Diversity on the job: tirocini per Rom e persone LGBT
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Attraverso le parole di chi vi ha partecipato in prima persona, vi raccontiamo il programma DJ - Diversity on the job: una serie di stage lavorativi destinati a soggetti "svantaggiati". Ma c'è anche chi li considera una sorta di "discriminazione al contrario".
«Mi ero laureato a luglio 2014, chi poteva immaginare di lavorare a Palermo già a settembre, per di più in un settore che non avesse a che fare con i soliti call center o con il volantinaggio?” A parlare è Samuele, 25 anni, impegnato in un tirocinio retribuito presso un tour operator e attivato nell’ambito del programma sperimentale DJ - Diversity on the job - nato per favorire l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati: persone a rischio di discriminazione per orientamento sessuale ed identità di genere, Rom, Sinti e Caminanti.
«Il tirocinio è durato tre mesi, e fin da subito è stata una bellissima opportunità, perché già dal primo giorno proponevo biglietti ai croceristi per i tour cittadini. Mi è piaciuto molto lavorare con il pubblico, meno i compiti di contabilità e data entry in ufficio». Samuele ci racconta anche un risvolto inatteso della sua esperienza lavorativa: «Qualche mio amico etero ha storto il naso riguardo al progetto, si è sentito come discriminato in favore di Rom e comunità LGBT, ma io non mi sento di avere rubato il lavoro a nessuno, lo stage è durato solo tre mesi (per un guadagno di euro 550,00 netti al mese, NdR) ed è stato bello alzarsi la mattina con uno scopo».
Quello di cui non sono consapevoli gli amici di Samuele, che da dicembre è purtroppo alla ricerca di una nuova esperienza lavorativa, è che il progetto DJ – Diversity on the job è stato promosso dal Dipartimento Pari Opportunità con Italia Lavoro S.p.A., a seguito di diverse “raccomandazioni” espresse dal Consiglio d’Europa - e mai recepite dall’Italia - sul fronte antidiscriminazione.
Il programma si basa anche su una ricerca dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali che, nel 2013, ha verificato come il 20% delle persone omosessuali occupate o in cerca di impiego ritenesse di aver subito discriminazioni in quanto lavoratore. Rischio di discriminazione che saliva al 29% quando si parlava di persone transgender. Inoltre, ben il 67% delle persone omosessuali o transessuali dichiarava di aver percepito atteggiamenti negativi o discriminatori in relazione all'orientamento sessuale.
Il progetto è stato attivato con fondi strutturali sovraregionali (PON) nelle regioni svantaggiate del Sud Italia: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, per un totale di 246 percorsi (62 in Sicilia), alcuni dei quali partiti solo lo scorso febbraio. A Palermo ci ha pensato l’Agenzia di lavoro Send (in collaborazione con Articolo Tre Associazione Omosessuale), Arcigay e l’Associazione Idea Rom.
«I pregiudizi sono il re del volgo», diceva Voltaire: è facile, in una regione come la Sicilia in cui la disoccupazione giovanile è sempre più una piaga, considerare il lavoro come prima emergenza e tacciare di "discriminazione al contrario" una simile iniziativa. Ma è bastata una chiacchierata con Manuela Casamento di Idea Rom Palermo, durante uno dei seminari correlati al progetto, per capire quali siano i reali pregiudizi in questione: «Abbiamo avuto difficoltà con diverse filiali bancarie che non volevano aprire i conti correnti necessari a far pervenire la retribuzione ai ragazzi Rom. E poi magari ci si sente dire che sono i Rom a non volere lavorare».
Loriana Cavalieri, responsabile del progetto per l’agenzia di lavoro Send, sottolinea la serietà e necessità dell’iniziativa in un contesto in cui «non c’è cittadinanza per la diversità in Italia. I diritti delle persone LGBT non sono riconosciuti a livello istituzionale, e ciò porta a marginalità, esclusione, invisibilità. L’affettività omoses-suale non è rappresentata, e questo fatto privato ha ricadute sociali, con mille tabù sulla diversità: in famiglia, ma anche nel mondo del lavoro. I disagi psicologici che derivano da una doppia vita, dal nascondersi e dal non raccontarsi (come invece può tranquillamente fare sul luogo di lavoro una persona etero) alla lunga causano una forma di stress che il lavoratore eterosessuale non conosce. Inoltre, numerosi sono i casi di violenza contro gli omosessuali in Italia, e gli autori di questi atti non sono certo dei marziani, ma lavoratori che in ufficio potrebbero intimidire un omosessuale attraverso varie altre forme di discriminazione indiretta».
Era importante, dunque, anche l'attività di orientamento, tanto che gli stagisti selezionati sono stati invitati, in orario extracurriculare, a un ciclo di seminari tenutosi al PYC - Palermo Youth Centre per confrontarsi sui temi più disparati: dal vivere e lavorare in Europa alla conoscenza delle riforme del lavoro, dal pacchetto Treu al Jobs Act fino alla confusione di genere, dalla crisi del Welfare alla discriminazione nel mercato del lavoro.
Un progetto, quello di Diversity on the job, che non sarebbe potuto nascere senza l'impegno delle aziende che hanno deciso di ospitare per tre mesi i tirocinanti selezionati. A Palermo ha risposto positivamente ISMETT srl, polo d'eccelenza ospedaliero nell'ambito dei trapianti e delle terapie ad alta specializzazione, che ha attivato tre progetti di tirocinio. Ha risposto anche il settore alberghiero, in particolare l'Hotel Elite e l'Hotel Porta Felice, prestigiosi alberghi del centro città. Presente anche Sartoria Sociale, laboratorio di riciclo tessile che nasce proprio come realtà per conciliare stilisti e sarti, italiani e stranieri, personale già formato e giovani in difficoltà, secondo il motto "Rethink your Life, Rethink your design".