Dalle torture al matrimonio religioso: i diritti LGBTQI nel mondo
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Francesca TrevisanIl tema del Belgian Pride di quest'anno è «crossing borders». Per l'occasione, facciamo una panoramica della situazione attuale dei diritti LGBTQI nel mondo, dai Paesi in cui la discriminazione diventa barbarie ai più grandi esempi di tolleranza.
Esistono numerosi paesi con legislazioni omofobe, ma alcuni si distinguono per l'attivismo discriminatorio e la violenza, che diventa in certi casi barbarie. Parliamo di Cecenia, Uganda e Tanzania.
Cecenia e Russia, l'opera completa
La palma dell'orrore va quest'anno alla Cecenia, che ha messo in atto un piano di persecuzione delle persone omosessuali, o presunte tali. La Russia, già in prima linea per la discriminazione e l'omofobia, ha raggiunto nel 2017 un livello difficile da eguagliare. Sono stati creati dei campi di concentramento nella Repubblica autonoma dove le persone dall'«orientamento sessuale non tradizionale»vengono torturate e addirittura pestate a morte. Il cinismo raggiunge il suo culmine quando il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, con l'appoggio di Vladimir Putin, non solo rifiuta le accuse, ma arriva ad affermare che «non si possono fermare o reprimere degli individui che non esistono nella Repubblica. Qui l'omosessualità non esiste». CVD.
Eppure, le testimonianze delle persone fuggite dalla Cecenia dopo aver subito le torture più orribili si moltiplicano, e gli sconvolgenti rapporti delle ONG aumentano. La perversità del regime ceceno arriva addirittura a proporre alle famiglie di uccidere loro stesse i membri accusati di omosessualità. «Se voi non lo fate, ce ne occuperemo noi. Parlano di lavare l'onore con il sangue», raccontano vari soppravvissuti. Di fronte a questa situazione, le reazioni internazionali sono al momento piuttosto timide.
Obiettivo e scadenza da rispettare: sterminare gli omosessuali per il Ramadan (il prossimo 26 maggio).
Aggiornamento. Tuttavia, il 16 maggio le cose sembrano progredire. In questo giorno, il Parlamento europeo ha dibattuto la questione in sessione plenaria e il governo francese si è dichiarato «pronto ad esaminare le domande di visto a carattere umanitario» da parte delle persone vittime di persecuzioni in Cecenia, mentre tre associazioni LGBT francesi hanno presentato una denuncia per genocidio davanti alla Corte penale internazionale.
Tanzania : una "caccia all'uomo" di Stato
In Tanzania, l'omofobia di Stato assomiglia sempre più ad una caccia alle streghe. Obiettivo: eliminare tutto ciò che «promuove l'omosessualità». La ministra della Salute, Ummy Mwalimu, ha quindi sospeso l'importazione di lubrificanti sul suolo tanzaniano perché questi «incoraggerebbero le pratiche omosessuali» e quindi la diffusione del virus dell'HIV. Al di là dell'assurdità di questa misura, le conseguenze in termini di salute pubblica possono essere disastrose: l'utilizzo di preservativo e lubrificante assieme permette una maggiore protezione dalle IST . Sempre seguendo questa retorica, Ummy Mwalimu ha ordinato la chiusura di una quarantina di centri privati per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS. Secondo la ministra infatti: «quei centri favorivano e promuovevano l'omosessualità, attività proibita dalle leggi della Tanzania».
A partire da febbraio 2017, la caccia ai «sindacati dell'omosessualità» ha preso una nuova piega: sono state pubblicate alcun liste di nomi di omosessuali, sospettati di vendere il loro corpo in internet. «Chi pensa che questa campagna sia uno scherzo, si sbaglia» afferma Hamisi Kigwangalla, la viceministra della Salute. Nel 2016, il commissariato regionale di Dar es Salaam aveva effettuato una serie di arresti di persone omosessuali nei bar e nei locali della città, ricorrendo talvolta alle esplorazioni rettali forzate.
Appelli al linciaggio in Uganda
L’Uganda si distingue regolarmente per le sue misure violente nei confronti della comunità LGBTQI. Nel 2013 venne proposta la legge «Kill the Gays», che aveva come obiettivo la condanna a morte degli omosessuali e incitava a denunciare le persone sospettate di omosessualità. Il testo fu poi eliminato per vizio di forma, e l'omosessualità è ora punita con una pena detentiva che può arrivare anche all'ergastolo. Nell stesso anno, un tabloid locale istigava la popolazione alla violenza nei confronti dei gay, diffondendo teorie di complotto gay. Il giornale si spinse oltre e arrivò addirittura a pubblicare foto, nomi e indirizzi di persone accusate di omosessualità, con il titolo «Impiccateli, se la prendono con i nostri figli». Nel febbraio 2014, vennero pubblicati più di 200 volti di persone accusate di omosessualità.
