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Direttiva sull’immigrazione. L’Europa chiude le porte?

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Story by

Jane Mery

Translation by:

Francesca Barca

Mercoledì 18 giugno il Parlamento europeo ha votato la Direttiva sull’immigrazione per armonizzare la legislazione in Europa. Detenzione fino a diciotto mesi e espulsione anche dei minori. Felicitazioni dal Governo italiano e critiche dalla Chiesa e dalle Ong.

Mercoledì 18 giugno la Plenaria del Parlamento europeo ha votato un testo di armonizzazione delle norme per la gestione dell’immigrazione clandestina, della detenzione “amministrativa” nei Centri di permanenza temporanea (Cpt) e sul rinvio degli immigrati ai Paesi di origine. Il testo, risultato di un lungo compromesso tra i ventisette Stati membri, è stato approvato con 367 voti, 206 contrari e 109 astensioni. Critiche dalla sinistra, dai Verdi e dalle Ong, soprattutto Amnesty International, Cimade (Consiglio ecumenico di assistenza, attiva soprattutto in Francia) e  Save the Children.

Detenzione contro immigrazione?

Save the Children, che si occupa di protezione dell’infanzia a livello internazionale, si dice «profondamente amareggiata» perché non sono previste sufficienti garanzie per i minori. La Direttiva, infatti, prevede che i minori possano essere detenuti ed espulsi, anche se non accompagnati e anche se nel Paese d’origine non c’è una famiglia ad attenderli. L’associazione quindi richiama l’Unione europea a tenere conto delle direttive Onu nell’applicazione di queste norme.

Altro punto di polemica: l’armonizzazione del periodo di detenzione amministrativa, fissato a diciotto mesi. Il periodo era, fino ad oggi, a discrezione degli Stati Membri: illimitato in Svezia o in Olanda e di trentadue giorni in Francia, ad esempio. Oggi è fissato a sei mesi, che diventano diciotto se la cooperazione del prigioniero o del Paese di origine non è effettiva. Amnesty International non ha nascosto la sua preoccupazione in proposito: «Questa direttiva potrebbe favorire la detenzione come strumento principale di lotta contro l’immigrazione clandestina».

Maroni contento, il Vaticano no

Altro punto discusso: agli immigrati espulsi sarà vietato l’ingresso nell' Ue per i cinque anni successivi. Questa sentenza minaccia gli oltre 200.000 immigrati clandestini arrestati in Europa solo nel primo semestre del 2007, e tocca i 90.000 tra di loro che sono già stati espulsi.

Felicitazioni dal Governo italiano che attraverso il Ministro degli Interni, il leghista Roberto Maroni, vede nella direttiva una «conferma che l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina in Italia è la via giusta».

Critiche anche dal Vaticano: Renato Raffaele Martino, del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, chiede all’Ue un «supplemento d’anima», perché si sarebbe «auspicata una maggiore attenzione sia ai bisognosi, sia alla protezione dei minori e della famiglia».

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Translated from La directive « retour » votée au Parlement européen