Di solitudine e miseria: Malammò al Te.Co.
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Una donna abbandonata trova, negli occhi di un uomo che si è sacrificato per l'umanità, un compagno nella miseria e solitudine. Malammò, con la regia di Luigi Credendino e l'interpretazione di Chiara Vitiello, a partire dal testo di Valerio V. Bruner, conclude il 2015 del Teatro di Contrabbando. Il fotoreportage di Rosario Totano.
La miseria e la povertà di una Napoli senza tempo, fatta di fondaci bui e vichi nei quali si allungano le ombre, è lo sfondo sul quale si muove una figura spiritata: è lei la protagonista di Malammò, interpretata da una vibrante e fragile Chiara Vitiello, che cerca redenzione e amicizia per la solitudine del suo spirito. La troverà nella figura di un uomo il cui sacrificio è sempre reiterato e ricordato dall'inizio della storia: uno sguardo salvifico che le rivelerà il dolore e la difficoltà di compiere una scelta radicale. L'attenta regia di Luigi Credendino porta in scena l'elegante testo di Valerio V. Bruner e presenta uno spettacolo che riunisce elegantemente la metafora religiosa, racchiusa nelle febbrili parole sussurrate dalla protagonista, alla crudezza ed alla povertà esistenziale della vita umana, colte nei movimenti dell'attrice.
Malammò chiude in modo eccezionale il 2015 del Teatro di Contrabbando, la cui rassegna Parlèsia ricomincerà a gennaio.
Gallery realizzata da Rosario Totano
Malammò è un'opera di Luigi Credendino su testi di Valerio V. Bruner, interpretata da Chiara Vitiello. Lo spettacolo è stato in scena al Teatro di Contrabbando dal 18 al 20 dicembre.