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E Silvio sotto l'albero trovò la fiducia...

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Politica

314 no e 311 si. Due gli astenuti. Così la Camera del Parlamento italiano ha bocciato le due mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni: Berlusconi, dunque, resta in sella.

Il 14 dicembre 2010 è stato indubbiamente il giorno più lungo dall’inizio della legislatura per l’attuale governo di centro-destra, alle prese con ben due mozioni di sfiducia. Se il risultato al Senato era più scontato, visti i numeri di cui disponeva la maggioranza (162 voti a favore dell’esecutivo e 135 contro, 11 astenuti), era alla Camera che si giocava la partita più importante. Le bucce di banana e il rischio capitombolo erano dietro la porta, ma Silvio l’ha avuta vinta anche stavolta, a discapito dell’ex alleato e Presidente dell’Assemblea Gianfranco Fini.

Nonostante il lieto fine per i berluscones, alcune ombre aleggiano sul voto di Montecitorio. Sono in molti, infatti, a sospettare di una compravendita di deputati da parte del Popolo della Libertà per poter ottenere la fiducia: si vocifera di promesse di ministeri, sottosegretariati, di mutui pagati, e così via. Tant’è che la Procura di Roma, il 10 dicembre, ha aperto due fascicoli per presunta “compravendita”. Gli interessati negano.

Chi ha votato contro?

Ma chi ha votato contro la mozione di sfiducia? Ovviamente Pdl e Lega Nord in blocco. A loro si aggiungono i voti decisivi di tre deputati di Futuro e Libertà, di un Libdem, quelli di Noi Sud e infine del Movimento di responsabilità nazionale (sic!), ovvero Massimo Calearo, Bruno Cesario e Domenico Scilipoti, tutti eletti con il centro-sinistra. Durante il voto si è sfiorata più volte la rissa tra futuristi e pidiellino-leghisti. Il momento di massima tensione è stato quando a votare si è recata Catia Polidori (Fli), indecisa fino all’ultimo. La Polidori ha deciso infine di accordare la fiducia all’esecutivo, prendendosi gli improperi del suo gruppo. Ma non solo: in poche ore, infatti, la sua pagina facebook ha registrato migliaia di iscrizioni, con insulti che piovono a dirotto sulla sua bacheca. 

Una "vittoria di Pirro"?

Se si tratta di una "vittoria di Pirro" per Berlusconi e soci lo scopriremo solo nei prossimi mesi. A ben vedere, l’unica certezza oggi è la sconfitta politica di Gianfranco Fini, che secondo quanto dichiarato ai giornali, non si dimetterà da Presidente della Camera, e lo sfaldamento del suo gruppo parlamentare, Futuro e Libertà.

Intanto, Umberto "Nostradamus" Bossi e i suoi sembrano averci visto lungo: è da mesi infatti che la Lega ripete che si andrà al voto in primavera, forse pensando che per la pensione vitalizia ci vogliano solamente due anni, sei mesi e un giorno di legislatura. La sorpresa sarà funesta per molti dei parlamentari al primo mandato quando scopriranno che dall’attuale legislatura ce ne vogliono cinque di anni per ottenere il vitalizio.

Per concludere, riportiamo quanto scriveva ilGuardian la mattina del 14 dicembre: «In quale paese un leader sopravvivrebbe a un voto di sfiducia dopo essere stato accusato di accordi con la Russia su questioni energetiche, legami con Cosa Nostra, acquisto di voti in parlamento, abuso di potere per far rilasciare una giovane coinvolta in giochi erotici chiamati bunga bunga? E tutto in soli due mesi?».

In Italia, è ovvio.

Foto: (cc)Roberto Rizzato/flickr