dalla politica dopo la rivoluzione. E per i giovani, i politici non sono altro che dei vecchi, brutti, bugiardi e alcolizzati». Parlando di alcolismo Petr si riferisce al Presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, noto per aver manifestato pubblicamente il suo debole per l’alcol. Questo video mostra il Premier ceco in un chiaro stato di ebrezza durante la cerimonia di apertura dell’esposizione dei gioielli della corona di Boemia.
L’indomani, la portavoce del Castello di Praga ha spiegato in un comunicato stampa che la stanchezza del Presidente era dovuta a quello che lei ha definito un «lehká viróza», un leggero virus.
Le testimonianze contenute in questo articolo sono tratte da delle interviste fatte a sette giovani europei, tra i 25 e i 30 anni e raccolte dal 21 marzo al 5 aprile. I ragazzi provengono da sei Stati-membri: Germania, Austria, Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovenia.
Translated from Les élections européennes vues par les jeunes