Dal raduno «SAVE ALEPPO»: l'inazione non è più un'opzione
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Veronica BecoCafébabel Bruxelles era alla rotonda Schuman questo martedì 4 ottobre, durante il raduno Save Aleppo, un'iniziativa organizzata da Action Syrie. Diverse centinaia di persone hanno manifestato il loro appoggio ai bambini di Aleppo.
Nel tardo pomeriggio, ore 17:15, gli Eurocrati si affacciano dalle loro finestre in direzione della rotonda Schuman : che sta succedendo ? Action Syrie ha indetto una manifestazione per rivendicare i diritti dei civili siriani e sostenere la popolazione di questo paese devastato dalla guerra e dal terrorismo. L'evento è soprattutto indirizzato ai bambini di Aleppo e delle altre città siriane colpite dai bombardamenti aerei.
I manifestanti, tra i quali figurano giovani rifugiati siriani recentemente arrivati in Belgio, hanno letto dei testi in arabo e in francese condannando il regime siriano e i suoi alleati, in particolare Putin. Hanno poi cantato delle canzoni di protesta e deposto dei tessuti bianchi, così da creare un sudario che rappresentasse i bambini morti ad Aleppo in questi ultimi giorni.
I più piccoli, senza dubbio, sono quelli che soffrono di più. Da cinque anni, essi sono le vittime dei brutali attacchi perpetrati dal loro stesso Presidente e dai suoi alleati, oltre che dai gruppi terroristici dello Stato Islamico. Secondo l’UNICEF, un bambino su tre non ha conosciuto che la guerra nella sua vita. Inoltre, circa 500 bambini sono annegati nelle acque del Mar Mediterraneo. Come afferma uno dei manifestanti, « quello che vediamo alle porte dell'Europa è un massacro; occore fermare questa carneficina e smettere di essere indifferenti ».
Questa settimana, il Consiglio Europeo ha ospitato una conferenza internazionale sull'Afghanistan organizzata congiuntamente dall'Unione Europea e dal governo del paese. L'evento ha riunito 75 paesi e 26 agenzie internazionali. Action Syrie ha approfittato dell'occasione per organizzare a sua volta un raduno a sostegno della città di Aleppo e dei suoi cittadini.
La redazione di Cafébabel Bruxelles ha voluto essere presente e ha avuto il piacere di incontrare Benjamin Peltier, uno degli organizzatori della manifestazione.
Cafébabel : Potresti descriverci Action Syrie? Quando è stata creata l'organizzazione e qual'è il vostro obiettivo ?
BP : Action Syrie è formata da un gruppo di cittadini belgi e si è formata nel 2011, agli inizi della rivolta siriana. L'idea era di far fronte al disinteresse piuttosto diffuso della popolazione sugli avvenimenti siriani, quando invece quanto che era successo in Tunisia o in Egitto, ad esempio, era stato molto seguito. D'improvviso, ci siamo detti che era necessario informare la gente sulla situazione. E' in quel momento, dunque, che abbiamo deciso di creare un gruppo che provasse a divulgare informazioni sul conflitto siriano. Tuttavia, ci siamo poi resi conto che informare non era sufficiente e che occorreva spingersi oltre, mobilitare le persone. Abbiamo perciò cominciato ad organizzare manifestazioni di sostegno.
All'inizio, pensavamo che saremmo durati un anno. Invece sono ormai cinqie anni che siamo presenti.
Cafébabel : Perché avete deciso di organizzare il raduno oggi ?
BP : Abbiamo scelto questa data per diverse ragioni, ma soprattutto perché oggi si svolge il summit internazionale sull'Afghanistan e John Kerry è qui a Bruxelles. C'era dunque un lato simbolico. Inoltre, si sono tenute delle iniziative ovunque in Europa e nel mondo intero durante tutto il fine settimana. Non avevamo avuto tempo di organizzare qualcosa in quel momento, ma abbiamo voluto provare a stabilire una data vicina al week end di modo che potessimo comunque far parte di questo movimento mondiale.
Cafébabel : Siete sostenuti da altre organizzazioni ?
BP : Sì, oggi siamo stati raggiunti da molte altre associazioni come Amnesty International, Syrie: Un Visa, une Vie, il CETRI… Questo ci ha permesso di far partecipare più persone.
Cafébabel : Avete altre attività in programma ?
BP : Non ho ancora date precise da fornirvi, ma abbiamo tutta una serie di attività previste per quest'anno, in particolare una proiezione dell'ultimo documentario di Netflix sui White Helmets, i siriani che vanno alla ricerca dei feriti rimasti intrappolati sotto le macerie dopo i bombardamenti aerei.
Cafébabel : Molti giovani partecipano alle vostre attività. Ci sono dei giovani rifugiati siriani tra di voi ?
BP : Sì. Quelli presenti oggi sono dei siriani che sono arrivani mano mano in Belgio nel corso degli ultimi cinque anni, molti tra di loro solo nell'ultimo anno. E' uno degli elementi che ci ha permesso di rendere più consapevole la popolazione belga. I belgi hanno finalmente incontrato dei siriani che gli hanno detto : “Sì, noi abbiamo un problema nel nostro paese e questo problema è principalmente il regime che da cinque anni ci sta uccidendo”. L'arrivo dei siriani con l'ondata migratoria dello scorso anno ha contribuito molto a sensibilizzare l'opinione pubblica belga. Si è veramente vista la differenza.
Translated from Rassemblement «SAVE ALEPPO»: l'inaction n'est plus une option