Di recente, nel 2016, il Gay Pride è stato annullato a causa delle violenze e delle minacce del governo. Messaggio del ministro dell'Etica ugandese: «Dovete smetterla, queste attività sono inaccettabili». Qualche settimana prima c'era stata una retata della polizia all'elezione di Mister e Miss Pride: la sala era stata presa d'assalto e i partecipanti presi a botte. Nel novembre 2016, un uomo rivelò di essere stato vittima di torture per mano della polizia. Svegliati durante la notte, lui e il suo compagno erano stati trascinati in strada e pestati. L'uomo era poi stato condotto in una clinica per sottomettersi ad un'esplorazione rettale forzata, al fine di provarne l'omosessualità. Non stupisce quindi che l'Uganda occupi l'ultimo posto nella classifica del Gay Happines Index, che valuta in ogni Paese la qualità di vita delle persone gay.
Alcuni paesi si contraddistinguono per il loro progressismo sulle questioni dei diritti e della tolleranza delle comunità LGBTQI. Anche se le discriminazioni persistono in tutti i paesi, persino nei più tolleranti, Argentina, Islanda e Svezia sono da considerare come esemplari su determinate questioni.
Argentina, pioniera del cambio di genere
L’Argentina è stato il paese di riferimento sui diritti dei transessuali . Nel 2012, fu il primo paese al mondo a permettere a tutti i cittadini maggiorenni di chiedere un cambiamento di genere nello stato civile senza il bisogno di un'autorizzazione giuridica o medica. Anche i minorenni possono ottenere la modifica, previa autorizzazione dei genitori o di un giudice. L'iniziativa argentina è stata d'esempio per altri paesi come Malta, Colombia, Danimarca e Irlanda, che hanno semplificato le misure sul riconoscimento legale del genere. In vari paesi, il cambio di genere rimane ancora condizionato da numerosi criteri, quali esame psicologico e medico, passaggio davanti ad un giudice, sterilizzazione forzata.
L'Islanda, il paese ideale?
L’Islanda è un paese esemplare nel mondo: è qui dove le persone gay si sentono più felici e meno discriminate, secondo il Gay Happiness Index. Questa classifica, realizzata dal sito di incontri GayRomeo, prende in considerazione solo gli uomini gay, e non permette quindi di valutare la situazione delle altre categorie della comuità LGBTQI. Rimane comunque l'unico indice di soddisfazione delle minoranze sessuali e di genere. In maniera generale, i paesi nordici si distinguono per il loro clima di tolleranza. Norvegia, Danimarca e Svezia seguono a ruota l'Islanda. Il Belgio è in 17esima posizione.
Nel 2009, l’Islanda è stato il primo paese a eleggere un Primo Ministro dichiaratamente omosessuale: Johanna Sigurdadottir.
Svezia, una Chiesa gay-friendly
Nel 2009, la Svezia adottò una legge che legalizzava sia il matrimonio civile che quello religioso tra coppie dello stesso sesso. Alcune Chiese protestanti nel mondo già lo permettevano, ma la Svezia fu il primo paese a legittimarlo nella Chiesa maggioritaria, quella protestante luterana svedese. I pastori possono rifiutare a titolo individuale di celebrare un'unione, ma la legge impedisce alla Chiesa di rifiutare un matrimonio, e ha l'obbligo di trovare un altro pastore per celebrare la cerimonia. L'esempio svedese è stato seguito dalla Danimarca nel 2012 e in seguito dalla Norvegia nel 2017.
Una continua battaglia per l'uguaglianza
Anch se in alcuni paesi i progressi sono stati considerevoli, si tratta comunque di eccezioni e di rari esempi di tolleranza. Rimangono numerosi i paesi in cui le persone LGBTQI vengono discriminate. L’omosessualità è penalizzata in ben 72 paesi nel mondo, e può essere passibile della pena di morte in 8 paesi. Mentre le cose stanno cambiando in molti paesi, soprattutto occidentali, la discriminazione rimane presente nelle società, ma talvolta anche nelle leggi. È per questo che la lotta per la tolleranza, per la libertà individuale e contro la discriminazione rimane importante. I Pride, che si svolgono in numerose città di ogni continente, sono un mezzo per le comunità LGBTQI di manifestare, di sensibilizzare sulle discriminazioni e fare appello alla dignità.
Appuntamento il 20 maggio a Bruxelles per il Pride et il Pride Festival ! Info
Translated from Des tortures au mariage religieux : les droits LGBTQI dans le monde