Dai web-comics ai turbomedia: come cambia il fumetto
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Si moltiplicano i blog dedicati al fumetto, è sempre più frequente sfogliare i nuovi albi con un clic e le piattaforme digitali diventano i trampolini di lancio per i giovani autori. Tuttavia, il punto d'arrivo sperato dai fumettisti emergenti sembra essere sempre la versione cartacea.
Tutto cominciò il 1° aprile del 2010, quando Thomas Cadène pubblicò il primo episodio di “Les Autres Gens”, primo fumetto digitale nella blogosfera francese, definito una “bédénovela”, una sorta di soap opera disegnata, diffusa ogni giorno dal lunedì al venerdì, un episodio alla volta, con gli stessi personaggi tratteggiati da autori differenti, per circa tre anni, prima di diventare un libro, per le edizioni Dupuis.
Nell’ultima edizione del festival di Angoulême, dove le parole chiave sono state “web-comics” e “turbomedia”, una sorta di fumetto, che incontra il cartone animato e il diaporama, Cadène, mente, autore, sceneggiatore, agente commerciale, insomma demiurgo del primo fumetto digitale francese, è stato salutato come un pioniere, un genio incompreso che, in quello che sembra un lontanissimo 2010, ha lanciato il suo progetto nell’indifferenza generale delle case editrici, che non solo non hanno concesso le necessarie sovvenzioni economiche ma neanche un astratto supporto morale o un briciolo di curiosità. “In realtà questa nouvelle vague digitale è iniziata almeno 10 anni fa, ma oggi c’è la volontà di sfruttare tutte le potenzialità del web”, racconta.
Pure-player del fumetto in Francia
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Dopo il successo de Les Autres Gens, in Francia non pochi hanno deciso di tentare il digitale applicato al fumetto: si chiama Professeur Cyclope, la neo-nata rivista mensile di fumetto digitale, disponibile on-line tutti i primi mercoledì del mese, prodotta in collaborazione con Arte. Per i più piccoli, invece, completamente gratuita e on-line, c’è la rivista BD-Nag. A rimpolpare il chiosco digitale, dallo scorso ottobre, c’è anche il settimanale Mauvais Esprit, dove trionfa il fumetto breve, strisce e vignette per chi legge in ufficio, e “sorveglia con la coda dell’occhio la porta per poter cliccare subito sul file excel”. Si aspetta, invece, il prossimo settembre per la Revue Dessinée, 300 pagine di reportage interamente a fumetti, con contenuti presenti esclusivamente on-line, equivalente europeo dell’americana Symbolia, ultima arrivata tra le riviste virtuali, leggibile unicamente su tablet o in pdf, che coniuga reportage e illustrazioni.
Perché questa nouvelle vague digitale nel mondo del fumetto? Per andare a cercare il lettore del XXI secolo, lì dove si nasconde, dietro uno schermo. “Incoraggiando questo tipo di letture, finiremo per non uscire più di casa”, controbatte Jean-Cristophe Menu, direttore della neonata casa editrice francese L’Apocalypse. “Il digitale è solo un gadget, il fumetto resta un’arte cartacea”, continua, “e l’adattamento virtuale finisce solo per abbassare la qualità dell’immagine”.
“A volte chi acquista il formato cartaceo non conosce quello on-line e i lettori affezionati di un blog comprano il libro per il piacere della rilettura”
Tuttavia, tale arringa in difesa del cartaceo resta una delle voci isolate nel coro dei promotori del digitale, complice anche il costo spesso eccessivo degli album. Inoltre, fumetto digitale non è più sinonimo di adattamento. Gli editori preferiscono salvaguardare i contenuti cartacei e produrne nuovi, esclusivi per il web. “Il digitale non vuole rimpiazzare il supporto cartaceo”, continua Cadène. “Non ha senso parlare di un ritorno alla carta, si tratta più che altro di una complementarità”. Il libro e il digitale raggiungono target diversi e anche la lettura è differente. “A volte chi acquista il formato cartaceo non conosce quello on-line e i lettori affezionati di un blog comprano il libro per il piacere della rilettura”. Sul web, un clic e una pagina si schiude, ci si avvicina ai dettagli mentre con la pagina cartacea c’è un colpo d’occhio d’insieme, un oggetto concreto. Un piacere non esclude l’altro. Così, se prima erano i fumetti cartacei ad essere adattati per il web, adesso il percorso sembra essere l'inverso.
Il fumetto: un'arte cartacea?
Lo stesso lettore è cambiato: un lettore di web-comics non aspetta una settimana per conoscere il seguito di una storia. Non solo, il lettore finisce per entrare nella trama, commentandola, come succede con ZeroCalcare, che sembra quasi dialogare con gli utenti, ma anche creandone i personaggi. È il caso di MediaEntity, tra i prodotti più innovativi della scena francese, declinato in versione cartacea e virtuale, un fumetto partecipativo, che permette alla comunità di finanziare gli episodi preferiti e crearne i protagonisti. Un esperimento simile all’americano Panel Syndicate, iniziativa dell’artista Marcos Martin e di Brian K. Vaughan, dove è possibile leggere i fumetti on-line, acquistandoli con un contributo a piacere, e scegliere gli episodi che si vogliono leggere in futuro.
In Italia, le piattaforme di scouting più attive per la diffusione dei fumetti sono due: Retina Comics, che vive essenzialmente di mecenatismo, e Verticalismi, entrambe concepite come trampolino di lancio per giovani autori emergenti, il cui punto d’arrivo sembra ancora essere la versione cartacea. E, se in Polonia la piattaforma ComicMelon si fa attendere dallo scorso settembre, ritardo dovuto anche alla scarsa diffusione di tablet e supporti virtuali, in Germania il fumetto digitale ha già una sua dimensione solida, ma non sembra aver trovato il suo pubblico pagante. “La gente non vuole pagare su internet”, ha dichiarato Ulli Lust, direttrice di Electrocomics, in una recente intervista, “pensavo che i micropagamenti funzionassero, ma mi sbagliavo”.
Nonostante le potenzialità, ampiamente sfruttate del fumetto on-line, che invitano all'esplorazione e al clic compulsivo, il lettore sembra incline a spendere solo per un oggetto che possa portarsi a casa e permettergli di sprofondare un pomeriggio intero nella lettura. La domanda è: abbiamo ancora tempo per farlo?
Immagini: copertina © Maurizio Ribichini su Retinacomics; nel testo screenshot dai siti © Les Autres Gens, © Mauvais Esprit e dal blog di © Zero Calcare.