Dispute Over Europe: quale futuro per l’Europa?
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Silvia GodanoCosa accade quando gli intellettuali discutono sul futuro dell'Europa? Si può imparare tantissimo – sulla storia, sulle premesse culturali e sulle complicazioni politiche. Soltanto sul futuro dell'Europa non si apprende nulla. "A Dispute over Europe" ci insegna innanzitutto una cosa: discutere è importante, ma non è certo la via maestra verso il futuro dell'Europa.
"L'Europa è la migliore offerta. Se fossi povero, ma avessi buonsenso, il luogo dove più d'ogni altro vorrei vivere sarebbe l'Europa." Lo scrittore Peter Schneider sintetizza ciò che la maggior parte degli europei pensa: c'è un luogo abitabile che sia migliore di questo "bitorzoluto naso del continente eurasiatico" (Paul Valéry), retto dall'economia sociale di mercato e da un comune sistema di valori, dove le reti sociali si infittiscono e la diversità viene celebrata? Per non parlare del Contratto sociale, delle scienze esatte, del razionalismo, di Aristotele, Platone, Voltaire, Nietzsche, Locke, Hume, Rousseau, Hegel e Montaigne! Nel XXI secolo, tuttavia, qualcosa di quello smalto europeo sta svanendo. Cosa viene dopo "il mitico trionfo degli anni del cambiamento" e la fugace "ubriacatura dell'estensione della Nato ai paesi dell'Est"?
il germoglio peripatetico dell'europa intellettuale
I punti di partenza di qualsiasi dibattito intellettualmente pregnante sull'Europa sono noti: l'arte, la cultura! L'universalità dei valori! I volti ora euforici ora profondamente addolorati! Con questa gran quantità di conoscenza storica, culturale e sociale, pare proprio che l'Europa del XXI secolo non possa far altro che scamparla per l'ennesima volta. Esattamente, come dovrebbe accadere questa ripresa? Iniziamo proprio da Socrate e Platone, dalla cultura peripatetica del dialogo e, con essa, dal germoglio dell'Europa intellettuale. Questo o qualcosa di simile potrebbero aver pensato gli organizzatori della discussione di gruppo A Dispute over Europe, quando hanno deciso di impiegare un intero pomeriggio, il 2 maggio 2014 a Berlino, a discutere sull'Europa.
Questo è, per molti versi, decisamente interessante e soprattutto illuminante, per quanto riguarda le correlazioni storico-culturali. Quando un grande intellettuale tedesco come il docente di storia, nonché saggista, Karl Schlögel si fa timidamente riconoscere come "un romantico europeo", allora si potrebbe addirittura diventare un pochino sentimentali. Il suo interlocutore, il filosofo bulgaro Ivan Krastev, ribatte con divertenti understatement e verità difficili da digerire: "in Europa siamo decisamente orgogliosi di essere fuori dall'ordinario. Questo è certo carino, ma anche non così lontano da una finzione da museo". Il "cauto progredire e l'incessante costruire“ di Casa Europa, che Karl Schlögel propone con beneducata maniera accademica, non è sufficiente per Krastev: "Non basta essere un buon manager. Bisogna anche essere pronti a morire per il proprio stato."
multiculturalità versus export dei valori?
Non c'è da stupirsi, dunque, che l'Europa ne esca fuori con un'immagine così grigia e precaria: essa sarebbe carente del sangue guerresco dei secoli precedenti. Questo non si può certo sostenere del filosofo francese Camille de Toledo. Mentre la sua interlocutrice Necla Kelek tesse le lodi della "libertà d'opinione, autodeterminazione e indipendenza" europea, Toledo non sopporta l'autocompiacimento tipicamente europeo: "nella costruzione dell'Europa, troppo spesso si guarda al passato. Che cosa ne direste del futuro?". Successivamente volano anche i piatti, quando Kelek chiede a gran voce di respingere la politica multiculturale e di esportare l'idea europea di libertà in altre nazioni. De Toledo preferisce parlare di "traduzione dei valori fondamentali" e non ha alcuna comprensione per i bombardamenti di valori eurocentrici.
Quando alla fine lo scrittore H.C.Buch e il pubblicista Thomas Rietzschel si dedicano a Rousseau, all'Illuminismo e ai pensieri democratici, allora il dibattito sull'Europa è definitivamente approdato alla torre d'avorio intellettuale. Mentre Rietzschel maledice la classe politica e flagella l'UE definendola un "impero politico pieno di cavie per i politici europei", Buch respinge qualsiasi possibilità di un ritorno alla democrazia diretta e ricorda all'attento uditorio, che "i nostri problemi sono noccioline se paragonati a quelli delle altre regioni del mondo". Circostanze postdemocratiche e decadenza apolitica ovunque? In quale direzione l'Europa dovrebbe orientarsi - o essere orientata - non è molto chiaro, anche dopo lunghe ore di analisi delle correlazioni e dei contesti storici, politici e filosofici.
"in ucraina la guerra la fa da padrone"
Quando, verso sera, si pone infine sotto esame la situazione d'emergenza in Ucraina, la luce al fondo del tunnel Europa si spegne definitivamente. Lo scrittore e traduttore ucraino Jurko Prochasko apre la discussione con un colpo di scena, che scuote le regole del nostro dibattito politico: "dobbiamo smettere di parlare di una 'crisi ucraina'. Non illudiamoci: in Ucraina la guerra la fa da padrone". La domanda è come la nazione, sul banco di prova tra oriente e occidente, possa essere salvata. Jakob Augstein, editore e caporedattore del Freitag, rivela la cultura europea del dibattito a sé stessa: "dovremmo smettere di pensare di avere una risposta a tutto. Nel caso dell'Ucraina, l'Occidente non ha alcuna risposta."
Dall'Ucraina all'Europa unita il passo è breve. Futuro sì, ma quale? Il sapere di fondo storico, politico, filosofico e culturale è certamente utile nel rispondere a questa domanda. Non per nulla l'"Europa pensata" ha una tradizione così lunga e ricca di influssi. Tuttavia, per dare vita a un progetto capace di esprimere un futuro, che tenga conto di tutte le anime della popolazione europea e non resti impigliato nella torre dei pensatori, l' "Europa vissuta" non va dimenticata per nessuna ragione - anche se, confrontata con le discussioni intellettuali, forse sembra un po' troppo sempliciotta.
CAFÉBABEL BERLIN STREITET ÜBER EUROPA
Cafébabel Berlin è partner ufficiale di A Dispute over Europe. A partire dal 2 Maggio 2014 potete leggere qui alcune notizie e interviste con coloro che hanno partecipato alla discussione. Maggiori aggiornamenti su Facebook e Twitter.
Translated from Dispute over Europe: Welche Zukunft hat Europa?