Dj Gero. Una notte nelle discoteche parigine
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Marco RiciputiContinua la nostra serie sulla 'generazione degli anni Ottanta' e i suoi talenti. È la volta di Geraud, nome d'arte: dj Gero. Uno dei più conosciuti dj della Ville Lumière e non solo.
La serata si preannuncia non delle più facili. All’una di notte ero ancora di fronte al Noveau Casino, uno dei club più alla moda di Parigi. Alcune persone aspettano all’ingresso, intanto Geraud mi attende nel privé. Stanotte diventerà dj Gero. Maglietta colorata, berretto con visiera e barba di tre giorni, Geraud è intento a rispondere agli amici che vogliono entrare in lista. «Fa parte del lavoro, conosci un mucchio di persone». Intorno caffè e birra a fiumi.
Generazione 80 (Illustrazione dal blog di Eva John/Romy Straßenburg)
«Poi c’è stata quella sera...»
La sua storia professionale è un classico. Dopo tre anni di studi in economia a Parigi, decide che il mondo del commercio non fa per lui. Cambia e decide di dar sfogo al suo talento con un corso di grafica.
È il 2001. Sulla parigina Radio Nova trasmettono Hypnotique DJ Show e Geraud ne rimane entusiasta. Inizia a comprare dei dischi e presto produce il primo demo. «Poi c’è stata quella sera: un party privato con 200 persone. D’improvviso son salito alla console e ho messo su di tutto. È stato fantastico.»
Poi tutto è successo in fretta. Ha lasciato gli studi e investito i soldi in dischi e in un mixer. All’inizio suonava hip-hop alternativo e un po’ di electro music. Si ispira alla musica della sua giovinezza, gli anni Ottanta, e a band come Tecnotronics e Indra. Nel suo stile trovano posto anche gruppi di allora come Snap, Stereo MCs e Confettis. I club dove suona sono importanti e il suo nome è ormai noto. Al Festival di Belfort aveva di fronte 20mila spettatori.
Colla sui dischi
Geraud partecipa anche a diverse gare utilizzando apparecchiature sofisticate e sperimentando idee innovative. Da tre anni è il miglior dj di Francia, ma ha abbandonato una competizione mondiale a Londra perché i giudici non approvavano una sua tecnica speciale: incollare piccoli adesivi sul disco per simulare un ritmo "break-beat" a ogni passaggio della puntina. «Dopo quell'esperienza ho deciso di non partecipare ad altre gare. Ho già raggiunto tutto quello che desidero. Non mi interessa diventare il miglior dj per venti volte consecutive.»
La vita da dj, che a me sembra così pazzesca ed eccitante, per Geraud è «molto normale». «Ho una serata alla settimana e il resto delle giornate produco i miei dischi.» Uno è appena uscito e sul secondo sta lavorando duro. Il successo lo spinge anche all’estero ed è già stato a New York, Pechino, Berlino e Londra. «Là i club mi invitano. Per loro sono il dj dalla Francia». I soldi che guadagna gli permettono di mantenersi, ma «solo perché ho un tenore di vita modesto», aggiunge. Geraud non crede che la sua sia una professione solo per giovani, infatti desidera continuare a fare musica e contemporaneamente mettere su famiglia e vivere in un appartamento spazioso. «Purtroppo non posso permettermi nulla di tutto questo adesso», ammette.
Rabbia creativa
Arriva il suo amico Pierre che gli batte sulla spalla: «È per il giornale?» Dopo alcune spiegazioni sul progetto ‘Generazione 80’ entrambi iniziano a discutere sui ragazzi dai 20 ai 30 anni, gente che ai loro occhi ha buone prospettive e deve imparare a essere forte. «A noi, figli del baby boom è già stato detto: non c’è lavoro per voi, nessun posto nella società. Per questo abbiamo una rabbia che può essere creativa.» Con orgoglio mi mostrano il loro tatuaggio sulla caviglia: in nero, con caratteri arricciati si legge la sigla "Ter", che significa Tachos et Revolvers. Tutto il gruppo ha questo tatuaggio, simbolo di appartenenza e reciproco appoggio. «Il mio più grande desiderio è che tutti riescano a realizzare i propri sogni. Per me è la musica.» Finalmente ci siamo. Gero sale in console.
La gioia che prova si trasmette al pubblico. La sala esplode. Non mette semplicemente dei dischi, gioca con loro. La puntina passa sui solchi, si ferma e riparte improvvisa. Gli occhi sugli schermi dei portatili, poi uno sguardo estasiato sulla folla sotto di lui. «In questi momenti do il 200% di me». I piatti girano al comando di Gero.
Per altri ritratti franco-tedeschi, visita il sito gen80.eu - un blog partecipativo e dinamico dove ogni giorno puoi trovare una nuova interessante storia. Da un mese, Eva John e Romy Straßenburg, due giornaliste ventiquattrenni, ritraggono i loro coetanei alle prese con la vita di tutti i giorni: la casa, la città, la vita. Paure, rabbia, sogni, dubbi della generazione nata negli anni Ottanta. Il progetto è finanziato dalla Ufficio Franco-tedesco per la Gioventù.
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Foto nel testo: DJ Gero(©Romy Straßenburg); Homepage (©magaliB/istock)
Translated from Vinyl-Wunder