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Eco-quartieri: democrazia e ecologia si incontrano a Friburgo

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Default profile picture léna morel

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CulturasocietàPolitica

Il quartiere di Vauban, a Friburgo, alfiere dell'ecocompatibilità. Biologico, solidale e democratico. Ma per ricchi.

Arrivando è già chiaro quello che ci aspetta. Entrando a Vauban, nella parte sud di Friburgo, si è invitati a lasciare la macchina in un parcheggio coperto a energia solare. Il quartiere vi accoglie. Ma solo a piedi.

La zona dove sorge questo quartiere eco-compatibile è stata una caserma militare francese fino al 1992. In seguito, dei senzatetto l'hanno eletta loro domicilio, fino a quando, nel 1996, esigenze di riconversione del terreno ne hanno fatto il centro di un progetto di sviluppo sostenibile della municipalità. Da allora il quartiere non ha smesso di espandersi. Sui suoi 2000 ettari si sono insediati 5000 abitanti e sono stati creati 600 posti di lavoro.

Democrazia partecipativa

In questo piccolo borgo la popolazione è piuttosto varia. Si possono incrociare giovani coppie con figli, gli inquilini dello studentato, e soprattutto bambini, molti. Alle sei di sera, nella piccola caffetteria, la metà dei clienti ha meno di dieci anni. Allo Süden, il centro nevralgico della vita di Vauban, ci sono concerti gratis ogni primo del mese, accompagnati da cibo e bevande, rigorosamente biologiche. È qui che gli abitanti del quartiere terminano le giornate, in un'atmosfera familiare e rilassata. Non tutti hanno scelto di vivere qui; alcuni sono arrivati per caso, altri si sono trasferiti. Benno, un'allegra 60enne, arriva da Lubecca, nel centro-nord della Germania. È a Vauban dallo scorso settembre: «Che differenza! A Lubecca vivevamo in centro, in una casa di 500 anni fa con soffitti di 3,40 metri d'altezza. Qui invece gli appartamenti sono moderni e siamo immmersi nel verde». La signora continua entusiata: «La vicina non esita a suonarci il campanello dopo le nove di sera se le manca del pane, e un vicino che conoscete solo di vista può portarvi le sue chiavi di casa perché diate da mangiare al gatto durante la sua assenza. La fiducia regna sovrana!».

La partecipazione degli abitanti alla gestione del quartiere è la parola d'ordine di Vauban. Dei Baugruppen, gruppi di persone che desiderano costruire la loro abitazione, discutono l'organizzazione del futuro edificio nel corso di queste riunioni. Il vantaggio? Permettere ai nuovi arrivati di stabilire delle relazioni di buon vicinato. Queste iniziative vengono rafforzate da riunioni di accoglienza per i nuovi arrivati. La solidarietà si stabilisce ad ogni livello. Basta un "click", e in internet è possibile affittare una delle sedici auto messe a disposizione degli abitanti. Esistono associazioni di mutua assistenza che danno consigli alle giovani coppie con figli, oppure fanno consulenza personale, o ancora, corsi di autodifesa. Hai ospiti? Ci sono case predisposte a questo scopo, per evitare di costruire inutilmente appartamenti troppo grandi. E naturalmente si vigila sull'educazione civica degli abitanti del quartiere.

I pannelli che indicano i nomi delle strade raccontano 200 anni di storia politica, artistica e scientifica tedesca. Si parte da via Rosa Luxemburg, e si arriva a via Louise Otto Peters, passando per le vie Marie Curie, Georg Elser, Kurt Tucholsky e Walter Gropius. Nessun nome è casuale, e tutti rappresentano un esempio di impegno sociale e intellettuale.

Il centro della vita associativa del quartiere è il Forum Vauban, un'associazione privata, democratica e aperta a tutti. È formato da 300-400 membri organizzati in maniera autonoma, e si pone come controparte politica della municipalità. Per creare questo legame tra gli abitanti del quartiere e la città, il portavoce e gli eletti si riuniscono per discutere delle aspettative degli abitanti e dell'evoluzione del quartiere.

La vita in vetrina

Dietro la facciata di modernità e progresso umano di questo quartiere esiste tuttavia qualche imperfezione. La pace a volte inganna, e può dissimulare alcune realtà molto criticabili. Per cominciare non si può certo parlare di integrazione sociale: il 75% degli abitanti sono quadri di alto livello. Le vetrate degli appartamenti assomigliano a vetrine: non bisogna avere nulla da nascondere a Vauban. Tutto è pulito, impeccabile e visibile. Ma dalla strada. Nel 2005, un avvenimento in particolare ha turbato la pace del quartiere. La società che gestisce gli immobili del quartiere ha sfrattato una famiglia con cinque bambini a seguito di lamentele. Il vicinato sosteneva che i bambini erano troppo rumorosi, e che i genitori non adempivano al loro ruolo educativo.

Friburgo è stata la prima città in Europa a creare degli eco-quartieri. Dopo Vauban, sta lavorando all'insediamento del quartiere Rieselfeld che propone anch'esso uno stile di vita comunitaria piuttosto progressista. Verrà lasciato infatti molti spazio all'impegno e alla partecipazione dei cittadini alla vita del quartiere.

Il modello di Friburgo, con i suoi due eco-quartieri attira altri sindaci: Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, vi si è recato in veste di "eco-turista" per trarre ispirazione dal progetto. Ma i francesi sono ancora titubanti. Dominique, da poco arrivata a Rieselfeld dalla Francia, se ne rammarica: «La verità è che da noi i sindaci hanno paura di assumersi le loro responsabilità».

Foto in homepage: Casa ecologica(Rightee/Flickr); In alto nel testo (Rightee/ Flickr). Nel testo (Carnotzet/Flickr).

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Translated from Un quartier éco solidaire