Participate Translate Blank profile picture
Image for "Cu avi lingua, passa u mari": le Letterature Migranti a Palermo

"Cu avi lingua, passa u mari": le Letterature Migranti a Palermo

Published on

Palermo

In siciliano il proverbio significa "Chi ha la lingua passa il mare", ovvero chi si fa valere supera le difficoltà. Dal 7 all'11 ottobre arriva a Palermo il Festival delle Letterature migranti. Una cinque giorni di dibattiti, conferenze e spettacoli all'insegna del confronto con altre culture per aprirsi al mondo e non rinunciare al futuro.

Cu avi lingua, passa u mari. Le parole migrano, viaggiano, fanno percorsi lunghissimi per raccontare odori, emozioni, sogni, paure, speranze. Impresse sulla carta diventano libri che a loro volta diventano letteratura. Emigrazione, immigrazione ed esilio da sempre sono fonte di creatività letteraria. Hanno ispirato e ispirano chi è costretto a spostarsi da una storia, da uno spazio e da una società, a ricostruire un contesto sociale che dia dignità alla propria esistenza. Questa ricostruzione, spesso, passa dalla scrittura.

E proprio in questo percorso di sperata rinascita che a Palermo, dal 7 all’11 ottobre si terrà il Festival delle Letterature Migranti. Lo scopo è solo uno: aprirsi al mondo per non rinunciare al futuro. Ribadire che solo la narrazione e il raccontarsi possono dare senso e redenzione al dolore dello sradicamento, al naufragio delle identità, al viaggio migrante. Così, il centro storico di Palermo, città di tanti popoli, tornerà a raccontare le storie dei protagonisti che per mari e terre hanno ridisegnato il profilo dell’Europa e il modo di viverla.  

Migrazioni, dunque, è il leitmotiv della rassegna. Una cinque giorni che prevede, nei luoghi più importanti del centro di Palermo, da Palazzo Cefalà al Teatro Biondo passando per lo Spasimo, piazza Bellini, Palazzo delle Aquile fino ad arrivare al Teatro Massimo, una serie di incontri culturali con autori e autrici che racconteranno, attraverso i libri, le proprie esperienze di vita.

Decine di scrittori e scrittrici presenti

Sono davvero tanti gli ospiti del festival. Abbiamo redatto un nostro elenco ragionato per orientarsi. 

Isoke Aikpitanyi, nigeriana, ha raccontato la tratta delle connazionali in Italia. Najwa Ben Shatwan, giovane scrittrice libanese non ancora tradotta in Europa e promessa della scrittura araba. Limam Boisha tornato nel Sahara occidentale, poeta e giornalista radiofonico. Alexandra Dejoli, nata nella ex Jugoslavia, scrittrice transgender. Régis de Sà Moreira, padre brasiliano e madre francese, è lo scrittore vincitore del premio Le Livre Elu. 

Teresa Garbì, pseudonimo di Teresa Garcia Ruìz, scrittrice e drammaturga di Saragozza. Yasmina Khadra, ovvero Mohamed Moulessehoul, ex ufficiale, il più conosciuto scrittore algerino contemporaneo emigrato in Francia. Pap Khouma, senegalese ormai italiano, scrittore e giornalista. Kossi Komla-Ebri, scrittore, medico, giornalista del Togo che ha scelto Bologna, direttore di una collana editoriale di "letteratura migrante". Flore Murard-Yovanocitch, scrittrice e giornalista di origine serba attenta alle tematiche e ai problemi dell’immigrazione in Italia. 

Papa Ngady Faye, sudanese che vive a Lecce, libraio di strada, musicista, scrittore e griot. Alexian Santino Spinelli, rom italiano, musicista, saggista, insegnante, presidente nazionale della FederArteRom. Meir Shalev, israeliano, scrittore, attore, giornalista satirico. Khaled Soliman Al Nassiry, siriano, scrittore e regista, è tra gli autori del film Io sto con la sposa. Luan Starova, albanese, giornalista, scrittore, ex diplomatico. Hamid Ziarati, laureato in ingegneria a Torino, scrittore e voce critica dell’Iran.

Sono solo alcuni dei protagonisti stranieri del Festival che si confronteranno in un dialogo quotidiano con gli autori italiani che più si sono interrogati sui fenomeni migratori, tra gli altri Roberto Alaymo, Marta Bellingreri, Gianni Biondillo, Federico Bonadonna, Alessandro Dal Lago, Giosuè Calaciura, Sofia Gallo, Fabio Geda. E ancora il Sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, Annamaria Piccione, Evelina Santangelo, Fabio Stassi, Nino Vetri e Davide Camarrone, il direttore artistico del festival. Tra i presenti anche i giornalisti Paola Caridi, Francesco D’Ayala, Lucia Goracci e Francesco Viviano, che affronteranno il tema della cronaca della migrazione come canone narrativo.

Il direttore artistico Davide Camarrone alla presentazione del Festival.

Una "banca letteraria" di editoria digitale

Ma le finalità e i progetti del festival non si limitano soltanto alla cinque giorni. Infatti proprio gli organizzatori hanno pensato alla realizzazione di un "Banca letteraria", un progetto di editoria digitale che partirà il 7 ottobre con l’obiettivo di continuare a vele spiegate anche dopo la chiusura della rassegna. L’associazione Festival Letterature Migranti curerà una raccolta di testi-omaggio di tutti gli autori presenti alla rassegna, compilando periodicamente delle antologie in formato digitale scaricabili direttamente dal sito ufficiale della manifestazione. L’associazione, con questa iniziativa, si pone un obiettivo preciso: quello di dar vita ad una "Casa delle letterature migranti", una banca telematica fatta di parole che costituisca forme innovative di collaborazione tra i protagonisti del festival.

Palermo, ancora una volta, diventa luogo simbolo dell’incontro tra popoli, tra culture e tradizioni diverse. Cerniera geografica e antropologica tra sud e nord, est e ovest. Patria di migranti e scrittori.