diventare berlinesi? bastano cinque parole
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Benedetta BronziniChi si trova da poco a Berlino o si è appena trasferito avrà già capito che saper scegliere le parole è molto importante. Per riuscirci, in fin dei conti, non serve cercare di districarsi tra dialetto e infinite lingue straniere, ma è sufficiente prendere confidenza il prima possibile con il gergo berlinese di tendenza. Con questo piccolo vocabolario alla mano iniziare non sarà tanto difficile.
A Berlino essere cool o meno dipende da una semplice e apparentemente insignificante parolina. Infatti, ultimamente dire “cool” non è più cool. Tutto ciò che è interessante, innovativo o degno di lode ora è diventato “nice”. Qualcuno potrebbe pensare che questo dipenda dal numero sempre crescente di stranieri anglofoni che scelgono Berlino come patria di adozione e si aggirano tra Kreuzkölln e Friedrichshain parlando unicamente inglese. In realtà ciò è abbastanza improbabile, dato che tra i madrelingua inglesi il termine “nice” non sembra essere tornato in auge. Al contrario, questa parolina di due sillabe è quasi esclusivamente sulle bocche dei giovani tedeschi, che ormai trovano “cool” troppo noioso.
BERLINO è... CORTA!
Il nuovo arrivato imparerà altrettanto presto che la maggior parte dei berlinesi ha meno da fare rispetto ai colleghi cittadini di capitali come Londra, New York e Pechino. Nonostante ciò, quando si parla tutto dev’essere breve, semplice e veloce. Solo i turisti e i non iniziati dicono per intero Schlesisches Tor, Görlitzer Park o Kottbusser Tor. Dalle bocche dei berlinesi cool sentirete soltanto “Schlesi”, “Görli”, “Kotti”. Lo stesso vale per molte altre parole di uso comune che vengono abbreviate: lo Spätkauf, il negozio aperto 24 ore su 24, diventa “Späti”, i mezzi pubblici (öffentliche Verkehrsmittel) “Öffis”, e la più amata di tutte, la birra economica Sternburger, è semplicemente la “Sterni”. Chi vuole essere cool non può non utilizzare queste abbreviazioni. L’importante è stare attenti a non usarne troppe insieme in una sola frase.
Chi ormai padroneggia il gergo di tendenza tra i berlinesi per scelta, deve anche provare a cimentarsi con quello vitale e sfacciato dei “veri” berlinesi, conosciuto in tutta la Germania come “Berliner Schnauze” (muso berlinese). Basteranno pochi giorni nella capitale tedesca per capire che per avere un panino si deve chiedere uno “Schrippe”. Presto si imparerà anche a modificare le consonanti a fine parola: “icke” al posto di “ich”, “wat” anziché “was”, “dit” invece di “das”. Con un po’ di esercizio e un paio di settimane in più, i nuovi arrivati riusciranno anche a scambiare interi verbi e a sostituire la G ad inizio parola con la J (pronunciata come “i”): “Kiek doch, wo de hinjehst!”, cioè “Guck doch, wo du hingehst!” (guarda dove vai!).
IL MIO KIEZ, IL TUO KIEZ, IL NOSTRO KIEZ
Un altro concetto che a Berlino salta subito agli occhi è quello del Kiez. Quello che altrove viene semplicemente definito “quartiere”, nel nord della Germania, e soprattutto a Berlino, viene affettuosamente chiamato “il mio Kiez”. In passato erano pochi i quartieri berlinesi che meritavano il nome di “Kiez”, oggi questo titolo va di diritto ad ogni angolo di strada che ospiti uno Späti e una Kneipe (pub) di fiducia. Se vi siete appena trasferiti in città, però, state attenti a non utilizzare dopo soli due giorni questo termine: puzza tanto di “vorrei-troppo-essere-anche-io-un-berlinese”.
Le lingue più pigre potrebbero controbattere che essere “cool” non può dipendere unicamente dal linguaggio che si sceglie di utilizzare. Potrebbe anche essere vero, ma nella Berlino di tendenza, la cosiddetta Partyszene, è facile ricevere il marchio di turista o di novellino per una parola sbagliata. Se vi dicono “komm rum!” è un chiaro invito a casa o a una festa, e non a seguire il vostro interlocutore dietro l’angolo. Chi prima di fare serata si ordina una “Pfeffi” (Pfefferminzlikör) sta per bersi un liquore alla menta color verde smeraldo. A Berlino si balla nei “Clubs”, “Disco” per “discoteca” è un termine antiquato che non vi farà riscuotere molto successo. Tra l’altro, a Berlino non ci sono Party, a Berlino si festeggia (“feiern”): l’importante infatti non è presentarsi in tiro ed essere abili ballerini, ma godersi la serata e divertirsi. Ed è proprio per questo che, con o senza barriere linguistiche, Berlino è semplicemente la più nice.
Translated from Voll nice! Berliner Szenesprache