Da Maria Callas al Vaudeville: l'eleganza disordinata degli Opera Chaotique
Published on
Due performers di grande esperienza ed ancor più grande umorismo. Per la terza volta in Italia, torna il cabaret surreale del duo greco Opera Chaotique: li abbiamo incontrati in occasione della loro data palermitana presso il Bolazzi Bistrot per farci raccontare il loro curioso progetto.
Da un lato l'opera: simbolo di finezza e dell'intrattenimento musicale di più alta qualità, un'arte che evoca immaginari di lusso, eleganza ed etichetta. Dall'altro, il cabaret: la musica che si fa serva della farsa, il travestimento, colori, luci appariscenti e umorismo sfacciato. Sono questi i principali ingredienti dell'inaspettato spettacolo offerto dagli Opera Chaotique. La band, fondata nel 2011 da Tenorman (George Tziouvaras) e Voodoo Drummer (Chris Koutsogiannis), due artisti greci rispettivamente cantante d'opera e batterista jazz, è ora prossima alla distribuzione del terzo album, e torna in Italia per farci conoscere questo nuovo lavoro. Tra un'aria di Mozart e una cover punk, abbiamo incontrato alla luce questi eclettici artisti solitamente nascosti sotto a maschere africane e cappelli a cilindro.
cafebabél: Partiamo dal vostro nome e dalle due parole che lo compongono. C'è l'opera e c'è il caos, proprio come nello spettacolo che proponete. Da cosa nasce questo progetto?
Opera Chaotique: Il nome nasce dal fatto che io, Tenorman (George), sono un cantante d’opera e fin dall’inizio proponevo di suonare molte arie d’opera, soprattutto italiana o ambientata in Italia, come Le Nozze di Figaro. Allo stesso tempo si è deciso di unire questo genere alla passione di Voodoo Drummer (Chris), ovvero il jazz, e ne abbiamo ottenuto una sorta di opera umoristica, che portava caos nel genere originale.
cafebabel: Sono entrambi generi musicali per i quali la performance dal vivo è fondamentale. In che modo questo rispecchia il vostro modo di fare musica?
Opera Chaotique: La musica nasce per essere live. Se è fatta bene, il concerto è un’esperienza che trasmette sempre molta più energia e coinvolgimento rispetto alla musica registrata. Per noi lo spettacolo diventa ancora più importante per la dimensione di cantastorie che assumiamo nel nostro show. Ci piace interagire continuamente con il pubblico e fra di noi, ci sono parti recitate ed altre improvvisate. Ci piace portare la dimensione live in tutto quello che facciamo: anche gli album li registriamo live in studio. È un processo piuttosto difficile e comporta tanti errori, ma permette di trasmettere almeno parte della passione presente nello spettacolo dal vivo.
cafebabél: I vostri show infatti vanno ben oltre la classica performance musicale. In cosa consistono gli spettacoli che proponete?
Opera Chaotique: Si tratta fondamentalmente di racconti surreali, che prendono ispirazione da varie fonti. Prendiamo personaggi dall’opera, come Carmen e Don Giovanni, e li mischiamo fra di loro e con altre storie che inventiamo noi stessi o per le quali attingiamo da altre arti, quali poesia e pittura. All'opera abbiamo via via aggiunto il teatro, così che si è venuta a creare un'esperienza simile a quella del cabaret. Al momento abbiamo quattro di queste storie, ognuna delle quali è stata presentata durante uno dei nostri tour: la prima, su Carmen e Don Giovanni, non è mai stata registrata. Poi ci sono le tre dei nostri album: Death of the Phantom of the Opera parla dell'omonimo personaggio che si innamora di una regina vodoo a New Orleans. Poi c'è Poems of a Dirty Old Man, dedicato alle storie narrate dalle poesie di Bukowski. E infine lo spettacolo di questo tour: Le Muse dei Pittori Maledetti, che sarà registrato nel nostro prossimo album.
cafebabél: Eppure sia l'opera che il cabaret sono tipi di spettacolo dal sapore piuttosto retrò. Cosa significa riproporli nel mondo musicale contemporaneo?
Opera Chaotique: Soprattutto il nostro stile di cabaret permette di portare molti generi di musica differenti all’interno dei nostri show. Spesso inseriamo cover di band popolari, rock e punk. È un “new style cabaret”, qualcosa come poteva essere il Vaudeville cento anni fa. Noi comunque amiamo la musica del passato, e lo stile retrò che accompagna il cabaret. È bello riscorprire qualcosa di vecchio e proporlo al pubblico in un modo che tracci delle connessioni col presente, è un modo per creare un discorso originale a livello musicale. Teniamo un piede nel futuro e uno nel passato - ma abbiamo un problema con il presente (ride).
cafebabél: A proposito dei diversi stili che proponete nei vostri brani, in generale si può dire che i vostri lavori siano ricchi di citazioni. In che modo i prestiti che prendete da altri musicisti così come da poeti e pittori rappresentano la vostra idea di arte?
Opera Chaotique: L’arte non è quello che vedi ma quello che fai vedere agli altri, come diceva Degas. Qualunque artista in qualche modo prende ispirazione de chi l’ha preceduto. Lo hanno fatto Picasso, Mozart, Luis Armstrong: noi rendiamo palesi questi prestiti. E ci piace mescolare arti differenti: quando ci esibiamo su palchi più grandi chiediamo agli artisti locali di collaborare. Acrobati, attori, ballerini, pittori. A Berlino abbiamo fatto un concerto con delle marionette alte un metro e mezzo. A volte chiediamo direttamente al pubblico e gli artisti si fanno avanti: per noi l’arte è quello che accade nel momento presente, è il qui e adesso, il live. Ed è fondamentale per noi che sia qualcosa fatto per la gente comune, non per un'avanguardia. È quello per cui il jazz e l’opera erano nati inizialmente.
cafebabél: Come ultima domanda, cosa potete dirci del vostro tour in Italia?
Opera Chaotique: È il nostro terzo grosso tour in questo paese, ormai abbiamo suonato in più di cinquanta città. Amiamo moltissimo l’architettura, i centri storici, la musica: sia l’opera che il cantautorato come De Andrè e Battisti. Amiamo il cibo e la gente aperta. Ed ogni posto è diverso dall’altro, sempre interessante. Amiamo l'Italia per tutto questo e per questo continuiamo a tornare!