Diario di un viaggio alternativo: bussola, pc e una nube vulcanica
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Qualcuno ha scritto che l’aereo è un modo falsato di vivere un viaggio: il corpo arriva alla destinazione prima della mente. Sarà, ma certamente è più comodo. Ci siamo talmente abituati a concepire il viaggio dall’alto, grazie anche al gioioso avvento delle compagnie low cost, che non abbiamo quasi più la concezione della geografia e del viaggio in altro modo.
Questo è il riassunto di un diario di viaggio “solo-ritorno” che ha la pretesa di far sorridere un po’ e di suggerire modi di viaggio alternativi o “piani B” a chi si trovasse, come la sottoscritta, in situazioni di empasse da cui sembra non esserci via d'uscita.
L’evento-chiave che mi ha portato a conoscenza del viaggio con mezzi di fortuna è stata l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökul. Ebbene sì, anche la sottoscritta stata è vittima della calamità naturale che ha paralizzato il mondo, peggio dell’11 settembre 2001: dopo un’andata Bari - Berlino con scali a Roma e Amsterdam, contro ogni senso pratico della geografia (ma che ci dobbiamo fare, se si viaggia a basso costo si è pronti pure a fare scalo a New Dehli per arrivare a Stoccolma), ci si ritiene già abbastanza stanchi alla fine del viaggio.
E invece non c’è limite al peggio, come tutti avranno potuto apprendere da giornali e telegiornali: aeroporti-dormitorio, stazioni prese d’assalto, call center intasati … il viaggiatore sotto stress è come un pinguino al Polo Nord: sguazza perché c’è ghiaccio ma è a sud che vuole giustamente tornare.
L’ABC del viaggiatore in crisi
“Internet salva-vita”: non recatevi in aeroporto, in quanto se si ha il biglietto con una compagnia low-cost, questa si dilegua, scompare dalla circolazione manco fosse ricercata dall’FBI. Piuttosto, collegatevi ad internet e controllate il sito della compagnia e il sito/i del/degli aeroporti di passaggio. Anche in caso si abbia il biglietto con una compagnia di bandiera, non è il caso di recarsi immediatamente in aeroporto: primo perché l’aeroporto potrebbe essere completamente chiuso, secondo perché normalmente sono fornite tutte le informazioni necessarie al rimborso o alla ri-prenotazione via internet risparmiandosi file e attese inutili.
I biglietti: alcune, ma solo alcune compagnie offrono ai passeggeri di convertire il biglietto aereo con un pass per qualsiasi mezzo si voglia prendere. In questo caso è bene recarsi in aeroporto o al punto vendita più vicino della compagnia perché i biglietti di mezzi alternativi possono essere molto, ma molto più costosi.
I mezzi alternativi: il treno è il primo a cui si pensa. Attenzione, può essere molto caro per le tratte internazionali. In ogni caso, se non si hanno alternative, acquistare un biglietto del treno via internet è senza ombra di dubbio la soluzione migliore, poiché andare in stazione significa sostare in fila alla biglietteria per mezza giornata.
Un’altra soluzione praticabile per chi viaggia in gruppo è il noleggio di un’auto. Se s’intende lasciare l’auto in un luogo diverso da quello in cui la si noleggia i costi lievitano abbondantemente, ma, dividendo la spesa, è sicuramente una soluzione più economica al treno. Per chi si trovasse, come la sottoscritta, a Berlino, la tentazione di noleggiare una Trabant, ormai retaggio turistico della Germania dell’Est, è forte ma forse non proprio un’idea geniale per risparmiare tempo.
L’autostop 2.0: invenzione delle invenzioni, meraviglia delle meraviglie, se avete due soldi in tasca e non potete permettervi né treno né noleggio ricorrette al moderno autostop! Si tratta semplicemente di collegarsi al sito www.passaggio.it, in cui tutti coloro che viaggiano con la propria auto e vogliono offrire i posti rimanenti a disposizione, inseriscono un annuncio. Allo stesso modo l’autostoppista può immettere un’inserzione. I prezzi variano in base alla destinazione ma sono veramente economici. Poco conosciuto in Italia ma famosissimo all’estero, il car-pooling è un autostop più sicuro, per quanto possibile, di quello classico perché generalmente gli offerenti sono persone pendolari che si prestano ordinariamente all’esperienza. Attenzione, visto il poco utilizzo in Italia, si trovano passaggi più facilmente solo verso zone di confine italiane come Bolzano, Villach, Zurigo ma teoricamente si può arrivare pure a Bagheria. Provare per credere!
I “casi umani”: durante questa esperienza ne ho visti molti di viaggiatori folli pronti a viaggi altrettanto folli. Qualche esempio? Raggiungere Barcellona dalla Germania passando per l’Italia; andare in Nuova Zelanda da Berlino: Berlino - Roma con centomila cambi in treno, da Roma possibili aerei per Auckland con scali ad Atene, Bangkok e Sidney; Berlino - Calais in taxi e potrei continuare all’infinito. Un’accoglienza da eroe l’avrebbe meritata la mia collega Tamara Kobakhidze dalla Georgia, anche lei agli EYMD (European Youth Media Days) a Berlino. Tornata solo sabato 24 a casa, dopo aver trascorso qualche notte in aeroporto per non dover rinnovare onerosamente il visto, si è spostata in Ucraina dove è rimasta per 24 ore per poi ripartire alla volta di Tblisi.
Benedire le 12 stellette della bandiera dell’Unione europea e Schengen: trovarsi, come la mia collega georgiana, in questa situazione significa dover rinnovare un visto al modico costo di 200 euro per un solo giorno (anche in caso di evento eccezionale dovuto a calamità naturali, l’Ambasciata generalmente non fa sconti) o doversi accampare in aeroporto, stile Tom Hanks in “The Terminal”, per poter restare in una zona-franca.
Io, speriamo che me la cavo: Berlino - Monaco, Monaco - Bolzano, Bolzano - Milano, Milano - Bari in un misto di treno e auto. Mentre scrivo sono nell’ultimo tratto di viaggio, se avrete la possibilità di leggere l’articolo significa che sarò arrivata a destinazione!
Foto: M@nuDia/flickr; night-thing/flickr; Genial23/filckr; jcarwil/flickr; timailius/flickr. Video: AllJazeeraEnglish/Youtube